Si è tenuto lunedì 20 ottobre alla Camera dei Deputati a Roma il Convegno “Il dovere di protezione. Safety e Security: la tutela dei lavoratori nei contesti di crisi” promosso dall’Associazione Lavoro&Welfare, da International SOS Foundation e seguito da S News.
A margine dei lavori, è stato presentato il volume “Il Dovere di Protezione” di Umberto Saccone, Senior Strategic Advisor di International SOS.
L’evento alla Camera dei Deputati
Il panel di autorevoli esperti del settore e di figure delle Istituzioni ha messo in evidenza la necessità di adeguare agli standards internazionali l’approccio legislativo e della cultura d’impresa in Italia, coniugando nel concetto di “Duty of Care” – dovere di protezione – due priorità: la Safety, ovvero la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e la Security, che, è stato sottolineato, comprende, da un lato la salvaguardia delle operazioni e delle infrastrutture delle imprese e, dall’altro, l’obbligo, sia morale che legale, di tutelare la sicurezza fisica e il benessere dei dipendenti e collaboratori, ovunque questi operino, considerato che, ogni anno, 100mila lavoratori italiani operano all’estero per imprese italiane.
Il Decreto 81 e l’integrazione della Security
“Quando 17 anni fa, – ha evidenziato Cesare Damiano, presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare ed ex-ministro del Lavoro del secondo Governo Prodi – abbiamo realizzato il Decreto 81, quello che viene chiamato ‘Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro’, avevamo creato le condizioni legislative perché questo approccio sistemico venisse adottato. Il tema della security vi era compreso, anche se non normato in modo definito. È perciò giusto, lo dico da padre di quel provvedimento, integrarlo e aggiornarlo affinché la Sicurezza in questo Paese, e nella proiezione delle nostre imprese nel mondo fisico e digitale, preveda per tutti una completa copertura sui piani della Safety e della Security”.
Un approccio olistico alla sicurezza
“La frammentazione normativa attuale – ha commentato il professor Umberto Saccone, autore del volume “Il dovere di protezione” – richiede una visione olistica e un ‘governo della sicurezza’ unificato, capace di armonizzare i diversi livelli su cui si articola la materia. Per questo, occorre promuovere un linguaggio comune della sicurezza e avviare una riforma fondata su tre direttrici: integrare Safety e Security nel mondo del lavoro, attraverso l’aggiornamento del decreto 81, defiscalizzare gli oneri per la sicurezza aziendale e creare un forte partenariato pubblico-privato per sostenere questo processo”.
L’incertezza come fattore di rischio
Alberto Pagani, studioso di intelligence e docente nel settore della sicurezza, ha messo in evidenza come nel settore del rischio, l’incertezza equivale al rischio. È facile cadere vittime di quel che viene definito ottimismo irrealistico finendo per sottovalutare la necessità di adottare misure adeguate come quelle richieste da un’autentica cultura della sicurezza. Questo causa, tra l’altro, che le imprese, ad eccezione delle più grandi, non si dotino di una figura dirigenziale specifica: il Security Manager.
Il ruolo dell’Unità di Crisi del Maeci
Nicola Minasi, Capo dell’Unità di Crisi del Maeci, ha illustrato i servizi che l’Unità di Crisi mantiene a supporto degli italiani che vivono, lavorano, viaggiano all’estero in caso di eventi critici. La registrazione sui servizi dell’Unità di Crisi sui viaggi in corso da parte di questi concittadini, così come da parte delle imprese, è necessaria per avere un “database” aggiornato e reagire tempestivamente di fronte alle situazioni critiche. Gli strumenti dell’Unità di Crisi sono direttamente accessibili alle aziende e ai cittadini a titolo gratuito. La prevenzione e la gradualità sono principi fondamentali per una adeguata protezione.
La sicurezza transnazionale
Maria Cristina Urbano, presidente Assiv, Associazione Italiana Vigilanza e Servizi Fiduciari, ha sottolineato come l’Italia è matura per portare anche all’estero le attività e i servizi offerti dalle agenzie di sicurezza italiane. Questo perché la necessità di sicurezza è diventata transnazionale. L’impegno è tale da richiedere un intervento integrato pubblico-privato. Servono, dunque, nuove regole che permettano agli istituti di vigilanza italiani di operare all’estero. Questo anche perché la presenza di operatori stranieri nelle strutture italiane all’estero può creare un rischio sul piano dell’intelligence.
In Parlamento, da tre legislature, è incardinata una proposta di legge per autorizzare operatori italiani di sicurezza all’estero. Si tratta di una misura che avrebbe l’effetto ultimo di rafforzare la sicurezza nazionale.
Il Decreto Ministeriale della Difesa
Nicola Massimo Masciulli, Generale di Corpo d’Armata, Capo del Comando Interregionale “Ogaden” per il Sud dell’Arma dei Carabinieri, già Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero della difesa, ha presentato il Decreto Ministeriale della Difesa diretto ad armonizzare le previsioni del TU 81 alla specificità dei compiti e delle funzioni delle Forze Armate, in attività operative e addestrative.
La cybersicurezza come priorità nazionale
Matteo Mauri, Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni della Camera dei Deputati ha sottolineato quanto il “dovere di protezione” abbia un valore sociale, tanto nella tutela dei lavoratori quanto negli aspetti di security, in considerazione del fatto che le violazioni cyber danneggino le imprese quanto i loro dipendenti. Oltre al fatto che possono rappresentare un pericolo per la sicurezza nazionale.
La cybersicurezza richiede una forte collaborazione pubblico-privato. Va perciò costruito un sistema normativo che permetta una prevenzione quanto più efficace possibile. Ciò, recuperando i ritardi che indubbiamente danneggiano il Paese. In questo senso, l’on. Mauri ha depositato, insieme ad altri colleghi, un disegno di legge per il contrasto efficace agli attacchi ransomware. Una legge che include il divieto di pagamento dei riscatti per i soggetti nel Perimetro nazionale e della NIS2, che prevede poteri di intervento rafforzati e anche un fondo a sostegno delle aziende che, pur avendo implementato la security digitale, abbiano subito danni da tali tipi di attacchi.
Le sfide per le piccole imprese e lo sviluppo del partenariato pubblico-privato
Walter Rizzetto, Presidente Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, ha rilevato quanto uno dei temi più importanti sia la differenza tra le grandi imprese che possono garantirsi la sicurezza e quelle più piccole che faticano a farlo. Da questo punto di vista, la leva fiscale potrebbe essere di grande utilità. Da sostenere ancor più perché la sicurezza è un elemento di produttività, competitività e reputazione. Venendo al piano della difesa, Rizzetto ha ricordato che è importante la creazione della task force nazionale per la cybersicurezza annunciata dal ministro Guido Crosetto con una dotazione di personale di 1500 elementi.
Il dovere di protezione poggia, per il presidente della Commissione Lavoro, su un castello normativo del quale va condivisa la necessità di cambiamento. Per Rizzetto, una proposta da adottare tutti insieme, in modo trasversale, è lo sviluppo del partenariato pubblico-privato a pieno sostegno degli interessi nazionali.
Fonte: S News