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Agenzia delle Entrate: piattaforma cessione crediti

Agenzia delle Entrate: piattaforma cessione crediti

Per alcune spese è stata prevista la possibilità di usufruire, in alternativa alla detrazione, di un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, di importo non superiore al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati.

Per queste stesse spese è stata introdotta anche la possibilità di cedere ad altri soggetti il credito d’imposta spettante.

Chi riceve il credito ha, a sua volta, facoltà di cederlo ulteriormente, oppure può utilizzarlo in compensazione nel modello F24.


Nella guida – pdf tutto quello che c’è da sapere su come funziona la cessione del credito

Fonte: Agenzia delle Entrate

Circolare Inps: rapporto di lavoro a tempo parziale verticale o ciclico

Circolare Inps: rapporto di lavoro a tempo parziale verticale o ciclico. Circolare per la gestione delle posizioni assicurative

Circolare N. 74 del 4 maggio 2021: Rapporto di lavoro a tempo parziale verticale o ciclico. Articolo 1, comma 350, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.” Istruzioni operative per la gestione delle posizioni assicurative dei lavoratori dipendenti diversi dagli operai agricoli.

Nella Gazzetta Ufficiale serie generale n. 322 del 30 dicembre 2020 – Supplemento ordinario n. 46/L è stata pubblicata la legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.”

L’articolo 1, comma 350, della citata legge n. 178/2020 dispone che: “Il periodo di durata del contratto di lavoro a tempo parziale che prevede che la prestazione lavorativa sia concentrata in determinati periodi è riconosciuto per intero utile ai fini del raggiungimento dei requisiti di anzianità lavorativa per l’accesso al diritto alla pensione. A tal fine, il numero delle settimane da assumere ai fini pensionistici si determina rapportando il totale della contribuzione annuale al minimale contributivo settimanale determinato ai sensi dell’articolo 7, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638. Con riferimento ai contratti di lavoro a tempo parziale esauriti prima della data di entrata in vigore della presente legge, il riconoscimento dei periodi non interamente lavorati è subordinato alla presentazione di apposita domanda dell’interessato corredata da idonea documentazione. I trattamenti pensionistici liquidati in applicazione della presente disposizione non possono avere decorrenza anteriore alla data di entrata in vigore della stessa”.

Con la presente circolare si forniscono le indicazioni operative per l’applicazione della disposizione in argomento e la gestione delle posizioni assicurative dalla stessa interessate.

Vengono, inoltre, indicate le modalità procedurali finalizzate all’implementazione delle posizioni assicurative relative ai periodi di lavoro svolti nell’ambito di rapporti part-time di tipo verticale o ciclico interessati dalle presenti disposizioni.

Fonte: INPS

CSC Confindustria: indagine rapida sulla produzione industriale (aprile 2021)

CSC Confindustria: indagine rapida sulla produzione industriale (aprile 2021)

Marginale correzione della produzione industriale in aprile (-0.4%), dopo l’incremento rilevato a maggio (+0.4%)

In aprile la produzione industriale registra un lieve arretramento (-0,4%, dopo +0,4% in marzo), in particolare per effetto della frenata della domanda interna conseguente alle maggiori restrizioni che hanno interessato gran parte delle regioni italiane durante il mese. Nel primo trimestre del 2021 si conferma un incremento robusto dell’attività industriale (+1,1% dopo -0,4% nel quarto 2020), ma il calo di aprile azzera la variazione acquisita nel secondo trimestre. La domanda estera continua ad essere vivace, sostenuta soprattutto da Cina e USA. Le indagini qualitative (ISTAT e IHS-Markit) evidenziano un significativo miglioramento delle valutazioni sull’evoluzione della domanda nei prossimi mesi. L’accelerazione della campagna vaccinale genera un maggiore ottimismo. L’auspicio è che questa accresciuta fiducia si tramuti ben presto in un effettivo, robusto, aumento della domanda interna, fino ad ora soffocata anche da molte incertezze e preoccupazioni, oltre che dalle misure di contenimento del Covid-19.

Come sta andando la produzione industriale in Italia

Il CSC rileva un arretramento della produzione industriale dello 0,4% in aprile su marzo, quando si è avuto un aumento dello 0,4% rispetto a febbraio. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, aumenta del 73,0% in aprile rispetto allo stesso mese del 2020; in marzo era cresciuta del 39,4% sui dodici mesi. Gli ordini in volume avanzano in aprile dell’1,3% su marzo (+75,6% su aprile 2020), quando sono cresciuti dello 0,7% sul mese precedente (+41,5% annuo). Gli incrementi tendenziali così elevati nel bimestre marzo-aprile sono spiegati dai bassi livelli di attività che si erano registrati negli stessi mesi dello scorso anno, quando era stato imposto il lockdown nazionale con blocco normativo di oltre il 50% delle imprese industriali.

Nel primo trimestre del 2021 si stima per l’industria italiana un andamento robusto (+1,1% congiunturale) che ha più che compensato la diminuzione di attività rilevata dall’ISTAT a fine 2020 (-0,4%). In aprile la variazione congiunturale acquisita della produzione industriale è nulla; ma le prospettive sono in netto miglioramento, stando alle valutazioni degli imprenditori e anche in considerazione delle riaperture di molte attività nei servizi a partire da fine aprile in quasi tutto il territorio nazionale.

Le indagini qualitative condotte dall’ISTAT hanno evidenziato un generale e diffuso miglioramento delle valutazioni degli imprenditori sulle condizioni di attività nel manifatturiero. Sono molto più favorevoli le attese, rispetto ai mesi scorsi, fattore questo che va messo in stretta relazione con l’accelerazione della campagna vaccinale e l’allentamento delle restrizioni conseguente a un progresso della situazione sanitaria in Italia. La fiducia delle imprese manifatturiere è salita di 3,5 punti rispetto a marzo, portandosi ampiamente sopra i livelli pre-covid e al massimo dall’estate del 2018. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti che non devono essere sottovalutati: il saldo dei giudizi sui tempi di consegna e sull’insufficienza delle materie prime e dei semilavorati ha raggiunto i massimi storici. Il suo aumento mette in luce un problema diffuso, ovvero la carenza di componenti che in questi mesi sta costringendo le imprese a rinviare una parte della produzione. Ne è un esempio la mancanza di microchip, una componente necessaria a fare funzionare il sistema elettronico delle auto, che sta mettendo in grave difficoltà l’intero settore automotive a livello globale. La carenza di microchip ha costretto la FIAT a sospendere la produzione nell’impianto di Melfi – che da solo produce la metà delle auto realizzate in Italia – per una settimana (3-10 maggio), con evidenti ricadute sull’intera filiera italiana. Per fare fronte temporaneamente alla crescente domanda le imprese stanno utilizzando le scorte di magazzino. Anche l’indagine Ihs-Markit sul PMI manifatturiero mostra simili evidenze: l’indice composito è salito in aprile ai massimi storici (60,7 da 59,8 di marzo), spinto dalla dinamica positiva della produzione e soprattutto dall’accelerazione della componente “ordini” che ha raggiunto i livelli del 2000. La catena di distribuzione però, secondo i direttori degli acquisti, ha sofferto ulteriori interruzioni in aprile, con i ritardi nelle consegne principalmente attribuiti alla carenza di beni e in parte ai rallentamenti presso i porti e alle restrizioni anti Covid-19. I tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati raggiungendo quasi il picco che si era registrato nello scorso aprile, all’inizio della pandemia.

Pur con una necessaria prudenza nella valutazione degli indicatori e al di là delle oscillazioni mensili, è ragionevole supporre che il contesto dell’industria sia destinato a migliorare ulteriormente nei prossimi mesi, sostenuto da entrambe le componenti della domanda. Le indagini Ihs-Markit mostrano che anche nel resto d’Europa la situazione sia in netto progresso, con il PMI dell’Eurozona che ha registrato un nuovo massimo storico (grazie a notevoli incrementi di ordini e produzione) e Paesi Bassi e Germania che primeggiano (Italia quarta). L’allentamento della restrizioni e il calo dei contagi atteso nelle prossime settimane, grazie anche alla contestuale accelerazione delle vaccinazioni, apre la strada a una ripresa della domanda interna che finora è stata latitante a causa dei vincoli imposti per contenere la diffusione del virus e per effetto dell’incertezza e delle preoccupazioni sull’evoluzione della crisi sanitaria. Ci sono dunque le condizioni perché la ripartenza della domanda interna sia robusta e spinga verso un’accelerazione dell’attività nell’industria nei prossimi mesi.

Grafico e tabella produzione industriale italiana - Indagine rapida aprile 2021
Fonte: Confindustria

Covid-19, ministro Speranza firma nuove Ordinanze per contenere la diffusione del virus

Covid-19, ministro Speranza firma nuove Ordinanze per contenere la diffusione del virus

immagine di repertorio

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia del 30 aprile 2021, ha firmato nuove Ordinanze che entreranno in vigore a partire da lunedì 3 maggio.

Le prima ordinanza classifica in area rossa la Regione Valle d’Aosta e la seconda porta in area arancione la Regione Sardegna.

Complessivamente, quindi, la ripartizione delle Regioni e Province Autonome nelle diverse aree in base ai livelli di rischio a partire dal 3 maggio 2021 è la seguente:

  • zona rossa: Valle d’Aosta
  • zona arancione: Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna
  • zona gialla: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Umbria e Veneto
  • zona bianca: (nessuna regione)

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Fonte: Ministero della Salute