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CONFINDUSTRIA: “Competenze e lavoro. L’indagine Confindustria e le sfide delle imprese” – 10/12/2024

Presentazione dell’indagine annuale di Confindustria che mette in luce che oltre due terzi delle imprese italiane che ricercano personale incontrano significative difficoltà di reperimento delle competenze necessarie. L’evento potrà essere seguito presso la sede di Confindustria a Roma e da remoto.

Il mercato del lavoro italiano sta attraversando una fase cruciale, caratterizzata da profondi cambiamenti strutturali che richiedono un’attenta riflessione. L’attuale contesto economico, infatti, è segnato da una crescente complessità: le imprese si trovano ad affrontare sfide inedite nel reperimento di personale qualificato, in un panorama che vede intrecciarsi dinamiche demografiche in rallentamento, uno sviluppo tecnologico sempre più rapido e una profonda trasformazione dei modelli produttivi.

L’indagine annuale di Confindustria mette in luce un dato ormai non più trascurabile: oltre due terzi delle imprese italiane che ricercano personale incontrano significative difficoltà di reperimento delle competenze necessarie. I dati del Sistema Informativo Excelsior-Unioncamere documentano che le difficoltà dichiarate dalle imprese sono cresciute molto nel tempo: riguardavano il 26% delle assunzioni previste nel 2019, prima della pandemia, mentre hanno superato il 45% nel 2023.

Molteplici fattori fanno presagire che, a politiche invariate, il problema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro possa persistere o anche ampliarsi ulteriormente: da un lato, il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione incideranno sul disallineamento quantitativo, dall’altro lato il progresso tecnologico e la transizione ecologica stanno già ridisegnando l’intero ecosistema occupazionale, modificando le professioni tradizionali e generando nuove opportunità in settori prima inesistenti.

Con l’obiettivo di valutare le implicazioni di questi trend per le imprese e approfondire le possibili strategie per affrontare la sfida delle competenze, Confindustria organizza l’evento “Competenze e lavoro: l’Indagine Confindustria e le sfide delle imprese”, che potrà essere seguito in presenza o in streaming.

Per partecipare è necessario iscriversi, specificando se in presenza o da remoto, sulla pagina dell’evento.

Decontribuzione contratti di solidarietà 2024: scadenza termine

Domani 10 dicembre 2024, alle ore 23:59, si chiude la finestra temporale dedicata all’inoltro delle domande di riduzione contributiva per i contratti di solidarietà industriali relative all’anno 2024, tramite l’applicativo web “sgravicdsonline”,

Maggiori informazioni su come proporre istanza nella sezione dedicata.

Istat: Occupati e disoccupati – Ottobre 2024

A ottobre 2024, rispetto al mese precedente, aumentano occupati e inattivi, a fronte della diminuzione dei disoccupati.

La crescita dell’occupazione (+0,2%, pari a +47mila unità) coinvolge gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e chi ha almeno 50 anni di età; tra i 15-24 enni e tra le donne l’occupazione è stabile, mentre diminuisce tra i 25-49enni e i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione sale al 62,5% (+0,1 punti).

Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,8%, pari a -58mila unità) per uomini e donne e per tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,8% (-0,2 punti), quello giovanile al 17,7% (-1,1 punti).

Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +28mila unità) tra le donne e gli under35, mentre diminuisce tra gli uomini e le altre classi d’età. Il tasso di inattività sale al 33,6% (+0,1 punti).

Confrontando il trimestre agosto-ottobre 2024 con quello precedente (maggio-luglio), si registra un incremento nel numero di occupati dello 0,5% (pari a +121mila unità).

La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-9,7%, pari a -163mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,8%, pari a +97mila unità).

A ottobre 2024, il numero di occupati supera quello di ottobre 2023 dell’1,5% (+363mila unità), aumento che coinvolge uomini, donne, 25-34enni e ultracinquantenni. Il numero di occupati rimane sostanzialmente stabile tra i 35-49enni, mentre diminuisce tra i 15-24enni. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,6 punti percentuali.

Rispetto a ottobre 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-26,0%, pari a -519mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,1%, pari a +378mila).


Il Commento

A ottobre 2024, dopo il calo di settembre, il numero di occupati torna a crescere (+47mila unità), attestandosi a 24 milioni 92mila; l’aumento coinvolge i dipendenti permanenti – che salgono a 16 milioni 210mila – e gli autonomi, pari a 5 milioni 158mila; i dipendenti a termine scendono a 2 milioni 724mila.

Anche la crescita dell’occupazione che si registra rispetto a ottobre 2023 (+363mila occupati) è sintesi dell’aumento tra i dipendenti permanenti (+449mila) e tra gli autonomi (+127mila) e del calo tra i dipendenti a termine (-212mila).

Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 62,5%, quello di inattività al 33,6%, mentre il tasso di disoccupazione scende al 5,8%.

Scarica il testo integrale e la nota metodologica

Fonte: ISTAT

Istat: Conti economici trimestrali – III trimestre 2024

Nel terzo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del terzo trimestre del 2023.

La crescita congiunturale del Pil diffusa in via preliminare il 30 ottobre 2024 era stata anch’essa nulla, così come quella tendenziale era stata dello 0,4%.

Il terzo trimestre del 2024 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2023.

La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5%, mentre era stata stimata in via preliminare a +0,4% il 30 ottobre scorso.

Rispetto al trimestre precedente, tra gli aggregati della domanda interna, i consumi finali nazionali crescono dell’1%, mentre gli investimenti fissi lordi diminuiscono dell’1,2%. Le importazioni crescono dell’1,2% mentre le esportazioni diminuiscono dello 0,9%.

La domanda nazionale al netto delle scorte registra un contribuito positivo di 0,5 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,8 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, -0,3 gli investimenti fissi lordi e contributo nullo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). La variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,2 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato negativo di 0,7 punti percentuali.

Riguardo al valore aggiunto, il comparto dell’agricoltura risulta stazionario, l’industria diminuisce dello 0,7% mentre i servizi crescono dello 0,2%.

Il commento

La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la crescita nulla dell’economia italiana nel terzo trimestre del 2024 rilasciata in via preliminare a fine ottobre. Si conferma altresì una crescita tendenziale dello 0,4%, mentre in termini acquisiti la crescita si attesta allo 0,5% nel 2024, in lieve rialzo rispetto allo 0,4% della stima preliminare.

La crescita nulla del Pil sottende andamenti contrastanti delle principali componenti della domanda. Sul piano interno, i consumi delle famiglie forniscono un contributo positivo di 0,8 punti percentuali e gli investimenti uno negativo di 0,3 punti. Nullo il contributo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche e +0,2 quello della variazione delle scorte. Sul piano della domanda estera il contributo è negativo per 0,7 punti percentuali. Riguardo al valore aggiunto, risulta in calo dello 0,7% l’industria, stabile l’agricoltura e in crescita dello 0,2% i servizi. Per l’input e il costo del lavoro, sono in crescita dello 0,2% le ore lavorate, dello 0,5% le posizioni lavorative e dello 0,9% i redditi pro-capite.

Scarica il testo integrale e la nota metodologica

Fonte: ISTAT