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In Gazzetta Ufficiale la Legge di conversione del Decreto Milleproroghe: le novità in tema di lavoro

In Gazzetta Ufficiale la Legge di conversione del Decreto Milleproroghe: le novità in tema di lavoro

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 26 febbraio 2021, n. 21 di conversione del c.d. Decreto Milleproroghe, recante la “Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea. Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità Il Forteto”.

In sede di conversione, sono prorogati i termini previsti dalle disposizioni legislative specificatamente individuate all’art. 19 del Decreto Milleproroghe – e, quindi, all’Allegato 1 al Decreto stesso – fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e, comunque, non oltre il 30 aprile 2021.

Tra questi si segnala, in particolare, la proroga al 30 aprile 2021 dell’utilizzo della procedura semplificata di smartworking di cui all’art. 90, commi 3 e 4, del D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni in L. 17 luglio 2020, n. 77.

Inoltre, la Legge differisce al 31 marzo 2021 i termini di decadenza per l’invio delle domande di accesso ai trattamenti di integrazione salariale collegati all’emergenza epidemiologica da COVID-19 così come i termini di trasmissione dei dati necessari per il pagamento o per il saldo.

Previsioni anche in materia societaria: le procedure semplificate di svolgimento delle assemblee di società ed enti introdotte dal Decreto Cura Italia (art. 106 del D.L. n. 18/2020) sono estese al 31 luglio 2021; l’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020 può essere convocata entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio.

Da ultimo, si evidenzia la proroga al 30 aprile 2021 anche delle disposizioni del Decreto Cura Italia (art. 73 del D.L. n. 18/2020) sulle semplificazioni in materia di organi collegiali e, nello specifico, delle norme relative allo svolgimento in videoconferenza delle sedute, tra altri organi contemplati, di associazioni private anche non riconosciute, di fondazioni e delle società, ivi incluse le cooperative e i consorzi.

Per maggiori dettagli, consulta la Legge e il Testo del decreto coordinato con la legge di conversione

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Il vaccino anti-covid 19 ed i riflessi sul rapporto di lavoro

Il vaccino anti-covid 19 ed i riflessi sul rapporto di lavoro

Il datore di lavoro può imporre l’obbligo del vaccino anti-covid19 al lavoratore?

Su questo quesito pubblichiamo il contributo dello studio legale Capello.

Istat: nel IV trimestre 2020 migliora la stima del Pil italiano

Istat: nel IV trimestre 2020 migliora la stima del Pil italiano, on line i conti economici trimestrali da -2% a -1.9%

La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la contrazione dell’economia italiana nel quarto trimestre del 2020 per effetto delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria, con flessioni dell’1,9% in termini congiunturali e del 6,6% in termini tendenziali.

Nella stima preliminare il calo congiunturale era pari a -2%. A trascinare la caduta del Pil è stata sia la domanda interna (incluse le scorte), sia quella estera che hanno fornito entrambe un contributo negativo di 1 punto percentuale. Sul piano interno, è stato fortemente negativo l’apporto dei consumi privati, -1,6 punti, nullo quello degli investimenti e lievemente positivo, per 0,3 punti sia quello della spesa della PA, sia quello delle scorte.

Sul piano estero l’ampio contributo negativo è derivato da una crescita delle importazioni ben maggiore di quella delle esportazioni.


Le ore lavorate sono diminuite dell’1,5%, mentre in lieve risalita sono risultate sia le posizioni lavorative, +0,3%, sia i redditi pro capite, +0,1%.

Fonte: Istat

Covid: Garante privacy, no a “pass vaccinali” per accedere a locali o fruire di servizi senza una legge nazionale

Covid: Garante privacy, no a “pass vaccinali” per accedere a locali o fruire di servizi senza una legge nazionale

Con l’arrivo dei vaccini anti-Covid-19 si discute dell’opportunità di iniziare a implementare soluzioni, anche digitali (es. app), per rispondere all’esigenza di rendere l’informazione sull’essersi o meno vaccinati come condizione per l’accesso a determinati locali o per la fruizione di taluni servizi (es. aeroporti, hotel, stazioni, palestre ecc.).

A tale proposito, nel caso si intenda far ricorso alle predette soluzioni, il Garante per la privacy richiama l’attenzione dei decisori pubblici e degli operatori privati italiani sull’obbligo di rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.

I dati relativi allo stato vaccinale, infatti, sono dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali.

Il Garante ritiene, pertanto, che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale, conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali (in particolare, quelli di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati), in modo da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza.

In assenza di tale eventuale base giuridica normativa – sulla cui compatibilità con i principi stabiliti dal Regolamento Ue il Garante si riserva di pronunciarsi – l’utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo.

La questione sarà oggetto di una prossima segnalazione al Parlamento.

Fonte: GPDP