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Istat: Nota sull’andamento dell’economia italiana

Istat: Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana (gennaio 2021)

Le prospettive economiche internazionali sono in graduale miglioramento. Nel quarto trimestre, il Pil cinese e quello degli Stati Uniti hanno entrambi segnato un aumento rispetto ai tre mesi precedenti.


Nello stesso periodo, il Pil dell’area euro è diminuito, sintetizzando andamenti eterogenei tra paesi, con flessioni dell’attività sia in Francia sia in Italia e incrementi in Germania e Spagna.

A dicembre, è proseguita la fase di debolezza della produzione industriale italiana evidenziata anche dalla riduzione dell’indice di diffusione tra i settori. Indicazioni complessivamente positive si registrano per gli ordinativi esteri e le esportazioni.

Il mercato del lavoro, a dicembre, ha mostrato decisi segnali negativi, con un calo congiunturale dell’occupazione e un aumento della disoccupazione e dell’inattività, interrompendo il processo di recupero dei mesi precedenti. In diminuzione le ore pro capite effettivamente lavorate nella settimana.

L’attenuazione della dinamica deflativa della componente energetica e la moderata crescita dell’inflazione nei servizi, a gennaio, hanno riportato su valori positivi la variazione annua dei prezzi al consumo.

A gennaio, gli indici di fiducia hanno segnato una sostanziale stabilizzazione delle aspettative: al lieve calo della fiducia dei consumatori si è accompagnato un moderato aumento di quella delle imprese.

Fonte: ISTAT

Piano vaccini anti Covid-19, aggiornamento delle categorie target prioritarie e delle fasi della campagna vaccinale

Piano vaccini anti Covid-19, aggiornamento delle categorie target prioritarie e delle fasi della campagna vaccinale

Il ministero della Salute in collaborazione con la struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID, AIFA, ISS e AGENAS ha elaborato il documento Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19  che aggiorna le categorie a cui offrire la vaccinazione e l’ordine di priorità per l’attuazione della seconda fase del Piano strategico dell’Italia per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, adottato con DM del 2 Gennaio 2021, in base all’evoluzione delle conoscenze e alle informazioni sui vaccini disponibili.

Il documento ha ricevuto parere positivo da parte del Consiglio Superiore di Sanità ed è stato oggetto di un confronto con il Presidente e alcuni componenti del Comitato Nazionale di Bioetica. 

Il gruppo di lavoro permanente su SARS-CoV-2 del Consiglio Superiore di Sanità ha ritenuto largamente condivisibile l’impostazione adottata nel documento, che appare ispirata a principi di equità, protezione, promozione della salute e del benessere, concordando che i vaccini a cui, sulla scorta delle informazioni attualmente disponibili, si attribuiscono maggiori capacità protettive da malattia (vaccini che impiegano la tipologia dell’RNA messaggero) vengano riservati alle categorie di soggetti connotate da maggior rischio di letalità correlata al COVID-19.

Il gruppo di lavoro ha considerato inoltre altrettanto ragionevole che il vaccino di AstraZeneca sia offerto preferenzialmente a soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide.

Consulta

Fonte: Ministero della Salute

Covid 19: Aggiornamento del Piano vaccinale nazionale

Covid 19: Aggiornamento del Piano vaccinale nazionale

Il documento curato da Ministero della Salute, Commissario per l’Emergenza, Aifa, Iss e Agenas, fissa l’ordine di priorità delle categorie di cittadini da vaccinare dopo quelle della fase 1 (operatori sanitari e sociosanitari, personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani, anziani over 80 anni).

Si legge dal documento che le categorie di cittadini saranno così suddivise (dopo il personale sanitario, RSA e over 80)

Categoria 1. Le persone estremamente vulnerabili, intese condizioni che per danno d’organo pre-esistente, o che compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2 particolarmente elevate di sviluppare forme gravi o letali di dai 16 anni di età;
 
Categoria 2: Le persone di età compresa tra 75 e 79 anni;
 
Categoria 3: Le persone di età compresa tra i 70 e i 74 anni;
 
Categoria 4: Le persone con aumentato rischio clinico se infettate da SARS-CoV-2 a partire dai 16 anni di età fino ai 69 anni di età
 
Categoria 5: Le persone di età compresa tra i 55 e i 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico;
 
Categoria 6: Le persone di età compresa tra i 18 e 54 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico. Priorità di somministrazione potrà essere considerata, per il personale scolastico e universitario docente e non docente, per le Forze armate e di Polizie, per i setting a rischio quali penitenziari e luoghi di comunità e per il personale di altri servizi essenziali e a seguire il resto della popolazione.
 
Per le categorie dalla 1 alla 5 saranno offerti i vaccini a RNA mentre il vaccino di AstraZeneca alla categoria sarà riservato alla categoria 6.

Il documento è stato oggi discusso in Conferenza Stato Regioni.

Fonte: Quotidiano della Sanità
 

Maria Cristina Urbano: Subito un confronto tra il comparto di vigilanza privata e il nuovo esecutivo

Huffington Post – Maria Cristina Urbano: Subito un confronto tra il comparto di vigilanza privata e il nuovo esecutivo

Nelle prossime ore il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi scioglierà la riserva sulla possibilità di dar vita ad nuovo esecutivo, il terzo dell’attuale legislatura, a valle della verifica dell’esistenza o meno di una nuova maggioranza parlamentare disposta a sostenerlo.

Come ho recentemente evidenziato su queste stesse pagine, il comparto che rappresento, quello degli istituti di vigilanza privata, non ha la presunzione di fornire indicazioni circa l’opportunità di una soluzione politica piuttosto che tecnica ad una crisi ormai aperta da troppo tempo. Trovo tuttavia che sia semplice buonsenso auspicarne la chiusura in tempi brevi.

Le alternative, allo stato dei fatti, non sembrano essere molte e probabilmente l’aspetto più spinoso della questione risulta essere il grado di rappresentanza politica e di presenza tecnica, il cui delicato equilibrio dovrà caratterizzare il governo che si andrà auspicabilmente a costituire.

D’altronde non si può non evidenziare come lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, tra gli indicatori economici quello che dal crollo di Lehman Brothers nel 2008 a oggi ha occupato un posto centrale nelle preoccupazioni delle istituzioni, della politica e della società nel suo complesso, abbia già inviato un messaggio inequivocabile alla politica italiana, promuovendo di fatto la soluzione suggerita dal presidente Mattarella.

Come potrebbero reagire i mercati e le istituzioni finanziarie internazionali ad una soluzione diversa, o al fallimento tout court del tentativo, può essere solo oggetto di speculazioni più o meno fondate, ma il rischio di inaugurare una nuova stagione di instabilità, che inneschi un effetto ridondante sommandosi alla contestuale crisi mondiale dovuta alla pandemia in corso, deve indurre tutti gli attori in gioco a ponderare con la massima serietà e lungimiranza le proprie scelte in merito.

Il mondo della vigilanza privata non è ancora in grado di quantificare le effettive ricadute negative sul comparto a seguito della crisi sanitaria ed economica da Covid-19: crollo nei consumi, conseguente flessione della produzione, chiusura prolungata delle attività commerciali, tutto ciò imporrà un dazio pesante all’economia del Paese. Ciò significherà diffusa insolvenza e minore necessità di vigilanza privata, la cui entità, se dovrà essere misurata, lo sarà soltanto con un ritardo di parecchi mesi rispetto il deflagrare della crisi. Non si tratta di pessimismo, né tantomeno di allarmismo, ma una tempestiva ed efficace lettura della realtà che potrà aiutare a mitigarne gli aspetti più critici, e ciò non sarà possibile o sarà molto più difficile se l’instabilità politica dovesse protrarsi oltre.

Il presidente Mattarella, nella conferenza stampa della scorsa settimana, ha tracciato i solchi nei quali dovrà muoversi l’auspicato governo Draghi: la redazione del PNRR, da condividere con l’Europa entro il 30 aprile, e la gestione della campagna vaccinale partita da poco più di un mese.

La vigilanza privata, e le aziende associate Assiv in particolare, si è caratterizzata negli ultimi anni per un crescente utilizzo delle tecnologie, che hanno efficacemente affiancato le risorse umane, senza sostituirle, in un comparto da sempre labour intensive.

Nel corso dell’anno appena trascorso, le guardie giurate hanno infatti garantito con abnegazione e professionalità lo svolgimento di servizi essenziali, sempre in prima linea anche nelle aree del Paese dove maggiore era il rischio di contagio. Non appare pertanto pretestuoso chiedere che agli operatori della sicurezza privata venga garantito l’accesso prioritario al vaccino, al pari di altri comparti essenziali quali il personale sanitario, le forze dell’ordine e gli insegnanti. Abbiamo bisogno di poterci confrontare sulla materia con un esecutivo forte, capace di compiere scelte e darvi attuazione.

Notiamo poi che nella proposta di PNRR sottoposta al vaglio del Parlamento non sono contemplate misure capaci di implementare politiche integrate per la sicurezza, costruite sull’imprescindibile partnership tra pubblico e privato. Eppure la sicurezza, al pari di un efficiente sistema giudiziario e di una avveduta politica fiscale, rappresenta il sostrato sul quale è possibile far germogliare la ripresa economica. Anche su questo, la vigilanza privata attende di poter avviare un confronto con il nuovo esecutivo.

Se è vero che la gatta frettolosa partorisce il gattino cieco, è pur vero che l’ottimo è nemico del bene.

Maria Cristina Urbano – Presidente ASSIV

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