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Maria Cristina Urbano: una nuova vittoria

Huffington Post, Maria Cristina Urbano: una nuova vittoria

Nel corso dell’iter di approvazione della legge n. 159 del 27 novembre 2020, entrata in vigore il 4 dicembre u.s., che ha convertito il decreto-legge n.125 del 7 ottobre 2020, il Parlamento ha introdotto importanti modifiche all’art. 103: da un lato si è prorogata la validità di “tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati […] per i novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza”; dall’altro, con l’inserimento del comma 2-sexies, si è proceduto a sanare la criticità rappresentata dai certificati che erano scaduti dopo il 31 luglio (iniziale data dalla quale, con la precedente impostazione, venivano fatti partire i 90 giorni di proroga), per i quali si presentava un quadro di incertezza di complessa soluzione.

Qual è l’impatto che tutto ciò ha sul nostro comparto? In buona sostanza, la norma ha consentito di sanare la situazione per i titoli di polizia scaduti e non rinnovati alla data del 4 dicembre 2020. Inoltre, la citata norma dispone che tutti i titoli scaduti, e in scadenza fra le date del 31 gennaio 2020 e la data di dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza, per ora fissata al 31 gennaio 2021, ma ovviamente suscettibile di proroghe a seconda dell’andamento pandemico, conservano la loro validità per i novanta giorni successivi a tale data. Tali proroghe non si applicano ai documenti unici di regolarità contributiva (DURC), che continuano a essere assoggettati alla disciplina ordinaria.

ASSIV riscontra con soddisfazione la decisione assunta dal Parlamento, peraltro da noi richiesta a gran voce, quale indifferibile contributo di chiarezza, in una situazione caratterizzata da ben altre difficoltà.

È evidente che, data la rilevanza delle modifiche introdotte, il ministero dell’Interno dovrà diramare a breve una nota esplicativa. Per il momento, tuttavia, ci godiamo i nostri “15 minuti di celebrità”, tanto cari ad Andy Warhol, e rivendichiamo il merito di aver fatto comprendere al legislatore la necessità di dare soluzione a una questione che rischiava di diventare un ulteriore macigno sulle spalle del settore della sicurezza privata.

Segui il blog del nostro Presidente: https://www.huffingtonpost.it/entry/una-nuova-vittoria_it_5fdc683ec5b6102009894bdb?ncid=other_homepage_tiwdkz83gze&utm_campaign=mw_entry_recirc

La demografia d’impresa ai tempi del Covid-19: un approfondimento sui cambi di codice dell’attività

Banca d’Italia. La demografia d’impresa ai tempi del Covid-19: un approfondimento sui cambi di codice dell’attività

È online sul sito della Banca d’Italia la nota “La demografia d’impresa ai tempi del Covid-19: un approfondimento sui cambi di codice dell’attività”, curata da un ricercatore della Banca d’Italia, Alessandro Mistretta.

In questa nota si analizzano le dinamiche demografiche d’impresa in Italia nei primi mesi del 2020, segnati dall’emergenza sanitaria del COVID-19, e si approfondisce il fenomeno del cambio di codice di attività economica nell’ambito della classificazione Ateco da parte delle imprese italiane.

Tale variazione anagrafica assume un significato particolare alla luce del fatto che le sospensioni delle attività economiche disposte dai provvedimenti normativi succedutisi a partire da marzo 2020 sono state definite sulla base del codice Ateco di appartenenza. L’analisi mostra un aumento significativo delle comunicazioni relative al cambio di codice di attività in concomitanza con le misure governative, soprattutto nel settore manifatturiero e nelle regioni del nord.

La fattispecie di variazione che ha subito il maggiore incremento è quella da attività definite come ‘non essenziali’ verso quelle ritenute ‘essenziali’.

Fonte: Banca d’Italia

Banca d’Italia: Economia, innovazione, conoscenza

Banca d’Italia: Economia, innovazione, conoscenza

Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, ha tenuto la Lectio magistralis “Economia, innovazione, conoscenza“, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2020-2021 del Gran Sasso Science Institute.

Fonte: Banca d’Italia

Istat: l’innovazione nelle imprese

Istat: l’innovazione nelle imprese

Il 55,7% delle imprese ha svolto attività innovative nel triennio 2016-2018

Il 49,7% delle imprese ha introdotto con successo nel mercato un’innovazione di prodotto oppure un’innovazione di processo all’interno dell’azienda.

L’industria in senso stretto si conferma il settore con il 58,7% di imprese innovatrici. Seguono i servizi con il 46,0% e le costruzioni con il 29,3%.

Hanno investito in nuovi prodotti o processi il 76,3% delle grandi imprese, il 64,1% delle medie e il 47,3% delle piccole.

Rispetto al triennio precedente, in forte aumento la propensione innovativa delle piccole e medie imprese.

Fonte: Istat