Urbano ASSIV, L’allarme delle guardie giurate “Nessuna svolta al Viminale”

Maria Cristina Urbano, presidente ASSIV, chiede un cambio di passo per il settore

Lettera al direttore de Il Tempo

Caro direttore,

con il giuramento dei sottosegretari il governo Draghi è ora finalmente nel pieno delle sue funzioni. Al ministero che interessa maggiormente il comparto che rappresento, il Viminale, ha prevalso la logica di una certa continuità. Agli Interni è approdato un mix di sottosegretari già presenti nei due precedenti governi: Nicola Molteni (Conte I) e Carlo Sibilia (Conte II); nonché un esponente del Conte II, Ivan Scalfarotto, che ha tuttavia maturato esperienze governative in un altro dicastero.

Lo stesso ministro Lamorgese è in totale continuità con il precedente governo. Nulla da eccepire sui nomi, senz’altro di spessore e di esperienza, tuttavia non posso fare a meno di palesare una certa preoccupazione rispetto quanto sinora avvenuto nell’ufficio preposto alle attività di indirizzo e controllo sulla vigilanza privata, caratterizzatosi per una oggettiva indisponenza e una assoluta contrarietà a proseguire sulla strada del confronto costruttivo tra PA controllante e IVP controllati.


Ecco, non vorrei che la continuità di azione a livello politico si traducesse nel perseguimento della stessa fallace azione amministrativa da parte dei burocrati ministeriali. Non è più il momento di pratiche autoreferenziali e di procedure opache. Il comparto soffre di problematiche che devono essere affrontate con urgenza, porto alcuni esempi: le norme ci impongo onerose coperture assicurative per i danni da responsabilità contrattuale. Ebbene, a causa di una concomitanza di fattori, soprattutto legati ai rischi pandemici, le grandi compagnie assicurative e riassicurative internazionali hanno aumentato quest’anno del 40, 50% i premi, quando non si sono proprio rifiutate di stipulare le polizze.

E ancora: enti pubblici o di rilevanza pubblica continuano a bandire gare di portierato in luogo di servizi di vigilanza anche in ambiti che leggi speciali riservano alla Guardie Giurate, con questo facendo danno in primo luogo alla sicurezza pubblica.

L’azione di ASSIV si è sempre caratterizzata come collaborativa e propositiva, mai sopra le righe, rispettosa dei ruoli, spesso di mediazione tra istanze diverse. Non è nel nostro stile alzare la voce. Tutto però ha un limite e il cambio di passo nell’ufficio preposto a dialogare con il nostro comparto è necessario, anzi doveroso.

Parliamo pur sempre di un comparto che assolve servizi di assoluta preminenza per il Paese, che rappresenta oltre 50.000 guardie giurate, decine di migliaia di addetti ai servizi fiduciari, con un fatturato che, escluso l’indotto, è di oltre 2 miliardi di euro. Non dovrebbe essere interesse del Ministero creare le migliori condizioni operative per la sicurezza privata?

Maria Cristina Urbano