S News: Security Manager e Trasporto Valori. Il caso Mondialpol

a cura di Francesco Mies

La figura del professionista della security aziendale, cosiddetto Security Manager certificato UNI 10459, è entrata a far parte degli Istituti di Vigilanza  oramai da un decennio, ovvero conseguentemente all’entrata in vigore del DM 269/2010, che rese obbligatoria la certificazione di conformità alla norma UNI 10891/2000 (e successivi aggiornamenti). Prima di allora, sebbene i retaggi storici della funzione specifica risalgano agli anni Settanta, la presenza di un professionista della Security non era percepita come essenziale all’interno delle Società del settore.

L’ingresso della figura del Security Manager nell’ambito delle Società di Vigilanza Privata venne quindi vissuta, quantomeno inizialmente, come esigenza di rispondere ad una precisa prescrizione di legge. Ben presto però molte Società compresero che i costi formativi e di mantenimento della certificazione professionale potevano trasformarsi concretamente in investimenti, sfruttando pienamente il bagaglio di competenze che questi professionisti potevano offrire in termini di incremento della competitività aziendale, grazie alla conseguente migliore capacità di comprendere e fronteggiare i numerosi rischi che il nostro settore ci costringe quotidianamente ad affrontare.

Giova a tal proposito ricordare la definizione “scolastica” di Security, così come declinata dalla norma UNI 10459: “Attività volta a prevenire, fronteggiare e superare gli eventi che possono verificarsi a seguito di azioni in prevalenza illecite e che espongono le persone e i beni (materiali e immateriali) dell’Organizzazione a potenziali effetti lesivi e/o dannosi”.

Interpretando questa definizione, il “buon” security manager, attingendo alle proprie conoscenze abilità e competenze, deve essere in grado sostanzialmente di tutelare il patrimonio dell’azienda, inteso nella sua definizione più ampia ovvero comprendente le risorse materiali, immateriali e umane, favorendo in tal modo il mantenimento di un’adeguata capacità concorrenziale nel breve, nel medio e nel lungo termine.

La premessa fin qui esposta, illustra in breve le motivazioni che hanno condotto il Gruppo Mondialpol a dotarsi non solo di un unico professionista che rispondesse all’esigenza di compliance normativa, ma di ben, ad oggi, 33 collaboratori a cui è stata erogata la formazione necessaria ad affrontare l’esame di certificazione, e che tutti gli anni partecipano ai corsi di aggiornamento professionale previsti dai requisiti di mantenimento della certificazione UNI 10459. Comprenderete quindi che si tratta di un significativo impegno di risorse economiche e lavorative, che rispondono tuttavia ad una esigenza ben specifica: la specializzazione. Infatti, per poter efficacemente esercitare le sue funzioni, il Security Manager deve innanzitutto possedere una profonda conoscenza del business nel quale opera considerando che, la moderna visione del concetto di security, abbraccia un contesto molto ampio di argomenti che va dalla sicurezza fisica delle infrastrutture a quella relativa alle Risorse Umane, passando per la Business Continuity e la gestione delle crisi, solo per citarne alcuni. Il testo della norma UNI 10459 elenca i “compiti e le attività specifiche del professionista della security”, facendo ben comprendere al lettore la molteplicità di competenze necessarie per rivestire un ruolo che opera nell’organizzazione in maniera assolutamente trasversale, fornendo inoltre supporto al proprio interno, grazie alla conoscenza di norme e processi ed alla sua capacità di interpretarli, e curando soventemente anche la comunicazione verso Istituzioni e Autorità di Vigilanza.

Giova peraltro ricordare che il settore della Vigilanza Privata è stato oggetto, quantomeno nell’ultimo decennio, di profondi cambiamenti sia in termini di adeguamento normativo che di scenari competitivi, fattori che in concreto ne hanno significativamente aumentato la complessità.
In un contesto caratterizzato da tali peculiarità, il Security Manager di un Istituto di Vigilanza che opera in ambito ultra provinciale, su più classi funzionali ed in realtà di livello dimensionale maggiore, non può che riscontrare grandi difficoltà ad interpretare pienamente il proprio ruolo e ad offrire un reale vantaggio alla propria azienda. Con il consueto pragmatismo che lo contraddistingue, il Gruppo Mondialpol ha da tempo adottato la soluzione di specializzare i propri Security Managers per linea di business e per area di competenza, rendendo i professionisti maggiormente efficaci, proprio grazie all’ottimo livello di conoscenza dello scenario in cui operano quotidianamente.

Ciò premesso mi sembra particolarmente interessante osservare quanto avviene in ambito trasporto, custodia e gestione dei valori, con particolare riferimento al denaro contante, attività genericamente definita “TRASPORTO VALORI”, che per sua stessa natura è, a mio modo di vedere, uno degli scenari più complessi fra quelli caratterizzanti il settore della Vigilanza Privata. A tal proposito infatti giova ricordare che, alla congenita esposizione al rischio tipica dell’attività di trasporto valori, la recente iscrizione all’elenco degli operatori non finanziari gestori del contante, istituito dalla Banca d’Italia, al quale le società del gruppo Mondialpol sono iscritte, ha introdotto molteplici nuovi elementi che impattano nelle valutazioni del rischio specifico, punto di partenza dell’attività del Security Manager, rendendole conseguentemente maggiormente complesse. Tuttavia, attenendoci allo scopo che ci siamo prefissati, ovvero quello di comprendere i potenziali vantaggi competitivi che questi professionisti possono offrire all’azienda mediante la loro attività, possiamo concentrarci su tre ambiti valutativi che bene illustrano il concetto.

Il più ovvio, ma anche cruciale, è quello riguardante le INFRASTRUTTURE DESTINATE ALLA GESTIONE DEI VALORI. un’accurata analisi del rischio globale, attraverso l’esame degli scenari operativi permetterà l’individuazione ed attuazione delle giuste strategie di controllo dello stesso, traducendosi in primis in molteplici vantaggi per i clienti, proprietari in definitiva dei valori gestiti, a cui sarà possibile offrire un migliore livello di sicurezza. Inoltre, ragionando in ottica costi, gestire efficacemente i rischi, valutati compiutamente, consente una razionalizzazione degli oneri assicurativi. Il medesimo approccio deve essere riservato anche all’attività esterna e quindi ai mezzi ed agli operatori, che concretamente consegnano o prelevano i valori presso i clienti. In entrambi i casi, le valutazioni fatte, hanno condotto la società a scegliere elementi di mitigazione le cui componenti innovative e tecnologiche si sono tradotte in ottimizzazioni operative ed infrastrutturali, che hanno apportato benefici già nel breve termine. Su questi presupposti Mondialpol ha, ad esempio, recentemente avviato un progetto di rinnovo e rilancio dei veicoli blindati adibiti al trasporto valori adottando, primi in Italia, un nuovo modello di furgone blindato caratterizzato da un incrementato livello di sicurezza per il personale e per i valori trasportati, grazie alle migliori caratteristiche di robustezza ed all’elevato livello di elettronica posta a protezione e gestione del mezzo. Parimenti l’incremento dell’uso dei sistemi HDS in dotazione agli equipaggi adibiti al trasporto valori, deriva da una attenta ed approfondita valutazione degli scenari operativi, che oltre ad un miglioramento della sicurezza degli operatori, si è concretizzato in un saving di costi, grazie al conseguente miglioramento dell’efficienza del processo operativo. Da non dimenticare inoltre l’azione di consulenza erogata a favore del cliente il quale, talvolta, richiede pareri tecnici in merito alle scelte infrastrutturali a tutela della gestione dei propri valori. In tale contesto, ad esempio, si inquadra l’attività che i Security Managers del Gruppo svolgono presso i punti vendita di numerosi clienti che scelgono di installare, presso i propri siti, le cosiddette “casseforti intelligenti”, deputate alla custodia del denaro contante: il Security Manager, prima dell’installazione effettua dei sopralluoghi volti proprio a valutare e definire, assieme al cliente stesso, le migliori soluzioni di installazione e di protezione del sito, e dell’apparecchiatura, grazie ad una approfondita ed attenta valutazione dei rischi specifici.

Un secondo ambito valutativo riguarda la GESTIONE DEI RISCHI DI COMPLIANCE. Abbiamo già accennato all’aumento di complessità normativa che le aziende del settore devono affrontare in ambito gestione del contante. Il nuovo concetto di governance aziendale derivante dall’iscrizione all’elenco degli operatori non finanziari gestori del contante, e lo status di “soggetto obbligato” in ambito D. Lgs 231/07 impongono al Security Manager moderno una visione più ampia e maggiori competenze di natura giuridica, che consentano di valutare complessivamente l’assetto adottato dalla Società, per divenire concretamente il consulente a cui tutte le varie funzioni aziendali coinvolte, dagli uffici commerciali a quelli operativi, possono ricorrere per trovare nel professionista un concreto supporto nell’affrontare tematiche di tale complessità. La fase di audit interno a garanzia dell’efficienza dei presidi Antiriciclaggio, realizzata tramite una corretta individuazione dei rischi, e la ponderazione dei fatti anomali che si verificano nel corso dell’operatività, sono alcuni degli elementi essenziali per la tutela della conformità dell’Azienda garantendo in tal modo la sua affidabilità ed onorabilità.

Per concludere merita senz’altro menzione l’ATTIVITÀ DI CONTAZIONE DEI VALORI in cui, oltre alle già sopracitate peculiarità valutative, il contributo del Security Manager deve concentrarsi, anche nella realizzazione del sistema dei controlli interni che deve essere, come previsto dalle norme, articolato su più livelli di competenze. È proprio il Risk Assessment infatti a guidare l’azienda, nella definizione di quali debbano essere sostanzialmente i presidi a garanzia della sicurezza del ricircolo del contante. La definizione della natura dei controlli, del personale incaricato, della frequenza e delle modalità di esecuzione deve condurre alla realizzazione di un complesso sistema che abbia come prima caratteristica l’efficacia, ovvero che riesca a prevenire intercettare ed eventualmente contenere eventi anomali che possano costituire un rischio per il ricircolo del contante, garantendo nel contempo la capacità di analisi e di autovalutazione necessaria per realizzare un costante miglioramento dei processi. Contemporaneamente tuttavia, tali controlli devono essere proporzionali al rischio, ovvero non devono condizionare smisuratamente la produttività dei centri di contazione, distogliendo eccessivamente risorse produttive. Al giusto bilanciamento quindi fra efficienza ed efficacia del sistema di controlli interni, collabora il Security Manager, mediante la sua capacità di comprendere e valutare i rischi, grazie alla conoscenza specifica delle procedure e dei processi che caratterizzano l’attività operativa.

a cura di Francesco Mies,
Responsabile Audit Interno, Vedetta 2 Mondialpol S.p.A.

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