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Certificazione parità di genere per le imprese di sicurezza. Il Talk a Sicurezza 2023

Certificazione parità di genere per le imprese di sicurezza. Il Talk a Sicurezza 2023

di Monica Bertolo – 16 Gennaio 2024

ASSIV Certificazione Parità di Genere Sicurezza

Dai risvolti estremamente concreti i contenuti scaturiti nel corso del talk show “La certificazione della parità di genere, un’opportunità anche per le imprese di sicurezza”, organizzato da ASSIV in collaborazione con ICMQ ed S News, tenutosi sul set televisivo della testata giornalistica  a fiera Sicurezza.

In una società evoluta non si dovrebbe nemmeno porre la questione della parità di genere, ma se ci si ritrova a parlarne in modo approfondito e strutturato, significa che indubbiamente c’è ancora molta strada da fare.

Oggi la certificazione della parità di genere rappresenta un’opportunità strategica, anche per le imprese di sicurezza in profonda trasformazione.

Nel corso dell’incontro sono stati esplorati i benefici concreti che l’adozione di politiche di parità di genere può portare alle aziende di sicurezza.

Al talk sono intervenuti:

  • Maria Cristina Urbano, Presidente ASSIV,
  • Giulia Mazzeo, Responsabile Sviluppo Certificazione del Personale e Formazione ICMQ Spa, Società Benefit,
  • Cristina Pedretti, Formatrice, Coach e Consulente specializzata in Empowerment femminile e Sviluppo organizzativo, CP Consulting,
  • Corrado Calossi, Responsabile Sistema di Gestione Integrato, Corpo Vigili Giurati SpA,
  • Eva Nuti, Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), Corpo Vigili Giurati SpA,

coordinati dalla sottoscritta, Direttore S News.

Il talk si è aperto con la presentazione della cornice generale nella quale si inserisce questo specifico approccio della certificazione della parità di genere, sviluppata dalla Presidente ASSIV, che ha portato dovizia di dati e che ha chiaramente fatto emergere l’interessante paradosso di come una norma tecnica UNI, in questo caso, sia di supporto ad un cambiamento culturale e non ad uno tecnico o di business.

È stata quindi la volta di Mazzeo, che bene ha illustrato perché la certificazione per la parità di genere rappresenti un’opportunità per le imprese, partendo dalla cornice normativa generale e proseguendo l’excursus fino alla UNI PDR 125. Chiari i vantaggi della UNI PDR per le aziende, “che – come Mazzeo sottolinea – oltre ad acquisire valore e benessere, possono beneficiare di premialità sotto forma di meccanismi di incentivazione. Tra questi i più significativi sono:

  • sgravi contributivi,
  • punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato,  
  • riduzione della garanzia fideiussoria per la partecipazione a gare pubbliche, 
  • miglior posizionamento in graduatoria nei bandi di gara e positivo riflesso reputazionale,
  • maggior punteggio da attribuire alle imprese in possesso della certificazione della parità di genere da parte delle stazioni appaltanti”.

Il cambiamento culturale richiede però una visione prospettica nel lungo periodo e a tal proposito Pedretti, oltre ai vantaggi immediati puntualizzati da Mazzeo, pone l’accento sul fatto che “le aziende che si certificano prendono un impegno al proprio interno ma anche con la collettività esterna. Il tema si collega così alla più generale responsabilità sociale di impresa e ai temi di sostenibilità dell’AGENDA 2030 / SDGs. Ciò che ci si prefigge è un cambio di mentalità, che parte anzitutto dal dover fare corretta informazione e formazione su cosa siano il sessismo, gli stereotipi, e come ciascuno di noi, a prescindere dal ruolo, può riconoscerli e combatterli nella quotidianità”. 

Calossi ha quindi portato la testimonianza di Corpo Vigili Giurati SpA, azienda a predominanza maschile, che però ha “deciso di investire in questo percorso di cambiamento culturale, grazie all’approccio dell’Alta Direzione rispetto alla necessità di adottare un sistema di gestione per la parità di genere”, specifica Calossi. “Inoltre – prosegue – il fatto che la società avesse già molte certificazioni (ISO 9001, 45001, 14001, 27001, 50001, SA8000, oltre a quelle obbligatorie per il settore) oltre alla presenza di un sistema di gestione integrato, ha rappresentato una base di lavoro eccellente per l’implementazione della certificazione della parità di genere, che nel medio periodo ci conferisce un maggior punteggio nelle gare di appalto e ci permette di migliorare il posizionamento dell’azienda in termini di comunicazione esterna su un tema così attuale e importante”.

Nuti, a sua volta, evidenzia gli aspetti fondamentali relativi alla certificazione di genere, che sintetizza in questi punti: .

  • politica dell’organizzazione sulla parità di genere che deve raccontare dell’Organizzazione e di come affronta i temi della parità di genere o della diversità e inclusione;
  • comitato guida, uno degli organi fondamentali;
  • piano strategico per la parità di genere, che definisce le azioni prospettiche dell’azienda sul tema;
  • KPI: non è sufficiente assegnare il punteggio. Gli auditors dell’organismo di certificazione verificano la fonte del dato per capire se l’Organizzazione ha definito criteri fondati, argomentabile e sostenibili;
  • formazione richiesta per tutti i ruoli ed a tutti i livelli su alcune tematiche (unconscious bias, parità di genere, linguaggio inclusivo, etc).
  • monitoraggio dei dati;  
  • internal audit: è il momento in cui l’azienda verifica i propri processi e mette in atto le azioni correttive o migliorative a seguito delle criticità che ha rilevato;
  • riesame della direzione, uno dei momenti topici in cui la direzione riesamina il proprio sistema per la parità di genere e definisce nuovi obiettivi;
  • comunicazione: le aziende pensano subito a divulgare i temi della parità di genere al di fuori dell’Organizzazione, ma occorre considerare in primis la necessità di informazione e di comunicazione all’interno (politiche retributive, welfare aziendale, supporto alla genitorialità e cura…)”

Ulteriori interessanti temi sono scaturiti al secondo giro di domande nel corso del talk, che si è chiuso con un chiaro messaggio, da parte della Presidente di ASSIV al settore della Vigilanza: “L’adozione spontanea per lungimiranza e nell’intento di avere un impatto sociale, oppure l’adozione forzata, spinta dal codice appalti o dai vantaggi premiali o fiscali, in ogni caso convergono verso un impatto positivo per le aziende nell’intraprendere la certificazione della parità di genere”.

Per saperne di più, buona visione!

Leggi l’articolo su S News

Antipirateria: circolare Ministero dell’interno sui corsi di formazione specialistica 2024

Antipirateria: circolare Ministero dell’interno sui corsi di formazione specialistica 2024 per i servizi antipirateria

Segnaliamo la circolare del Ministero dell’Interno del 15 gennaio 2024, a firma del Direttore dell’Ufficio per l’Amministrazione generale del  Dipartimento della pubblica sicurezza, Prefetto Paola Mannella, in merito ai corsi di formazione specialistica per l’abilitazione delle Guardie Particolari Giurate ai servizi di protezione antipirateria.

La circolare rende noto che lo Stato Maggiore della Marina Militare ha programmato, per l’anno 2024, tre ulteriori corsi di formazione specialistica, a cui potranno partecipare per ognuno un massimo di 18 frequentatori, che si terranno a Brindisi, presso il Battaglione Scuole “Caorle” della Brigata Marina San Marco, nei seguenti periodi:

8° corso: 19 marzo – 21 marzo 2024;
9° corso: 18 giugno – 20 giugno 2024;
10° corso: 12 novembre – 14 novembre 2024.

Le istanze di partecipazione, corredate dalla certificazione di idoneità della GPG a svolgere i corsi specialistici antipirateria rilasciata dalle Commissioni Prefettizie di cui all’art. 6, comma 4, del DM 154/2009 conformemente alla normativa in vigore (ex art. 4, comma 1 lett. a), del DM 139/2019, come modificato dal DM 98/2022), dovranno essere inviate, a mezzo pec (agli indirizzi indicati nella circolare), a cura dell’Istituto di Vigilanza con il quale la GPG ha il rapporto di lavoro dipendente.

Gli Istituti di Vigilanza Privata, una volta comunicati i nominativi del personale, riceveranno dal Battaglione Caorle la comunicazione con le modalità di carattere amministrativo (v. anche Circolare del Ministro del 5 Dicembre 2023).

Parità di genere: ecco la piattaforma digitale delle organizzazioni certificate

Parità di genere: ecco la piattaforma digitale delle organizzazioni certificate

La strada per ridurre il gender gap è ancora lunga, ma lo scenario è in rapida evoluzione. Intanto nasce il sistema informativo che raccoglie i dati delle imprese certificate.

La parità di genere è una questione innanzitutto culturale, ma deve tradursi in azioni concrete per farsi strada nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese.
Come? Attraverso la definizione – e la consapevole applicazione – di chiari principi gestionali.

Da quando, nel marzo di due anni fa, è stata pubblicata la UNI/PdR 125 (“Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere che prevede l’adozione di specifici KPI (Key Performances Indicator – Indicatori chiave di prestazione) inerenti alle Politiche di parità di genere nelle organizzazioni”), lo scenario nazionale si è mosso molto rapidamente.
Qualche numero: sono circa 2.800 i siti aziendali che hanno ottenuto la certificazione accreditata per la parità di genere, corrispondenti a 813 organizzazioni pubbliche e private (dati aggiornati ad agosto 2023: fonte ACCREDIA). E sono ben 46 gli organismi di certificazione accreditati per la UNI/PdR 125. Un quadro significativo e quanto mai emblematico degli sforzi che si stanno compiendo in questa direzione, grazie anche a una attenta politica di sostegno e di incentivi pubblici, a partire dalle misure introdotte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per finanziare specifiche iniziative (a partire dai 5,5 milioni di euro per la copertura dei costi di certificazione del sistema di gestione per la parità di genere e 2,5 milioni di euro in servizi gratuiti di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione da parte di esperti).

Tra queste, l’ultima in ordine di tempo riguarda proprio la creazione di un sistema informativo che raccoglie tutti i dati delle imprese certificate sotto accreditamento per la parità di genere e che come tali possono accedere agli incentivi. Una iniziativa che nasce dall’accordo tra Accredia e il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La piattaforma può rivelarsi uno strumento particolarmente utile perché consentirà agli organismi accreditati di inserire i dati delle certificazioni rilasciate per la parità di genere e i singoli KPI (i Key Performance Indicators previsti dalla UNI/PdR 125), avviando così di fatto una mappatura completa e costantemente aggiornata del tessuto imprenditoriale italiano e del suo “indice” di gender equality.

La raccolta e archiviazione sistematica di queste informazioni rappresenta senza dubbio un ulteriore e importante passo nel percorso di promozione e diffusione delle politiche finalizzate a ridurre il divario di genere.
Va infatti ricordato che, in base al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 aprile scorso, solo i certificati di conformità alla UNI/PdR 125:2022 rilasciati sotto accreditamento, che riportano il Marchio UNI e il logo dell’Ente di accreditamento insieme al nome dell’organismo accreditato, consentono alle imprese di accedere ai benefici fiscali previsti dalla legge, proprio perché sono gli unici ufficialmente riconosciuti.

Alle aziende in possesso della certificazione della parità di genere, rilasciata da un organismo accreditato, è riconosciuto un punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato come cofinanziamento degli investimenti sostenuti e sono altresì previste delle premialità connesse alla partecipazione alle gare di appalto, nonché un esonero contributivo, non superiore all’1% dei contributi totali, fino ad un massimo di 50.000 euro.
L’obiettivo è quello di accompagnare e incentivare le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gender gap, secondo quanto stabilito dalla Strategia nazionale che mira al raggiungimento entro il 2026 di 5 punti in più sul Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (EIGE): un indicatore che attualmente vede l’Italia classificarsi al 13mo posto tra i Paesi UE.

La strada è ancora lunga”, dichiara Ruggero Lensi, Direttore generale UNI, “ma il mercato ha finora risposto in maniera molto positiva, lasciando intravedere più che promettenti margini di sviluppo. Senza dubbio”, conclude, “la virtuosa interazione tra norme e leggi e un efficace funzionamento della filiera normazione-accreditamento-certificazione possono portare a risultati di enorme rilievo”.

Fonte: UNI

Centro Studi Confindustria – Presentazione “Real Time Turnover (RTT), un nuovo indicatore per l’economia italiana – 29 gennaio 2024

Presentazione “Real Time Turnover (RTT), un nuovo indicatore per l’economia italiana

29 gennaio 2024

Ore 10:30

L’evento, organizzato dal Centro Studi Confindustria, in collaborazione con TeamSystem per presentare il nuovo indicatore Real Time Turnover (RTT), che fornisce mensilmente la dinamica del volume di attività economica basato sul fatturato delle imprese, si terrà lunedì 29 gennaio 2024 alle ore 10.30, in Confindustria, Viale dell’Astronomia 30.

Il convegno si potrà seguire anche in diretta streaming collegandosi direttamente su www.confindustria.it

L’evento è gratuito.

Per iscriversi è necessario cliccare sul link che trovate di seguito:

Presentazione Real Time Turnover (RTT), un nuovo indicatore per l’economia italiana

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