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Ministero del Lavoro: Incentivi per startup green e digital, firmato il decreto attuativo

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy e il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha firmato il decreto che attua gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica (art. 21 del Decreto Legge Coesione, convertito con modificazioni nella legge 4 luglio 2024 n. 95). Il provvedimento è stato trasmesso al vaglio degli organi di controllo, superato il quale potrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Al suo interno si definiscono i criteri di qualificazione necessari alla richiesta del beneficio da parte dell’impresa che opera nei settori strategici individuati e le modalità di accesso. Più nel dettaglio, per ottenere il beneficio sono rilevanti i valori medi percentuali degli investimenti in tecnologie green e digitali sul totale delle risorse investite dall’impresa, la media della domanda di lavoro e i valori medi di competitività delle imprese per ogni singolo dipendente rispetto a ricavi totali, salario medio, investimento totale e in tecnologie digitali e green.

“Le transizioni nel mondo del lavoro impegnano tutti noi nel rintracciare forme e strumenti innovativi – afferma il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone – e con questo decreto attuativo sosteniamo lo sforzo dei nostri giovani, che investendo sull’impegno personale in settori strategici in ambito green e digitale mettono a disposizione della collettività nuova linfa per disegnare l’Italia del futuro, creando potenziale nuova occupazione“.

Il decreto riconosce 2 tipologie di contributi. Il primo specifico sull’attività imprenditoriale dedicato alle persone disoccupate con meno di 35 anni, che tra il primo luglio 2024 e il 31 dicembre 2025 avviino un’impresa in Italia nei settori individuati come strategici dal decreto attuativo. Per loro è previsto un contributo di 500 euro mensili, liquidati annualmente in forma anticipata dall’Inps, per massimo 3 anni e comunque non oltre la fine del 2028. Il secondo è dedicato alle assunzioni di under 35, con contratti a tempo indeterminato, in queste nuove realtà: fino a 800 euro mensili per ciascun dipendente a titolo di esonero contributivo totale per i contratti siglati tra il primo luglio 2024 e il 31 dicembre 2025, sempre per 3 anni e al massimo fino al 31 dicembre 2028. Restano a carico del datore di lavoro premi e contributi dovuti all’Inail. L’incentivo è riservato alle piccole imprese e non si applica ai rapporti di lavoro domestico e a quelli di apprendistato. L’esonero inoltre non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento ma compatibile, senza riduzioni, con la maxi-deduzione per nuove assunzioni introdotta dalla riforma dell’Irpef (art. 4 del D.Lgs. n. 216/2023) e prorogata fino al 2027. Le domande di ammissione dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica all’Inps che ne verificherà l’ammissibilità e in caso di esito positivo quantificherà gli importi fruibili per ogni anno dal datore di lavoro.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali

Aperta la consultazione pubblica per le “Linee guida sull’IA nel mondo del lavoro”

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha avviato la stesura delle “Linee Guida per l’Implementazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel Mondo del Lavoro”: un documento innovativo pensato per aiutare imprese, lavoratori, enti di formazione e intermediari a sfruttare appieno le potenzialità dell’IA, in modo etico, responsabile e centrato sulla persona che sarà oggetto di dialogo anche con le parti sociali. L’obiettivo è favorire produttività, efficienza, benessere e sicurezza in ogni ambiente di lavoro, nel rispetto della dignità individuale e collettiva.

Per raggiungere un risultato il più completo possibile, il Ministero invita tutte le parti interessate a prendere parte a una consultazione pubblica sulla prima bozza del documento.

Attraverso il Portale ParteciPA chiunque potrà inviare suggerimenti, commenti e indicazioni su aspetti tecnici, normativi o di applicazione pratica. Questo percorso partecipativo valorizza l’esperienza e la prospettiva di tutti gli stakeholder, rendendo il processo di definizione delle Linee Guida un vero e proprio esempio di co-design istituzionale.

Al termine della fase di raccolta delle proposte e delle osservazioni da parte degli stakeholder interessati, fissata per il 21 maggio 2025, il Ministero valuterà con attenzione ogni proposta: i contributi più significativi verranno integrati nel testo, citando e ringraziando esplicitamente gli autori.

Partecipare significa contribuire a costruire un futuro del lavoro in cui l’IA sia una straordinaria leva di sviluppo e anche uno strumento di crescita inclusivo e rispettoso del valore umano.

Per aderire alla consultazione clicca qui

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali

Furto sventato a Corridonia: l’efficacia della vigilanza privata al servizio della sicurezza collettiva

E’ di qualche giorno fa la notizia di un furto sventato a Corridonia, in provincia di Macerata, ad opera degli operatori di vigilanza privata di Axitea. Non possiamo che complimentarci per l’efficacia del sistema di videosorveglianza del nostro associato e per la prontezza d’intervento delle guardie giurate che hanno saputo gestire con professionalità una situazione potenzialmente pericolosa. Episodi come questi dimostrano quanto sia necessaria una sinergia efficace tra le forze dell’ordine e la vigilanza privata. Sistemi di videosorveglianza di ultima generazione, presidio attivo sul territorio e capillarità d’azione devono essere messi a disposizione della collettività. E’ essenziale quindi che questi strumenti trovino spazio all’interno di protocolli d’intesa con le amministrazioni pubbliche, per una sicurezza condivisa e integrata. 

Qui gli articoli di stampa: https://www.corriereadriatico.it/macerata/corridonia_ladri_tentano_furto_agrimeccaniche_ultime_notizie_oggi-8731875.html

Confindustria: Incertezza e dazi deteriorano il quadro anche se scendono i tassi e i prezzi dell’energia

Dalla pagina ufficiale del Centro Studi CONFINDUSTRIA.

Di seguito il link per leggere il comunicato completo.

Più ostacoli che spinte. Il PIL italiano è atteso in crescita modesta nel 1° trimestre 2025: i servizi frenano e l’industria rallenta il calo. Prosegue il taglio dei tassi ma l’ondata di incertezza generata dai continui annunci sui dazi e i dazi stessi frenano scambi e, con l’instabilità dei mercati finanziari, decisioni di spesa e investimento. Unico effetto collaterale positivo: scende il costo dell’energia.

Borse in ribasso. Brusca correzione dei listini azionari negli USA e in Europa, innescata dall’introduzione dei dazi USA, seguita da recuperi parziali negli ultimi giorni di contrattazioni: -6,2% finora questo mese l’indice S&P, -8,8% il FTSE italiano. Dopo il marcato rialzo del 2023-2024, comunque, le quotazioni sono ancora molto alte: negli USA +83% dalla media 2019, in Italia +60%.

Energia meno cara. Il prezzo del gas in Europa (TTF) è sceso a 37 €/mwh in media in aprile, da 50 a febbraio, pur restando ben sopra i 14 del 2019; ribasso analogo per l’elettricità (PUN), a 108 €/mwh in aprile, da 150 a febbraio; e anche il petrolio è meno caro: 70 $/barile, da 75. L’inflazione è attesa scendere in Italia, dopo essere salita a marzo a +2,0% da +0,7% a settembre 2024, a causa del rincaro degli energetici (+3,2% annuo da -8,7%); la core è in discesa (+1,5% da +1,8%).

Tassi giù. La BCE ha tagliato i tassi anche in aprile (al 2,25%, dal picco di 4,00%), contando su un’inflazione (al netto dell’energia) attesa al target; i mercati si aspettano gli ultimi tagli entro il 2025 e poi lo stop nel 2026. Il tasso pagato dalle imprese Italiane è già sceso a 3,99% a febbraio, da 5,59%.

Preoccupano gli investimenti. A marzo si è deteriorato per il secondo mese il clima di fiducia, scendendo sotto la media del 2024. È aumentata l’incertezza di politica economica, che frena le scelte di investimento delle imprese. I giudizi sulle condizioni per investire nel 1° trimestre 2025 peggiorano rispetto a fine 2024, sia nei servizi che nelle costruzioni, mentre restano quasi invariati nell’industria.

Consumi deboli. Nel 4° trimestre 2024 si è avuta una correzione al ribasso del reddito reale delle famiglie (-0,6%), limitando l’espansione annua a +1,2%; è scesa verso valori pre-pandemia la quota di risparmio (8,5% da 9,1%), favorendo i consumi. Indicatori negativi a inizio 2025: a febbraio le vendite al dettaglio sono rimaste ferme (+0,1% gli alimentari); a marzo è caduta la fiducia delle famiglie.

Più lavoro. Prosegue nei primi mesi del 2025 la crescita occupazionale, nonostante il rallentamento dell’attività economica. Su base bimestrale, il numero di occupati è cresciuto dell’1,0%, oltre 230mila unità, rispetto al 4° trimestre 2024. Continua anche il calo della disoccupazione. Mentre il rialzo del numero di inattivi va letto con cautela, perché rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al calo che era evidente da novembre 2024; i dati mensili sono però spesso soggetti a revisioni.

Servizi in frenata. Il turismo ha iniziato bene il 2025: +7,1% annuo a gennaio la spesa dei viaggiatori stranieri. Negativi, però, gli altri indicatori per i servizi: a febbraio, RTT (CSC-TeamSystem) segnala un forte calo del fatturato del settore; a marzo, l’HCOB-PMI indica un’espansione più moderata (52,0 da 53,0); la fiducia delle imprese si è ridotta in ciascuno dei primi tre mesi del 2025.

Industria: con i dazi rischio crisi strutturale. A febbraio la produzione è calata (-0,9%), dopo il rimbalzo a gennaio (+2,5%). La variazione acquisita nel 1° trimestre è positiva (+0,4%) dopo 5 trimestri in calo. RTT indica un calo profondo del fatturato a febbraio, il PMI segnala ancora flessione a marzo (46,6 da 47,4), la fiducia peggiora. I dazi agiranno negativamente principalmente sul manifatturiero.

Eurozona: l’industria inciampa in Spagna. La variazione della produzione nel 1° trimestre, acquisita a febbraio, indica un lieve recupero in Germania (+0,4%), un calo in Francia (-0,2%) e una contrazione in Spagna (-0,6%). Il PMI manifattura, negativo a marzo per tutta l’Eurozona, conferma questa debolezza, con la Spagna scesa poco sotto la soglia di espansione per il secondo mese consecutivo.

Buona la crescita USA prima dell’annuncio dei dazi. A marzo, la produzione industriale è diminuita (-0,3%), sotto le aspettative, ma il 1° trimestre 2025 ha chiuso in netto miglioramento (+1,3%, da -0,3% nel 4° 2024). Anche le vendite al dettaglio sono salite in modo rilevante (+1,4%, da +0,2%), sebbene il forte calo della fiducia dei consumatori faccia presagire una flessione nei prossimi mesi. Migliorata molto la dinamica degli occupati (+228mila unità a marzo, da +117mila).

Cina: effetto frontload. A marzo la manifattura accelera al ritmo più alto degli ultimi quattro mesi, spinta da nuovi ordini, soprattutto esteri. L’export ha segnato un +12% annuo, per anticipare l’entrata in vigore dei dazi. Nei prossimi mesi, quindi, è attesa una frenata della domanda estera, che renderà sfidante l’obiettivo di crescita del PIL “intorno al +5%”. La Cina potrebbe puntare a ottenere una riduzione dei dazi facendo leva su export di beni strategici verso gli USA (terre rare), ora bloccato.

Dazi: forte l’impatto su crescita mondiale e italiana.

Dazi USA in continua evoluzione. Il presidente Trump ha sospeso fino al 9 luglio i dazi “reciproci” imposti a un ampio gruppo di paesi (al 20% per l’UE). Restano in vigore però le tariffe del 10%, dal 2 aprile, su gran parte degli acquisti USA dall’estero. Sono esclusi, per il momento, alcuni prodotti strategici (farmaceutici, rame e semiconduttori, alcuni minerali, energia) e parte dei beni da Canada e Messico. Viceversa, sono colpiti da dazi al 25% tutti gli acquisti USA di acciaio e alluminio e quelli di autoveicoli e componenti (dal 3 maggio). Le barriere tra Stati Uniti e Cina hanno raggiunto livelli record: 145% sui beni cinesi, 125% su quelli americani. Aumentano anche le barriere non tariffarie: la Cina ha interrotto l’export di terre rare e l’import di Boeing. Nel complesso, l’aumento dei dazi è stimato pari a circa il 28% sull’import USA, maggiore di quello dello Smoot-Hawley Act del 1930 (dal 13% al 20%), che generò una guerra commerciale mondiale.

Forte l’impatto sull’economia USA. I dazi sono una tassa applicata su una parte consistente degli acquisti USA di beni di consumo, intermedi e di investimento (l’import di beni è pari all’11,3% del PIL e al 38,3% della produzione industriale): spingono in alto i prezzi e frenano la domanda interna. L’incertezza sulle politiche USA, ai massimi, riduce la fiducia degli operatori e genera volatilità sui mercati finanziari. La quotazione dell’oro, bene rifugio per eccellenza, è cresciuta del 21,7% finora nel 2025 rispetto al 2024. Il dollaro si è deprezzato del 5,6% sull’euro in metà aprile (da 1,08 a 1,14), amplificando l’impatto dell’inflazione importata.

Commercio mondiale stagnante. Un’elevata incertezza globale di politica economica (+80% nel 2025 sul 2024) frena l’attività commerciale e di investimento delle imprese all’estero. Aspettative di minore domanda globale sono incorporate anche nel recente calo delle quotazioni delle commodity. Secondo stime del Centro Studi Confindustria, il commercio mondiale è atteso ristagnare nel biennio 2025-2026 (-2,0/2,5 punti percentuali rispetto alle previsioni di primavera), in assenza di ulteriori spirali negative sui mercati finanziari internazionali. Inoltre, il sostanziale disaccoppiamento tra il maggiore importatore globale (negli USA il 13,1% dell’import mondiale nel 2023) e il primo esportatore (dalla Cina il 14,2% dell’export) determinerà una profonda ricomposizione delle filiere globali, con una perdita di efficienza e maggiori costi di produzione.

Complessi i canali di trasmissione alle economie UE. In prospettiva, un crollo delle quote cinesi nell’import USA (già a 13,3% nel 2024, da 21,5% nel 2017) può favorire le vendite europee, in un mercato però debole e più chiuso agli scambi con l’estero. Peraltro, nel caso dei dazi nel 2018-2019 (Trump I) i maggiori beneficiari sono stati altri paesi in Asia (Vietnam) e America (Messico), anche per strategie di triangolazione e rilocalizzazione produttiva degli esportatori cinesi. Inoltre, la sovraproduzione cinese sarà ridirezionata verso il resto del mondo: in Europa saranno necessarie misure di salvaguardia e antidumping per frenare, parzialmente, una pressione competitiva deflazionistica. Infine, il rischio maggiore, nel medio-lungo periodo, è la perdita di capacità produttiva in Europa, attraverso lo spostamento di fasi produttive negli Stati Uniti.

Profonde le connessioni italiane. Gli Stati Uniti sono la prima destinazione extra-UE di beni, servizi e IDE italiani. Detengono il primato sia come localizzazione delle imprese industriali controllate da quelle italiane, che come paese di provenienza di multinazionali in Italia. Il manifatturiero genera la quasi totalità dell’export italiano negli USA, pari a più di un decimo delle vendite manifatturiere all’estero (10,8%). Secondo stime del CSC, le vendite negli USA attivano, direttamente e indirettamente, quasi il 7% della produzione manifatturiera italiana (circa 90 miliardi di euro). I settori più esposti sono farmaceutico, autoveicoli, macchinari.

Impatto sulla crescita italiana. In base a una simulazione CSC, dazi e incertezza causeranno una minore crescita di -0,3% del PIL italiano nel 2025-2026, a causa di una più bassa dinamica dell’export di beni (-1,2%) e degli investimenti in macchinari (-0,4%). È da evitare una ritorsione tariffaria UE sugli acquisti dagli USA, che impatterebbe sui prezzi e sulla fiducia di famiglie e imprese, con un’ulteriore frenata del PIL. Cruciale, invece, concludere nuovi accordi commerciali UE con altri importanti partner economici (Mercosur, India).