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Istat, sale la fiducia dei consumatori a febbraio. Quella delle imprese rimane stabile

Istat, sale la fiducia dei consumatori a febbraio. Quella delle imprese rimane stabile

Il clima di fiducia delle imprese rimane stabile sintetizzando segnali contrapposti provenienti dai comparti economici indagati: l’industria registra una sostanziale stabilità veicolata principalmente dal comparto manifatturiero mentre c’è un circoscritto peggioramento della fiducia nelle costruzioni;  un contesto analogo caratterizza i servizi dove il deciso ottimismo evidenziato dalle opinioni sulle vendite nel commercio al dettaglio si contrappone a valutazioni sugli ordini in peggioramento nei servizi di mercato.
Il clima di fiducia dei consumatori torna ad aumentare dopo la diminuzione registrata a gennaio. Il miglioramento dell’indice è dovuto ad un’evoluzione positiva delle opinioni sulla situazione economica generale, ad un aumento delle aspettative sulla situazione economica familiare e a valutazioni in miglioramento sia sull’opportunità di effettuare acquisti nella fase attuale sia sulla possibilità di risparmiare in futuro.

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Fonte: ISTAT

Urbano, Guardie giurate a tutela degli asset italiani all’estero. Far ripartire l’iter legislativo

Huffington Post: Urbano, Guardie giurate a tutela degli asset italiani all’estero. Far ripartire l’iter legislativo

C’era un accordo politico nella precedente legislatura, si riparta da lì

Nei prossimi giorni la Commissione Affari Costituzionali della Camera avvierà i lavori sulla proposta di legge che intende introdurre nel nostro ordinamento la possibilità di impiegare le guardie particolari giurate per la tutela degli asset italiani all’estero. Già nella scorsa legislatura, a valle di un iter di quasi tre anni e nonostante le diverse sensibilità delle forze politiche avessero determinato la presentazione di ben quattro proposte di legge sul tema (Fratelli d’Italia, una componente del Movimento 5 stelle, Lega e Partito Democratico), sul provvedimento era stato trovato nella competente Commissione un accordo politico. Accordo sostanziatosi in un testo base accettato da larga parte dell’arco costituzionale, con l’obiettivo dichiarato di una sua approvazione in tempi rapidi; tuttavia, la crisi del governo Draghi nel luglio scorso, la mancata ricomposizione di una maggioranza per portare a termine la legislatura e, quindi, le successive elezioni indette a settembre ne avevano interrotto il promettente cammino. 

Con l’avvio della nuova Legislatura, Assiv ha ripreso la sua attività di interlocuzione propositiva nei confronti degli stakeholder pubblici in rappresentanza delle istanze del comparto della sicurezza privata, nel tentativo di rallacciare le fila del discorso interrottosi in estate. La sensibilità dell’allora onorevole, oggi ministro, Lollobrigida ha pertanto garantito, già all’avvio dei lavori del nuovo Parlamento, la presentazione di un testo che ricalca quello sul quale era stato trovato un accordo: il passo successivo è arrivato nelle ultime ore. 

Si tratta di tentare di normare, e di conseguenza aprire alle aziende italiane, un mercato stimato a livello mondiale dall’ONU in circa 250 miliardi di dollari l’anno e oggi completamente in mano a compagnie americane e britanniche, ma anche francesi, israeliane, cinesi, sudafricane e russe.

Un paradosso se si pensa che una quota di assoluto rilievo delle attività delle imprese italiane si svolge fuori dal territorio nazionale, con l’obbligo accessorio previsto dalla nostra legislazione in capo alle stesse aziende di garantire la sicurezza del proprio personale, e che per l’espletamento di tale fondamentale attività quelle aziende sono costrette a ricorrere a compagnie di Paesi stranieri, nei quali è prevista la figura professionale del security contractor, soprattutto quando ci si trova ad operare in contesti ad alto rischio, con grave nocumento in termini di garanzia di controllo dei flussi informativi ai fini della protezione delle politiche e degli asset aziendali come conseguenza dell’impiego di personale straniero. Lo spionaggio industriale, infatti, assume sempre maggior rilievo nella concorrenza tra le principali potenze economiche, per contrastare il quale le grandi professionalità che esprime il nostro comparto sicurezza sono quanto mai essenziali. E’ una componente, niente affatto secondaria, della più complessiva  protezione degli interessi nazionali. 

La norma in questione, inoltre, garantirebbe il proficuo reimpiego di una parte consistente del personale altamente addestrato in uscita dalle nostre Forze Armate, garantendo loro una prospettiva lavorativa adeguatamente qualificata ed in linea con gli alti valori che ne hanno caratterizzato il servizio a difesa del Paese. Al contempo consentendo una ulteriore spinta verso una sempre più significatica qualificazione degli Istituti di Vigilanza, sotto il controllo e l’indirizzo del Ministero dell’Interno. 

E allora, tornando a quanto ci riguarderà da vicino nelle prossime settimane, cogliamo quest’occasione per ribadire la nostra gratitudine al ministro Lollobrigida e al gruppo di Fratelli d’Italia, nonché a quanti hanno e avranno intenzione di voler prestare attenzione alle istanze del comparto e di comprenderne le ragioni.

Un ringraziamento particolare va peraltro al deputato che si sta assumendo l’onere di fare da relatore al provvedimento, l’on. Riccardo De Corato, non nuovo per vicinanza al comparto della vigilanza privata e con un’expertise invidiabile in ambito di sicurezza pubblica e privata, in particolare nel territorio lombardo. 

Come sempre Assiv è pronta a fare la sua parte.

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Comunicazione del reddito annuo presunto per il 2023 ai fini della erogazione della prestazione NASpI già in corso di fruizione

Comunicazione del reddito annuo presunto per il 2023 ai fini della erogazione della prestazione NASpI già in corso di fruizione

Con il presente messaggio l’INPS ricorda che per le prestazioni di disoccupazione NASpI in corso di fruizione, in riferimento alle quali durante l’anno 2022 è stata effettuata la dichiarazione relativa al reddito annuo presunto, è necessario comunicare il reddito presunto riferito al corrente anno 2023.

Si rappresenta l’urgenza della comunicazione per poter riemettere in pagamento le prestazioni NASpI la cui erogazione è stata “sospesa”, in assenza al 31 gennaio 2023 della predetta comunicazione.

Tale adempimento si rende indispensabile anche se il reddito annuo presunto per l’anno 2023 è pari a “zero”.

Messaggio INPS 23 febbraio 2023, n. 790

Fonte: INPS

Consiglio dei ministri, al via il Codice degli Incentivi

Consiglio dei ministri, al via il Codice degli Incentivi

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nascita di un nuovo “codice degli incentivi” al fine di bloccare l’estrema frammentazione delle attuali politiche di incentivazione e raggiungere la piena efficienza degli interventi per le imprese.  

“Il provvedimento – commenta il ministro Urso – nasce dalla necessità di avere una riforma organica per fermare la giungla degli incentivi. L’obiettivo è semplificare e omogenizzare. Le sfide globali di oggi – continua il Ministro – hanno bisogno di risposte mirate e coerenti con un sistema degli incentivi compiuto e coordinato che possa rappresentare un corpus organico di regole che sia di riferimento tanto per i decisori pubblici che per le imprese”.  Il ddl è collegato alla Legge di Bilancio 2023-2025 in coerenza con le indicazioni del DEF e con il PNRR e prevede tra gli obiettivi anche la semplificazione delle norme in materie di investimenti e interventi nel Mezzogiorno. La revisione degli incentivi costituisce infatti un passaggio necessario anche per la promozione della politica industriale italiana che richiede sul piano nazionale un maggiore efficientamento degli interventi per le imprese nonché di orientamento verso le sfide globali come la transizione green e digitale. Nell’ultimo anno di rilevazione (il 2021), il sistema agevolativo nazionale ha fatto registrare un numero complessivo di 1.982 interventi agevolativi, di cui n. 229 delle amministrazioni centrali e n. 1.753 delle amministrazioni regionali.  Il provvedimento, condiviso con le amministrazioni interessate e in sintonia con il ministro Fitto opera su tre fonti principali: 

  • riordino e razionalizzazione delle misure di incentivo, alla luce delle valutazioni d’impatto che si effettueranno;
  • coordinamento tra le amministrazioni centrali e regionali in modo da prevenire sovrapposizioni e sprechi;
  • semplificazione, chiarezza e conoscibilità attraverso il codice dell’incentivazione che contiene le regole generali che dovranno essere uniformemente osservate. 

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà adottare i decreti delegati entro 24 mesi.

Fonte: MISE