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L’Agenzia delle Entrate sui costi deducibili delle auto aziendali

L’Agenzia delle Entrate chiarisce in quali casi i costi relativi alle auto aziendali sono deducibili.

Come spiegato nella risposta all’interpello numero 107 del 20 gennaio 2023, la deduzione può essere integrale o parziale, a seconda dell’utilizzo esclusivo o non esclusivo come beni strumentali nell’attività propria dell’impresa. In modo più specifico l’Agenzia delle Entrate, rispondendo ad un interpello (n. 553/2022) posto da un istituto di vigilanza ha chiarito che possono usufruire della deducibilità solo i veicoli senza i quali l’attività stessa non può essere esercitata, secondo il concetto di strumentalità esclusiva, che è proprio anche delle auto di servizio.

Scarica la risposta all’interpello 107/2023 dell’Agenzia delle Entrate

Scarica la risposta all’interpello 553/2022 dell’Agenzia delle Entrate

ICMQ – Project Manager certificato ai sensi della norma Uni 11648:2016 – Corso di 40 ore online: 10,17 e 24 Febbraio e 3 e 10 Marzo 2023

Project Manager certificato ai sensi della norma Uni 11648:2016

Corso di 40 ore online

10,17 e 24 Febbraio e 3 e 10 Marzo 2023

ICMQ S.p.A. organizza un corso di 40 ore nei giorni 10, 17, 24 febbraio e 3, 10 marzo 2023 dalle ore 9.00 alle ore 18.00 in modalità online con l’obiettivo di far apprendere i concetti e le metodologie essenziali del Project Management, in linea con gli standard nazionali e internazionali, applicati al settore delle costruzioni e degli impianti. Si mira a formare una figura professionale capace di operare nel coordinamento progettuale, nella realizzazione e nella gestione di opere pubbliche e private, in tutte le fasi del processo degli interventi edilizi, infrastrutturali e ambientali.

Il corso di Project Manager di ICMQ è uno dei primi in Italia che fa riferimento alle norme Uni Iso 21502:2021 e Uni iso 21500:2021, nonché ai principi base della prossima versione della norma Uni 11648.
È quindi possibile, già al termine del corso, accedere presso ICMQ per divenire Project Manager certificati secondo la normativa più avanzata e con valenza internazionale.

Molti Enti Pubblici, per appalti di servizi e/o di lavori, gestiti con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, richiedono, in sede di offerta, per alcune figure la certificazione di Project Manager e/o attribuiscono alla medesima sino a 10 punti su 70 in sede di offerta tecnica.
La certificazione di Project Manager è dunque certamente qualificante per liberi professionisti e società di ingegneria anche per l’ottenimento dell’incarico di supporto al RUP.
La certificazione a cui prepara il presente corso, ai sensi della Norma UNI 11648 (e della ISO UNI 21500) e in conformità alla Legge 4/2013, consente di essere registrati nell’apposito elenco di Accredia, con valenza internazionale.
L’obiettivo è di far apprendere i concetti e le metodologie essenziali del Project Management, in linea con gli standard nazionali e internazionali, applicati al settore delle costruzioni e degli impianti. Si mira a formare una figura professionale capace di operare nel coordinamento progettuale, nella realizzazione e nella gestione di opere pubbliche e private, in tutte le fasi del processo degli interventi edilizi, infrastrutturali e ambientali. Opportuni ed esaustivi casi pratici saranno illustrati dal docente in cui è stato consulente sin dalla fase di offerta per imprese aggiudicatarie dell’appalto.
Il Corso di Project Manager per il settore civile ed impiantistico è la risposta alla richiesta del mercato del lavoro di figure più ricche di competenze tecnico-­manageriali, in grado di elaborare la sempre crescente complessità delle fasi tecniche amministrative ed economiche dell’intervento; la figura del Project Manager certificato può essere di supporto al RUP, ai sensi dell’art. 31 commi 9 e 11 del D. Lgs. 50/2016 e s.m.i., aggiornato e coordinato con la legge 1 Novembre 2021, con “incarico diretto” sino a 40.000,00€.
Il corso risponde al Nuovo Codice degli Appalti D. Lgs. 50/2016 aggiornato al 1° novembre 2021. Nell’attuale transitorio la Linea Guida n.3 di ANAC per l’attuazione del D. Lgs. n 50/2016, prevede che i RUP per la gestione dei progetti debbano possedere adeguate competenze quali Project Manager, acquisite anche attraverso la frequenza, con profitto, di corsi di formazione in materia. La bozza del nuovo Regolamento D.Lgs 50/16 conferma tutto ciò (Art. 4 comma 3) e prevede un RUP che sia un Project Manager nel caso dell’Art. 65 (Contraente generale).

Il corso prepara i partecipanti per la certificazione di Project Manager, da effettuarsi presso un Organismo di Certificazione Accreditato, come ICMQ, e potersi così iscrivere nell’apposito elenco di Accredia dei Project Manager, riconosciuto internazionalmente.

Scarica il programma

Corso di formazione ICMQ – Project Manager aggiornamento e nuova prospettiva: 24 gennaio e 31 gennaio 2023

Corso di formazione ICMQ Project Manager aggiornamento e nuova prospettiva

24 gennaio e 31 gennaio 2023

9:00-18:00

ICMQ organizza un corso di due giorni, 24 gennaio dalle ore 9.00 alle ore 18.00, e 31 gennaio dalle ore 9.00 alle ore 18.00 di aggiornamento normativo per tutti coloro che sono già certificati come Project Manager, ai RUP, ai Progettisti, ai Direttori dei Lavori e a chi è Project Manager di fatto in Società di Ingegneria, Studi Professionali, Imprese.

Tutto cambia, tutto deve essere aggiornato. Le nuove norme, di recente entrata in vigore, UNI ISO 21502:2021 e UNI ISO 21500:2021, hanno sostituito i 39 processi con ben 63 pratiche, senza contare le 17 pratiche di gestione e le 8 pratiche integrate di Project Management.
ICMQ ha inteso quindi dare la possibilità di apprendere in sole due giornate quanto previsto dalle nuove norme. I limiti presenti nella UNI ISO 21500:2013 sono superati grazie ad una focalizzazione presente nelle sopracitate nuove norme, rappresentative di un approccio innovativo che pone l’accento sulle “pratiche” e non sui “processi”. Il concetto a base delle nuove norme è infatti più ampio degli stereotipati processi, lasciando così, a tutti gli attori del progetto, l’organizzazione sponsor, lo sponsor, il Project Manager e i work package leader, specifiche responsabilità e relative declinazioni di compiti.
La norma appare, quindi, proprio per la sua duttilità di azione e di mezzi – grazie a ben 63 pratiche elementari – molto adatta a tutti i campi in cui il prototipo, cioè il progetto, è sempre il prodotto finale, come appunto nel mondo delle costruzioni e dei relativi impianti.
Il Project Manager avrà così la possibilità di un più ampio approccio “tailoring” proprio grazie alle 63 pratiche, che, nello specifico, riterrà vantaggioso utilizzare; pratiche che sono inquadrate nel fondamentale e realistico gruppi di processi, tipico di ogni progetto: avvio, pianificazione, esecuzione, controllo e chiusura.
Molti Appalti Pubblici, di servizi e/o di lavori, gestiti con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, richiedono, in sede di offerta, per alcune figure la certificazione di Project Manager e attribuiscono alla medesima sino a 10 punti su 70. L’aggiornamento, anche per coloro che sono già certificati, si rende quindi necessario, stante il fatto che esistono RUP a loro volta certificati sulle nuove norme.
ICMQ tiene conto del know how già acquisito da parte dei partecipanti e ha organizzato un corso di due giornate in cui il relatore, quale componente del Gruppo di Lavoro UNI sul Project Management ed in particolare per queste due nuove norme spiega ogni aspetto delle medesime, esemplificandole, con concreti esempi applicati in recenti, attuali appalti pubblici in cui è stato chiesto all’Impresa aggiudicataria, supportata dal relatore, già in sede d’offerta, tematiche di Project Management presenti nelle nuove norme (mobilitazione, gradualità dei controlli con sbarramento al proseguo dell’appalto se non si sono raggiunti gli obiettivi intermedi, start up, etc…).

Scarica il programma con tutte le informazioni per l’iscrizione

Banca d’Italia: on line il primo bollettino economico 2023

Banca d’Italia: on line il primo bollettino economico 2023

L’economia mondiale mostra segnali di debolezza; le quotazioni energetiche scendono

Nel quarto trimestre il quadro ciclico globale ha continuato a risentire delle ripercussioni della guerra in Ucraina, dell’elevata inflazione e dell’indebolimento dell’attività in Cina. Il rallentamento della domanda mondiale ha contribuito a moderare il prezzo del petrolio; in Europa le quotazioni del gas naturale sono diminuite nettamente grazie alle temperature miti, al calo della domanda industriale e ai consistenti stoccaggi accumulati. Le più recenti previsioni delle istituzioni internazionali prefigurano un affievolimento della crescita mondiale per l’anno in corso.

Prosegue, seppure a ritmi meno elevati, il rialzo dei tassi ufficiali delle principali banche centrali

In novembre e in dicembre la Federal Reserve e la Bank of England hanno deliberato ulteriori incrementi dei rispettivi tassi di interesse di riferimento. Nelle riunioni di ottobre e dicembre il Consiglio direttivo della BCE ha aumentato i tassi ufficiali, rispettivamente di 75 e 50 punti base, e ha comunicato che dovranno ancora aumentare significativamente per favorire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo di medio termine. Il Consiglio ha anche annunciato i criteri in base ai quali procederà alla normalizzazione delle consistenze in titoli detenuti dall’Eurosistema a fini di politica monetaria.

Nel quarto trimestre l’attività economica in Italia si sarebbe indebolita

Secondo le stime della Banca d’Italia, nel nostro paese l’attività si è indebolita nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Vi avrebbero contribuito sia l’attenuazione della ripresa dei servizi, per i quali il valore aggiunto è tornato sui valori pre-pandemici già nei mesi estivi, sia la flessione della produzione industriale. La spesa delle famiglie avrebbe rallentato; le imprese intervistate nell’ambito delle indagini della Banca d’Italia considerano le condizioni per investire ancora sfavorevoli. Dopo il ristagno in estate, emergono indicazioni di un lieve aumento dell’occupazione nel bimestre ottobre-novembre; la dinamica salariale resta moderata.

L’inflazione rimane elevata, ancora sospinta principalmente dall’energia

L’inflazione armonizzata al consumo si è collocata al 12,3 per cento in dicembre su base annuale, sostenuta ancora dalla componente energetica, che continua a trasmettersi ai prezzi degli altri beni e dei servizi. Secondo le nostre stime che considerano sia gli effetti diretti sia quelli indiretti, nella media del quarto trimestre poco più del 70 per cento dell’inflazione complessiva era riconducibile all’energia; le misure governative in materia energetica avrebbero mitigato la dinamica dei prezzi al consumo per oltre un punto percentuale nello stesso periodo.

Prosegue l’aumento del costo del credito bancario

Tra agosto e novembre i prestiti bancari al settore privato non finanziario hanno rallentato, risentendo dell’indebolimento sia della domanda delle imprese per finalità di investimento sia di quella delle famiglie per l’acquisto di abitazioni; le condizioni di offerta hanno registrato una moderata restrizione. Il rialzo dei tassi ufficiali si è trasmesso al costo del credito bancario, in misura sostanzialmente in linea con l’incremento medio nell’area dell’euro. Le condizioni dei mercati finanziari sono nel complesso migliorate dalla metà di ottobre. Alla metà di gennaio il differenziale di rendimento dei titoli di Stato italiani rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi si è collocato intorno a 185 punti base, ben al di sotto dei valori massimi raggiunti nel corso del 2022.

Si indeboliscono le prospettive di crescita e l’inflazione scenderebbe al 2 per cento nel 2025

Secondo le nostre stime più recenti –  che presentano ancora un carattere puramente indicativo, dato il protrarsi di un contesto di forte incertezza connessa soprattutto con l’evoluzione del conflitto in Ucraina – in uno scenario di base il PIL, dopo un aumento di quasi il 4 per cento nel 2022, rallenterebbe nel 2023 allo 0,6 per cento; la crescita tornerebbe a rafforzarsi nel biennio successivo. L’inflazione al consumo, salita quasi al 9 per cento nello scorso anno, scenderebbe al 6,5 nel 2023 e più decisamente in seguito, portandosi al 2,0 per cento nel 2025. In uno scenario avverso, in cui si ipotizza un arresto delle forniture di gas russo all’Europa, il prodotto si contrarrebbe nel 2023 e nel 2024 e crescerebbe moderatamente nell’anno successivo; l’inflazione salirebbe ulteriormente quest’anno, per poi scendere decisamente nel prossimo biennio.

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