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Huffington Post, ASSIV: L’influenza della camorra nel settore della vigilanza privata

di Maria Cristina Urbano – 17 febbraio 2025

Un fenomeno che si sviluppa attraverso una serie di meccanismi consolidati, che consentono ai clan di esercitare un controllo capillare sulle attività economiche e sul territorio. Questo sistema si articola su diversi livelli

Episodi emersi negli ultimi anni, in particolare nelle province di Napoli e Caserta, hanno portato alla luce un sistema corrotto e pervasivo, in cui la criminalità organizzata utilizza il settore della vigilanza privata come strumento di controllo economico e sociale. Le recenti indagini della magistratura e delle forze dell’ordine hanno svelato una realtà inquietante: la camorra ha messo radici profonde in un comparto che dovrebbe garantire sicurezza e legalità, trasformandolo invece in un crocevia di interessi criminali.

L’influenza della camorra nel settore della vigilanza privata si sviluppa attraverso una serie di meccanismi consolidati, che consentono ai clan di esercitare un controllo capillare sulle attività economiche e sul territorio. Questo sistema si articola su diversi livelli:

  • Acquisizione illecita di contratti: Le aziende riconducibili alla camorra ottengono appalti pubblici e privati attraverso minacce, estorsioni e corruzione. Ospedali, centri commerciali, cantieri ed enti pubblici finiscono sotto il controllo di società che, dietro una facciata di legalità, operano con metodi mafiosi.
  • Uso di personale affiliato: Molti addetti alla sicurezza provengono direttamente dagli ambienti criminali e sfruttano la loro posizione non per garantire la protezione, ma per intimidire commercianti, imprenditori e cittadini.
  • Racket e pizzo: Le imprese di sicurezza non controllate direttamente dai clan sono costrette a pagare tangenti per poter operare senza subire ritorsioni. In alcuni casi, i gruppi criminali impongono ai commercianti servizi di vigilanza “obbligatori”, che altro non sono se non una forma di estorsione camuffata da tutela.

L’infiltrazione della camorra nel settore della vigilanza privata rappresenta un rischio gravissimo non solo per l’ordine pubblico, ma anche per l’intero sistema economico. Se coloro che dovrebbero garantire la sicurezza sono, in realtà, al servizio della criminalità, il risultato è un paradosso pericoloso: invece di tutelare cittadini e imprese, queste aziende diventano strumenti di sopruso e violenza.

Le conseguenze sono devastanti anche per le imprese oneste del settore, che si trovano a competere con aziende criminali in grado di offrire prezzi stracciati grazie a manodopera sottopagata, finanziamenti illeciti e assenza di vincoli normativi. Questo squilibrio distorce il mercato, soffoca la concorrenza leale e mina la fiducia nelle istituzioni.

Dopo anni di silenzio mediatico, il tema delle infiltrazioni camorristiche nella vigilanza privata è tornato sotto i riflettori grazie a inchieste giornalistiche e programmi di denuncia. Un esempio recente è il servizio realizzato da Striscia la Notizia e dal suo inviato Luca Abete, trasmesso da Afragola. Il reportage ha mostrato come alcune attività di vigilanza siano in realtà una forma moderna di estorsione, un vero e proprio “pizzo 2.0” imposto ai commercianti per garantire una presunta sicurezza. L’inchiesta ha suscitato indignazione e acceso il dibattito sull’urgenza di interventi concreti.

Per contrastare questa piaga è necessario un intervento forte e coordinato da parte delle istituzioni. Alcune delle misure più urgenti includono:

  • Controlli stringenti: Verifiche approfondite sulle società di vigilanza, sui loro dirigenti e sui finanziamenti ricevuti, per garantire che non siano legate alla criminalità organizzata.
  • Esclusione dagli appalti pubblici: Le aziende coinvolte in attività illecite devono essere immediatamente escluse dalle gare d’appalto, impedendo loro di accedere a risorse pubbliche.
  • Protezione degli imprenditori onesti: Chi denuncia le pressioni della camorra deve essere tutelato con strumenti adeguati, come misure di protezione personale e sostegno economico.
  • Sanzioni esemplari: Chiunque favorisca l’infiltrazione mafiosa nella vigilanza privata deve essere punito con pene severe, in grado di scoraggiare ogni forma di complicità.

L’inquinamento del settore della vigilanza privata da parte della camorra è una realtà che non può essere tollerata. Le aziende coinvolte devono essere smantellate e i responsabili assicurati alla giustizia. Solo attraverso un impegno costante delle istituzioni, un controllo efficace e una presa di coscienza da parte della società civile sarà possibile restituire dignità e legalità a un comparto fondamentale per la sicurezza di tutti.

“Se un ladro ruba, merita il carcere. Se ruba uno dei nostri, merita l’ergastolo”. Questo principio deve valere anche per chi, tradendo la fiducia pubblica, trasforma la vigilanza privata in un’arma nelle mani della criminalità organizzata. Solo un’azione decisa e senza compromessi potrà fermare questa deriva e garantire un futuro più sicuro per tutti.

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CYBERSICUREZZA, NIS2: Sicurezza reti informatiche. Pubblicato Regolamento per applicazione clausola di salvaguardia prevista dalla normativa NIS2

Pubblicato nella GURI n. 33 del 10 Febbraio 2025 il DPCM 9 dicembre 2024, n. 221 “Regolamento per la definizione dei criteri per l’applicazione della clausola di salvaguardia di cui all’articolo 3, commi 4 e 12, del decreto legislativo del 4 settembre 2024, n. 138, di recepimento della direttiva (UE) 2022/2555, relativa a misure per un livello comune elevato di cybersicurezza nell’Unione, recante modifica del regolamento (UE) n. 910/2014 e della direttiva (UE) 2018/1972 e che abroga la direttiva (UE) 2016/1148”

Questo il link al testo del DPCM, recante il Regolamento di definizione dei criteri per l’applicazione della clausola di salvaguardia che consente di derogare all’applicazione del criterio di aggregazione dei dati per la determinazione della qualifica di media o grande impresa, in attuazione di quanto previsto dal DLGS 138/2024, di recepimento della direttiva cosiddetta NIS2, in materia di cybersicurezza delle reti informatiche.

In particolare, il  DLGS 138 prevede che per determinare se un soggetto sia da considerarsi una media o grande impresa, i suoi dati non vengano valutati isolatamente ma si considerino anche quelli delle imprese associate e collegate, in modo da riflettere la reale dimensione economica del soggetto. Tuttavia, un’impresa può essere considerata separatamente – applicando la c.d. clausola di salvaguardia – nel caso in cui questa sia indipendente dalle sue imprese collegate sia in termini di sistemi informativi e di rete che in termini di servizi che fornisce.

Nello specifico, il Regolamento stabilisce le condizioni e le modalità in base alle quali un’impresa può essere considerata indipendente dalle sue imprese collegate, e prevede che la clausola di salvaguardia possa essere accolta qualora il soggetto dichiari congiuntamente:

  • Indipendenza sistemi informativi e di rete NIS da quelli delle imprese collegate – I sistemi informativi e di rete delle imprese collegate non contribuiscono in alcun modo al funzionamento dei sistemi informativi e di rete NIS del soggetto medesimo;
  • Indipendenza attività e servizi NIS dalle imprese collegate – Le attività e i servizi delle imprese collegate non contribuiscono in alcun modo allo svolgimento delle attività e all’erogazione dei servizi NIS del soggetto medesimo.

L’applicazione della clausola può essere richiesta nell’ambito della registrazione nella piattaforma digitale sul sito dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), da effettuarsi entro il 28 Febbraio p.v..

In ogni caso, la clausola non può essere richiesta dai soggetti che, indipendentemente dalle dimensioni, soddisfano almeno uno dei seguenti criteri:

  • Adottano decisioni o esercitano un’influenza dominante sulle decisioni relative alle misure di gestione del rischio per la sicurezza informatica di un soggetto importante o essenziale;
  • Detengono o gestiscono sistemi informativi e di rete da cui dipende la fornitura dei servizi del soggetto importante o essenziale;
  • Effettuano operazioni di sicurezza informatica del soggetto importante o essenziale;
  • Forniscono servizi TIC o di sicurezza, anche gestiti, al soggetto importante o essenziale.

Maggiori informazioni sul sito dell’ACN.

Fonte: ANIE News

Chiarezza e confronto: la replica di ASSIV e Legacoop Produzione e Servizi sulla Gazzetta di Modena

Nei giorni scorsi, la Gazzetta di Modena e la Gazzetta di Reggio hanno pubblicato un articolo che riportava accuse anonime da parte di una Guardia Particolare Giurata su presunti comportamenti scorretti da parte degli imprenditori della vigilanza privata nei confronti dei lavoratori.

Più videocamere e controlli alla stazione ferroviaria di Brescia

Deciso in prefettura il potenziamento della sorveglianza e nuove misure di prevenzione

Più videocamere e controlli alla stazione ferroviaria di Brescia e nuove misure organizzative finalizzate a migliorare la sicurezza dell’intera infrastruttura.

Sono queste le principali misure decise nel corso della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta oggi dal prefetto, Andrea Polichetti.

Sulla base al protocollo sottoscritto recentemente tra il ministero dell’Interno e Ferrovie dello Stato Italiane (FS), il comitato ha condiviso la necessità di rafforzare ulteriormente la sicurezza. In tale direzione, si procederà con il potenziamento della videosorveglianza e l’attivazione di servizi di sicurezza sussidiaria, con la possibile introduzione di guardie particolari giurate sui binari, negli spazi comuni e nelle aree commerciali. FS introdurrà, inoltre, ulteriori misure organizzative per potenziare la sicurezza della stazione.

Il piano prevede anche la riqualificazione ambientale e il sostegno alle situazioni di marginalità presenti nell’area, con l’obiettivo di rendere la stazione più fruibile e sicura per cittadini e viaggiatori.

Fonte: Ministero dell’Interno