Home Blog Pagina 506

Convertito in Legge il D.L. 25 maggio 2021, n. 73 (Decreto Sostegni bis)

Cropped shot of an unrecognizable businesswoman working out her finances with a calculator and a notepad in her office

Convertito in Legge il D.L. 25 maggio 2021, n. 73 (Decreto Sostegni bis)

​È stata pubblicata la Legge 23 luglio 2021, n. 106 recante la “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali”.

In sede di conversione del Decreto Sostegni Bis (D.L. 25 maggio 2021, n. 73), sono state apportate modifiche anche nel settore lavoro che hanno assorbito le misure introdotte dal Decreto Legge 30 giugno 2021, n. 99, che è stato contestualmente abrogato.

Di seguito, le principali novità.

Trattamenti di integrazione salariale:
– ai datori di lavoro privati che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza da COVID-19 di cui all’art. 8, comma 1, del Decreto Sostegni, che non possono ricorrere ai trattamenti di integrazione salariale di cui al D.Lgs. n. 148/2015, è consentito di usufruire di ulteriori 13 settimane di cassa integrazione guadagni straordinaria fino al 31 dicembre 2021, con la preclusione per la durata del trattamento, della possibilità di avviare le procedure di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo e di licenziamento collettivo;
– ai datori di lavoro del settore delle industrie tessili, delle confezioni di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e pelliccia, e delle fabbricazioni di articoli in pelle e simili è consentita la fruizione di ulteriori 17 settimane di cassa integrazione senza versamento del contributo addizionale da utilizzare dal 1° luglio al 31 ottobre 2021, con la preclusione, anche in questo caso, per la durata del trattamento ordinario di integrazione salariale, della possibilità di avviare le procedure di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo e di licenziamento collettivo;

– a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione e fino al 31 dicembre 2021, la proroga di sei mesi dei trattamenti di CIGS di cui all’art. 44 del Decreto-legge n. 109/2018 è consentita previo accordo stipulato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con la partecipazione degli altri Ministeri competenti e delle regioni interessate, anche per i trattamenti di integrazione salariale per crisi aziendale in favore delle aziende operanti nel settore aereo, con incremento del Fondo di solidarietà del trasporto aereo e del sistema aeroportuale

Contratti a tempo determinato:
– con l’introduzione dell’art. 41 bis è stato modificato l’art. 19 del D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, in materia di lavoro a tempo determinato nel senso che la durata del contratto potrà essere superiore a dodici mesi e non eccedente i ventiquattro in presenza di specifiche esigenze previste dai contratti collettivi di cui all’art. 51 del D.lgs. n. 81 del 2015″ e ciò fino al 30 settembre 2022.

Aree di crisi industriale complessa:
– stanziamento di euro 500.000 per l’anno 2021 per garantire ai lavoratori delle aree di crisi industriale complessa e con riferimento al periodo dal 1° febbraio al dicembre 2021, la non applicazione delle riduzioni degli importi del trattamento di mobilità in deroga nei casi di terza e quarta proroga (di cui all’art. 2, comma 66 della legge n. 92/2012).

Nel testo, sono inoltre state inserite altre misure di sostegno alle imprese:
– contributi per i settori del wedding, dell’intrattenimento e dell’Hotellerie-Restaurant-Catering (HORECA), a fondo perduto per un importo complessivo di 60 milioni di euro per l’anno 2021 da riconoscersi sulla base dei criteri previsti di un Decreto congiunto del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze tenendo anche conto della differenza tra il fatturato annuale del 2020 e il fatturato annuale del 2019;
– incremento del Fondo straordinario per il sostegno degli Enti del Terzo Settore, nella misura di 20 milioni per il 2021;
– agevolazioni per il settore del lavoro agricolo e del settore creativo e culturale e dello spettacolo.

Per tutti i dettagli, consulta la Legge.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Inps, Messaggio 2668 del 26 luglio 2021 sul cruscotto di Monitoraggio degli Ammortizzatori Sociali

Inps, messaggio 2668 del 21 luglio 2021 – Rilascio in produzione del nuovo Cruscotto di Monitoraggio degli Ammortizzatori Sociali, denominato DASMO. Rilascio prima versione: integrazioni salariali COVID-19

L’elevato flusso di informazioni e dati relativi ai trattamenti di integrazione salariale COVID-19, che l’Istituto ha dovuto monitorare e gestire a seguito dell’emergenza sanitaria, ha fatto emergere l’esigenza di un Cruscotto di Monitoraggio delle integrazioni salariali medesime che fosse in grado di dare evidenza dei carichi di lavoro, per consentire un’adeguata ed efficiente organizzazione del lavoro e distribuzione delle risorse, monitorando, con cadenza giornaliera, l’andamento delle giacenze.

La numerosità e complessità dei vari applicativi e sistemi che gestiscono e supportano tutto il ciclo di vita delle integrazioni salariali, dalla presentazione della domanda, all’istruttoria, fino alla liquidazione e al pagamento, non consente, infatti, di avere una visione organica del fenomeno in grado di supportare adeguatamente esigenze di tipo gestionale.

Il nuovo Cruscotto di Monitoraggio degli Ammortizzatori sociali, denominato DASMO, nasce, dunque, con l’obiettivo di fornire a chi governa tali processi, dirigenti e responsabili di posizione organizzativa, un utile e agevole strumento di lavoro che si configura comevero e proprio hubinformativoa supporto delle attività sia di Direzione che di Sede.

I dati esposti sul Cruscotto vengono aggiornati con cadenza giornaliera e si riferiscono al giorno precedente.

In questa prima versione del Cruscotto è stata, per l’appunto, prevista l’implementazione delle sezioni:

  • Monitoraggio delle domande di integrazione salariale COVID-19;
  • Monitoraggio dei flussi di pagamento SR41 COVID-19.

Al riguardo, si anticipa che, con prossimi successivi rilasci, sarà possibile avere un ulteriore arricchimento del dettaglio delle informazioni esposte. In particolare, a breve verrà data separata evidenza delle domande di cassa integrazione salariale in deroga plurilocalizzate e, successivamente, saranno inserite sezioni dedicate al monitoraggio delle integrazioni salariali con causali ordinarie, non COVID-19.

Fonte: INPS

Centro Studi Confindustria: riparte robusta l’Italia, spinta dai consumi e dai servizi, ma cresce l’incertezza sulle prospettive

Centro Studi Confindustria: riparte robusta l’Italia, spinta dai consumi e dai servizi, ma cresce l’incertezza sulle prospettive

L’Italia è ripartita in modo robusto: i servizi sono in forte recupero, i consumi finalmente in rimbalzo, l’industria prosegue su un sentiero di crescita stabile; anche se si è indebolito il traino dell’export. La ripartenza si legge anche nei dati sul lavoro. Gli USA sono in assestamento su ritmi meno elevati e nell’Eurozona è tornata l’incertezza legata ai possibili effetti della variante delta del Covid. Inoltre, i prezzi alti e la scarsità delle materie prime possono costituire un vincolo alla ripresa.

L’economia italiana e internazionale in breve

  • Conferme e nuovi rischi. Lo scenario che si va consolidando per l’Italia è di un rimbalzo del PIL forte nel 2° trimestre 2021, meno nel 3° e 4° trimestre. A giugno si è irrobustita la risalita, grazie all’accelerazione delle vaccinazioni e a meno restrizioni. A luglio, però, l’aumento dei contagi in varie parti d’Europa pone nuovi rischi di raffreddamento dell’attività economica, specie nel turismo e in particolare da agosto, sia tramite il canale della fiducia che per eventuali nuove misure anti-Covid.
  • Servizi in forte recupero. I dati confermano la ripartenza dei servizi nel 2° trimestre: a giugno il PMI è salito ancora, a 56,7, segnalando un ottimo ritmo di recupero. Dopo che già la fiducia delle imprese del settore aveva mostrato un significativo balzo nello stesso mese. La risalita dei servizi, in base ai dati attuali, dovrebbe proseguire nel 3° trimestre: le aspettative a giugno sono su valori molto elevati.
Grafico Fiducia e PMI tracciano il recupero dei servizi - Congiuntura flash luglio 2021
  • Consumi in rimbalzo. Mentre gli investimenti continuano la loro dinamica favorevole nei mesi primaverili, con ordini in aumento, il timone della ripresa italiana è nelle mani delle famiglie, la cui spesa è stimata finalmente in recupero, grazie a più mobilità e utilizzo del risparmio accumulato. Secondo l’indice ICC, il recupero dei consumi a maggio-giugno è più accentuato per la parte relativa ai servizi, grazie alla ripresa di viaggi e spese fuori casa. E le attese sono positive: gli ordini interni dei produttori di beni di consumo nel 2° trimestre sono saliti di 6 punti, la fiducia delle famiglie è oltre i livelli pre-crisi.
  • Industria in crescita stabile. Nell’industria il percorso di crescita prosegue su ritmi stabili, secondo il PMI (62,2 a giugno). Grazie al recupero a giugno (+1,3%, stime CSC), la produzione conferma le attese e cresce nel 2° trimestre (+1,1%), come nel 1°, nonostante la correzione a maggio (-1,5%). Ciò coinvolge quasi tutti i settori: la maggiore eccezione è il comparto moda, ancora penalizzato dal calo dei consumi legato alle nuove abitudini nell’era-Covid. Le attese su produzione e ordini sono a livelli elevati, ma ci sono preoccupazioni per l’aumento dei prezzi di acquisto e, in alcuni casi, per carenza di materiali.
  • Ripartenza nei dati sul lavoro. I datori di lavoro sono tornati ad aspettative di aumento degli occupati: da marzo nel manifatturiero, da maggio nei servizi. Gli occupati a tempo determinato sono cresciuti molto da marzo, tornando oltre i livelli pre-crisi (a maggio sono a +60mila). Non è ancora iniziata, invece, la risalita di quelli a tempo indeterminato: -403mila da gennaio 2020, al netto degli assenti dal lavoro da oltre 3 mesi (ad esempio per CIG). Non si arresta il calo dei lavoratori indipendenti (-458mila dal pre-crisi). Inoltre, resta da assorbire l’eccezionale aumento di inattività: ancora quasi +400mila.
Grafico Italia: per ora è risalita solo l'occupazione temporanea - Congiuntura flash luglio 2021
  • Ingente sostegno pubblico anche nel 2021. Le risorse pubbliche per misure emergenziali in campo per il 2021 raggiungono il 6,0% del PIL, poco meno del 6,6% del 2020. Il DL “Sostegni bis”, appena convertito in legge, mobilita 39 miliardi: due terzi per rifinanziare (con miglioramenti) gli indennizzi e la liquidità per le imprese; il resto per lavoratori, enti territoriali, tutela della salute. I tassi calano ancora a luglio, grazie agli acquisti BCE: il rendimento del BTP è sceso a 0,73%, lo spread è salito poco (+1,09%).
  • Si indebolisce il traino dell’export. A maggio l’export italiano si è ridotto (-2,6% in volume), restando comunque sopra i livelli pre-crisi. A frenare sono state le vendite extra-UE, condizionate dalla volatilità nella cantieristica navale. Il robusto recupero precedente era stato guidato da beni strumentali e intermedi; secondo gli ordini esteri di beni di investimento, ai massimi a giugno, il trend positivo proseguirà. Tuttavia, il PMI ordini esteri ha rallentato (da 62,0 a 59,7). Inoltre, l’aumento dei contagi a luglio in mercati importanti per i beni italiani potrebbe frenare le vendite. Le prospettive per gli scambi mondiali restano positive, sebbene il PMI globale ordini esteri si sia ridotto (53,2 a giugno, da 54,9).
  • Eurozona: torna l’incertezza. A luglio si è rafforzata la dinamica nei servizi (PMI a 60,4), che ha trainato il PMI composito sopra le attese (60,6). Il PMI manifatturiero è sceso poco (62,6), mentre si contrae la produzione industriale (-1,0% mensile). L’indice Sentix, che misura la fiducia di investitori e analisti, a luglio è migliorato a 29,8, ma sotto le attese, mentre l’indice ZEW è crollato di oltre 20 punti. Ciò riflette l’incertezza sugli effetti della variante delta del Covid: nonostante le vaccinazioni, potrebbe indurre nuove restrizioni. In alcuni paesi dell’Eurozona l’inflazione è in salita (Spagna +2,7%, Germania +2,3%), mentre in Italia i rincari non sono arrivati ai prezzi al consumo, tranne che per l’energia.
  • USA in assestamento. L’economia si è stabilizzata, rispetto ai ritmi alti precedenti: gli indici PMI e ISM nel manifatturiero a giugno sono calati di poco, in linea con il “rallentamento” della produzione industriale (+9,8% annuo, da +16,3%) e il calo del fatturato; il PMI si è parzialmente ripreso a luglio. La fiducia delle famiglie è scesa, su valori ancora espansivi, nonostante la forte crescita degli occupati (+850mila a giugno). L’inflazione è salita molto (+5,4%), ma ciò è attribuito a fattori temporanei.

Focus del mese — Commodity: prezzi alti e scarsità, vincolo alla ripresa

  • Materie prime troppo care. Lo scenario internazionale caratterizzato da forti aspettative sulla ripresa ha indotto abnormi aumenti nei prezzi delle commodity, utilizzate dalle imprese italiane. Gli aumenti dei prezzi internazionali in dollari sono a doppia cifra: rame +43% a giugno da ottobre 2020, ferro +79%. E sono molto diffusi: riguardano metalli, alimentari, materie plastiche, legno, petrolio. Per alcune commodity si nota di recente una pausa (es. grano). C’è una forte differenza nei livelli raggiunti dato che, nella prima parte del 2020, alcune (es. petrolio) avevano subito una profonda caduta, altre un calo limitato (es. rame, ferro). Per il petrolio, quindi, si tratta di un recupero più che pieno del prezzo: a giugno era al +15% dal valore pre-crisi; grano e legno sono in condizioni simili. Per altre commodity, invece, i prezzi sono ben oltre: ferro +124%, rame +60% dal pre-crisi.
Grafico Prezzi di molte materie prime in forte rialzo - Congiuntura flash luglio 2021
  • Quali sono le cause? Si tratta di rincari che vengono da fuori, non nascono in Italia: queste commodity, infatti, sono quotate su mercati internazionali. Va notato che i prezzi di molte materie prime storicamente sono molto legati a quello del petrolio: la correlazione tra grano e petrolio è dell’82%, per il rame arriva all’87%. Un motivo è che c’è una componente comune, legata alle aspettative di crescita/caduta dell’economia mondiale. Un altro motivo è che l’energia è un input importante in varie produzioni. La parte di correlazione residua è dovuta al fatto che numerose commodity fungono anche da asset finanziari, non solo il petrolio. Asset su cui grandi operatori finanziari realizzano acquisti e vendite, spesso molto correlate, legate ai fondamentali dei singoli mercati o solo alle aspettative di ripresa/recessione globale. Questa “speculazione finanziaria” è spesso responsabile, per molte commodity, dell’accentuazione delle oscillazioni dei prezzi. Questo ci conduce a una domanda: i rincari oggi dipendono da una carenza di produzione nei vari mercati fisici mondiali? Per il petrolio è in atto un riequilibrio, non c’è vera scarsità di offerta, che è contenuta dai produttori. Per il rame, invece, c’è scarsità: la domanda mondiale è molto sopra la produzione. Per il grano, no: la produzione cresce e resta sopra la domanda in aumento.
  • Rialzi temporanei o permanenti? Non si può generalizzare, visto che le condizioni di mercato fisico mondiale sono così diverse. Se i prezzi di alcune commodity stanno seguendo il rialzo del petrolio, via speculazione finanziaria comune, e se è vero che il greggio si stabilizzerà entro il 2021, allora i rincari potrebbero essere temporanei. È il caso del grano. In altri mercati i prezzi potrebbero restare elevati, anche nel 2022, perché i rincari sono causati da una scarsità di offerta mondiale e occorre tempo per nuovi investimenti (es. rame).
  • L’impatto sui margini. Vari settori industriali in Italia stanno risentendo dei rincari sul fronte dei costi operativi e quindi dei margini. I dati ISTAT, che arrivano al 1° trimestre, per l’aggregato dell’industria fotografano un forte aumento del costo degli input e margini erosi. Naturalmente, l’impatto è maggiore nei settori che fanno uso delle commodity con i più forti rincari. Quanto al 2° trimestre, i rincari delle commodity (+29% da ottobre a giugno) accrescono ancor più i costi delle imprese, mentre queste riescono in modo limitato a ritoccare al rialzo i loro listini. Perciò, stimiamo un’ulteriore forte erosione dei margini. L’assottigliarsi del mark-up, per ogni unità di prodotto venduto, comprime il cash flow generato dalle imprese, sommandosi a valori già ridotti nel 2020, con carenza di liquidità e difficoltà a finanziare investimenti. Per la seconda metà del 2021, se i rincari saranno in parte temporanei, la situazione potrebbe migliorare per alcuni settori; penalizzati resterebbero quelli che usano commodity con rincari più permanenti. Tutti i settori si gioveranno del rimbalzo dell’economia: più domanda e qualche spazio per un ritocco dei listini.
  • Scarsità di materiali. Le imprese italiane devono affrontare anche difficoltà nel reperimento delle materie prime, segnalate sempre più spesso. I dati ISTAT suggeriscono che non è un problema generale, ma molto serio in alcuni comparti: per esempio, nel settore dei metalli. Gli imprenditori segnalano anche un rischio: data l’incertezza su quantità e prezzi, potrebbe non essere più possibile adottare la gestione just in time. Ciò significa dover tenere magazzini più ampi, con un aumento del fabbisogno finanziario delle imprese. Tutto questo agisce da freno alla ripresa in corso nel settore industriale, che invece va favorita e consolidata.

Contatti

Ciro Rapacciuolo 06 5903544 [email protected]

Fonte: Confindustria