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Assiv, Merlo: le azioni della Commissione per l’Innovazione

Assiv, Merlo: le azioni della Commissione per l’Innovazione

ASSIV l’Associazione Italiana Vigilanza Servizi Fiduciari, con la Commissione per l’Innovazione, recentemente costituita e della quale fanno parte Dario La Ferla, Consigliere Delegato di Sorveglianza Italiana, Francesco Crescini, Direttore Generale di VCB Securitas, Andrea Forte, Direttore Operativo di Forte Secur Group ed Elena Merlo, Consigliere Delegato di IVNG, intende elaborare progetti di carattere innovativo per la promozione del comparto Sicurezza Privata.
Dopo aver incontrato La Ferla, Crescini e Forte, S News incontra Elena Merlo (nella foto), Consigliere Delegato di IVNG, Istituto Vigilanza Notturna Gallarate.

Elena Merlo

Come intendete operare, dottoressa Merlo, per raggiungere gli obiettivi della neo Commissione?

La nostra idea è di iniziare dal concetto di Associazione, intesa non tanto come gruppo, bensì come un vero e proprio centro di interessi comuni, in cui l’unione tra le società consente di portare un valore aggiunto a ciascun associato.
Vogliamo pertanto partire da una visione di insieme, dove il singolo non è una realtà a sé stante, ma rappresenta la congiunzione fondamentale di un grande anello, al cui centro vengono poste le necessità, i requisiti e le reali esigenze del mondo della Vigilanza. Sono cresciuta con un grande insegnamento “l’unione fa la forza” e anche per questo noi giovani dobbiamo credere sempre di più nelle potenzialità che possiamo avere se collaboriamo, se riuniamo le nostre energie e ci supportiamo a vicenda, al fine di crescere ed ottimizzare le nostre possibilità di miglioramento, in un mondo sempre più competitivo e famelico.

Quali, quindi, le azioni che metterete in campo?

In tale contesto, la Commissione si propone di agire in due direzioni: prima di tutto dall’interno dell’Associazione, e in particolare dai singoli associati, che devono riacquisire coscienza delle enormi potenzialità di Assiv, e, in seconda istanza, all’esterno, ovvero rivolgendoci al collettivo, poco o per nulla consapevole delle capacità del nostro comparto.
Il primo passo sarà quindi quello di coinvolgere i membri dell’Associazione, talvolta passivi alle iniziative e alle evoluzioni del gruppo, chiedendo loro una maggiore apertura e condivisione di progetti ed idee, finalizzata all’interesse comune.
Al contempo, ci impegneremo a far emergere il settore, che non gode ad oggi della fama e della reputazione che merita. Attraverso un utilizzo intelligente e ben calibrato dei mass media, ci dedicheremo alla promozione e alla valorizzazione del ruolo che gli Istituti di Vigilanza hanno all’interno della società. A questo proposito offriremo supporto e un aiuto concreto alla nostra Presidente, che ha già iniziato questo percorso, volto ad una rappresentazione vera e tangibile della divisione di cui facciamo parte, con grande orgoglio.

a cura di Monica Bertolo

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La nuova strategia europea per rafforzare la sicurezza informatica

City lights - Europe. Elements of this image furnished by NASA

La nuova strategia europea per rafforzare la sicurezza informatica

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è intervenuta al webinar del Parlamento europeo e della Commissione europea sul tema “La nuova strategia europea per rafforzare la sicurezza informatica. Il quadro finanziario 2021 – 2027 e i fondi Next Generation EU per un piano d’investimento e innovazione che punti sulla cybersecurity”.

Nel suo intervento in materia di cybersicurezza, la titolare del Viminale fa subito riferimento alla crescita costante ed esponenziale dei numeri degli attacchi cibernetici nel recente periodo, che «ha imposto, infatti, un’accelerazione al percorso di riforme in ambito europeo basata su un concetto globale di resilienza, intesa non più solo come capacità di resistere e far fronte alle sfide, ma come principio cardine dei processi decisionali negli ambiti socio-economico, geopolitico, verde e digitale».

Ha ricordato, al riguardo, i dati emergenti dalle attività della Polizia criminale e del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) che nel 2020 hanno evidenziato un aumento del 33% dei reati informatici e il raddoppio rispetto all’anno precedente degli attacchi cibernetici diretti a infrastrutture critiche.

C’è bisogno di «modernizzare e digitalizzare il Paese a partire dalle sue istituzioni, garantendo la protezione dagli attacchi cibernetici» ha ribadito la titolare di Viminale, riaffermando il pensiero espresso dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli nel suo intervento iniziale, e cioè che «la tutela della sicurezza non deve entrare in contrasto con le libertà e i diritti garantiti dalla Costituzione e dalle Carte europee», come «la tutela alla propria sfera privata dei dati personali».

«Per prevenire gli incidenti di cybersecurity, garantendo il necessario equilibrio tra sicurezza e privacy», il ministro ha voluto ricordare la recente creazione del Cybersecurity operation center nell’ufficio di protezione dati della direzione centrale della Polizia criminale del dipartimento della Pubblica sicurezza attraverso il quale «la rete sarà scansionata alla ricerca di vulnerabilità e di minacce cibernetiche per attuare le contromisure necessarie».

Nelle sue conclusioni il ministro Lamorgese ha evidenziato l’importanza strategica di un quadro normativo nazionale e sovranazionale che sia chiaro ed efficace, e di una struttura regolamentare semplice e univoca, «fondamentale per accrescere la fiducia dei cittadini nelle reti e nei sistemi informativi, con chiari benefici per le aziende e per l’economia digitale nel suo insieme».

Qui l’intervento del Ministro Lamorgese

Fonte: Ministero dell’Interno

Vaccinazioni sul luogo di lavoro: le indicazioni del Garante privacy

Vaccinazioni sul luogo di lavoro: le indicazioni del Garante privacy

Il Garante per la privacy ha adottato un documento di indirizzo sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro, per fornire indicazioni generali sul trattamento dei dati personali, in attesa di un definitivo assetto regolatorio.

La realizzazione dei piani vaccinali per l’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid-19 nei luoghi di lavoro, prevista dal Protocollo nazionale del 6 aprile 2021, costituisce un’iniziativa di sanità pubblica, ragione per la quale la responsabilità generale e la supervisione dell’intero processo rimangono in capo al Servizio sanitario regionale e dovrà essere attuata nel rispetto della disciplina sulla protezione dei dati.

Anche per la vaccinazione sul luogo di lavoro dovrà essere assicurato il rispetto del tradizionale riparto di competenze tra il medico competente e il datore di lavoro, messo in evidenza nel documento sul ruolo del medico competente in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, da oggi disponibile sul sito dell’Autorità.

Nel documento di indirizzo il Garante precisa che le principali attività di trattamento dati – dalla raccolta delle adesioni, alla somministrazione, alla registrazione nei sistemi regionali dell’avvenuta vaccinazione- devono essere effettuate dal medico competente o da altro personale sanitario appositamente individuato.

Nel quadro delle norme a tutela della dignità e della libertà degli interessati sui luoghi di lavoro, infatti, non è consentito al datore di lavoro raccogliere direttamente dai dipendenti, dal medico compente, o da altri professionisti sanitari o strutture sanitarie, informazioni relative all’intenzione del lavoratore di aderire alla campagna o alla avvenuta somministrazione (o meno) del vaccino e ad altri dati relativi alle sue condizioni di salute.

Tenuto conto dello squilibrio del rapporto tra datore di lavoratore e dipendente, il consenso del lavoratore non può costituire in questi casi un valido presupposto per trattare i dati sulla vaccinazione così come non è consentito far derivare alcuna conseguenza, né positiva né negativa, dall’adesione o meno alla campagna vaccinale.

Provvedimento del 13 maggio 2021 – Documento di indirizzo “Vaccinazione nei luoghi di lavoro: indicazioni generali per il trattamento dei dati personali”

Fonte: GPDP

INAIL: pubblicato il documento operativo per le vaccinazioni anti-Covid in azienda

INAIL: Online il documento tecnico operativo per le vaccinazioni anti-Covid in azienda

La nuova pubblicazione, elaborata dall’Inail insieme ai Ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, fornisce criteri di tipo quantitativo e qualitativo per definire le priorità della somministrazione nei luoghi di lavoro

ROMA – A poco più di un mese dalla sottoscrizione del protocollo tra istituzioni e parti sociali per l’attivazione di punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro, è online un nuovo documento tecnico, elaborato dall’Inail insieme ai Ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, che fornisce indicazioni operative per la somministrazione dei vaccini anti-Covid in azienda, utili anche a sciogliere alcuni dubbi emersi nelle ultime settimane.

I piani devono essere inviati alle Asl di riferimento. Il documento ribadisce, innanzitutto, che la vaccinazione anti-Covid in azienda rappresenta un’iniziativa di sanità pubblica, la cui responsabilità generale e supervisione rimane in capo al Servizio sanitario regionale, e che l’intera campagna vaccinale viene attuata secondo principi di priorità finalizzati alla tutela delle persone più vulnerabili al virus per età e/o stato di salute o per rischio di esposizione al contagio. Compatibilmente con la disponibilità di vaccini, la somministrazione nei luoghi di lavoro può iniziare in concomitanza con l’avvio della vaccinazione degli under 60. I piani aziendali di adesione, in particolare, devono essere inviati alle aziende sanitarie di riferimento, in coerenza con le indicazioni ad interim approvate lo scorso 8 aprile dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Criteri quantitativi e qualitativi. Sulla base di specifici quesiti delle Regioni sono stati elaborati criteri quantitativi e qualitativi che permetteranno loro di valutare le priorità per i piani aziendali sulla base della disponibilità dei vaccini. Il criterio quantitativo, privilegiando la capacità di vaccinare numeri consistenti di lavoratori, sia nell’ottica dell’efficienza e velocizzazione della campagna vaccinale sia in quella della solidarietà, consentirà l’accesso alla vaccinazione a lavoratori di aziende differenti operanti nel medesimo sito produttivo o nello stesso territorio. Tale criterio tende a facilitare l’accesso di piccole aziende, anche con differenti profili di rischiosità, che più difficilmente potrebbero organizzare punti vaccinali autonomi, semplificando inoltre l’organizzazione della campagna.

Le attività suddivise in tre macro-gruppi per classe di priorità. Il nuovo documento tecnico fornisce anche alcuni criteri qualitativi utili a definire le priorità, nel rispetto del principio di tutela dei lavoratori a maggior rischio di contagio da Sars-CoV-2. I diversi settori di attività, in particolare, sono suddivisi in tre macro-gruppi sulla base della classificazione del rischio, secondo i parametri di esposizione, prossimità e aggregazione contenuti nel documento tecnico dell’Inail approvato dal Comitato tecnico scientifico il 9 aprile 2020, insieme ai dati delle denunce di infortunio da Covid-19 analizzati per incidenza nei diversi settori produttivi. Nelle tre tabelle, articolate in ordine alfanumerico per codice Ateco, sono inoltre evidenziati alcuni settori già vaccinati o in corso di vaccinazione, come quelli degli operatori sanitari, dell’istruzione, delle forze dell’ordine e della difesa. Le Regioni potranno valutare ulteriormente i piani anche sulla base del contesto produttivo territoriale e dell’analisi epidemiologica dei focolai osservati in oltre un anno di pandemia.

Nei settori più a rischio oltre 6,8 milioni di lavoratori non immunizzati. Nei 27 settori considerati più a rischio sono impiegati oltre 11 milioni e mezzo di lavoratori. Quelli già vaccinati, in parte o totalmente, sono circa 4,7 milioni, mentre più di 6,8 milioni devono ancora essere immunizzati. Circa due milioni sono impiegati nel commercio al dettaglio, un settore con rischio prioritario soprattutto nell’ambito alimentare e nei centri commerciali. Poco meno di 1,2 milioni lavorano nei servizi di ristorazione, più di 600mila nel trasporto (terrestre, marittimo e aereo), 460mila nei servizi per edifici e paesaggi, settore eterogeneo in parte già vaccinato per l’attività prestata in ambito sanitario e nelle Rsa, e altrettanti nelle industrie alimentari. Come precisato nel documento, l’aggregazione in macro-settori produttivi può comprendere sub-settori a rischio differente, anche in considerazione dell’utilizzo dello smart working e del contatto con il pubblico, e ignorare alcune specificità di contesto rilevate con l’analisi territoriale dei dati epidemiologici.

L’adesione può avvenire singolarmente o in forma aggregata. Nella nuova pubblicazione è riprodotto anche il modulo che deve essere utilizzato per la presentazione del piano di vaccinazione aziendale, al quale possono aderire più imprese. Come previsto dal protocollo dello scorso 6 aprile, infatti, i datori di lavoro possono aderire alla campagna vaccinale singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratori occupati. In alternativa alla modalità della vaccinazione diretta, è prevista inoltre la possibilità di stipulare, anche tramite le associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della bilateralità, specifiche convenzioni con strutture sanitarie private in possesso dei requisiti per la vaccinazione. In entrambi i casi i costi sono a carico delle aziende, fatta eccezione per la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la loro somministrazione (siringhe/aghi) e degli strumenti formativi e per la registrazione delle vaccinazioni, che è assicurata dal Servizio sanitario regionale.

Documento tecnico operativo per l’avvio delle vaccinazioni in attuazione delle indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-COV-2/COVID-19 nei luoghi di lavoro

Covid-19, sottoscritto il protocollo con le parti sociali per l’attivazione di punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro La somministrazione riguarderà tutti i lavoratori interessati, con qualsiasi tipologia di contratto, e potrà avvenire in azienda, presso strutture sanitarie private e nei casi previsti in quelle dell’Inail. Aggiornato e rinnovato anche il protocollo condiviso per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus all’interno delle imprese, che tiene conto dei vari provvedimenti adottati negli ultimi mesi

Vaccinazione anti-Covid nei luoghi di lavoro, pubblicate le indicazioni ad interim Il documento, elaborato dall’Inail insieme ai Ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, chiarisce i requisiti e la procedura da seguire per l’attivazione dei punti vaccinali territoriali destinati alle lavoratrici e ai lavoratori

Fonte: INAIL