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Vaccinazione anti-Covid nei luoghi di lavoro, pubblicate le indicazioni ad interim

Vaccinazione anti-Covid nei luoghi di lavoro, pubblicate le indicazioni ad interim

Il documento, elaborato dall’Inail insieme al Ministero del Lavoro, al Ministero della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, chiarisce i requisiti e la procedura da seguire per l’attivazione dei punti vaccinali territoriali destinati alle lavoratrici e ai lavoratori

Vaccinazione anti-Covid nei luoghi di lavoro, pubblicate le indicazioni ad interim

ROMA – L’Inail, i Ministeri del Lavoro e della Salute, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza hanno elaborato un documento che fornisce indicazioni sulla vaccinazione anti-Covid nei luoghi di lavoro e sulla procedura per l’attivazione dei punti vaccinali territoriali destinati alle lavoratrici e ai lavoratori, con il coinvolgimento dei medici competenti o di altri operatori sanitari convenzionati con il datore di lavoro.

Sempre garantite efficacia, efficienza e sicurezza. Nella pubblicazione, allegata a una circolare interministeriale del 12 aprile, è precisato che l’istituzione dei punti vaccinali nelle imprese dovrà garantire i requisiti di efficacia, efficienza e sicurezza previsti per tutti i cittadini in ogni contesto della campagna di vaccinazione anti-Sars-CoV-2. In particolare, ne costituiscono presupposti imprescindibili la disponibilità di vaccini, la disponibilità dell’azienda, la presenza del medico competente o di personale sanitario adeguatamente formato, la sussistenza delle condizioni di sicurezza per la somministrazione di vaccini, l’adesione volontaria e informata da parte dei lavoratori e la tutela della loro privacy.

Un’opportunità in più rispetto alle modalità ordinarie della campagna vaccinale. Per assicurare tempestività, efficacia e livello di adesione, gli spazi destinati alla somministrazione dei vaccini in azienda, compresi quelli allestiti presso punti vaccinali territoriali approntati dalle associazioni di categoria di riferimento, potranno essere utilizzati per la vaccinazione di lavoratori appartenenti anche ad altre imprese, come quelli che prestano stabilmente servizio presso l’azienda utilizzatrice. La vaccinazione nel luogo di lavoro rappresenta, comunque, un’opportunità aggiuntiva rispetto alle modalità ordinarie dell’offerta vaccinale che saranno sempre garantite, nel rispetto delle tempistiche dettate dal piano nazionale di vaccinazione, qualora il lavoratore non intenda aderire alla vaccinazione in azienda.

L’organizzazione dell’attività. Dalle modalità di adesione delle imprese all’iniziativa, che deve essere comunicata all’azienda sanitaria di riferimento, agli oneri, che sono a carico del datore di lavoro o delle rispettive associazioni di categoria, a eccezione dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe/aghi), e degli strumenti formativi e per la registrazione delle vaccinazioni, il documento appena pubblicato affronta tutti i passaggi legati all’organizzazione dell’attività. Oltre a una serie di requisiti preliminari, la vaccinazione in azienda deve prevedere la presenza dei materiali, delle attrezzature e dei farmaci necessari allo svolgimento in sicurezza delle attività, e di strumenti informatici che permettano la registrazione dell’avvenuta inoculazione del vaccino, secondo le modalità fissate a livello regionale.

L’impresa deve programmare anche la somministrazione della seconda dose. La registrazione deve essere effettuata subito dopo la somministrazione, durante il periodo di osservazione post-vaccinazione della durata di almeno 15 minuti. Per intervenire immediatamente nel caso di reazioni avverse a rapida insorgenza, che dovranno essere registrate utilizzando le modalità di segnalazione previste dalla Regione o Provincia autonoma di riferimento, è necessario prevedere la presenza di risorse in grado di gestirle. Si raccomanda, in ogni caso, di indirizzare eventuali soggetti a rischio all’azienda sanitaria competente, in modo che possano essere vaccinati in ambiente protetto. L’azienda, inoltre, è tenuta a programmare anche la somministrazione della seconda dose, quando prevista, secondo le modalità e tempistiche di ciascun vaccino.

Sulla piattaforma Eduiss un corso per la formazione del personale sanitario. Per la formazione del personale coinvolto nelle operazioni di vaccinazione, sulla piattaforma dell’Istituto superiore di sanità dedicata alla formazione a distanza in salute pubblica (Eduiss) è disponibile il corso “Campagna vaccinale Covid-19: la somministrazione in sicurezza del vaccino anti Sars-CoV- 2/Covid-19”, che sarà integrato con un modulo specifico per la vaccinazione nei luoghi di lavoro, curato dall’Inail in collaborazione con l’Iss.

Nei due allegati il modulo di consenso e i quesiti per triage prevaccinale e anamnesi. La nuova pubblicazione integra anche un elenco della normativa di riferimento (decreti ministeriali, ordinanze del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, circolari ministeriali) e due allegati. Il primo è il modulo di consenso alla vaccinazione, che dovrà essere accompagnato dalla nota informativa specifica per il tipo di vaccino somministrato al lavoratore, facendo riferimento alla versione più aggiornata resa disponibile dal Ministero della Salute. Il secondo contiene, invece, le due liste di quesiti per il triage prevaccinale e l’anamnesi Covid-correlata.

Circolare interministeriale del 12 aprile 2021

Fonte: INAIL

Vaccinazione COVID-19: quali sono i requisiti per i luoghi di lavoro?

Punto SicuroVaccinazione COVID-19: quali sono i requisiti per i luoghi di lavoro?

di Tiziano Menduto

Pubblicate le indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei luoghi di lavoro. Requisiti preliminari, adesione dell’azienda, formazione, gestione dei consensi e programmazione seconda dose.

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Istat: on line la nota sull’andamento dell’economia italiana

Istat: on line la nota sull’andamento dell’economia italiana

Prosegue la fase di ripresa delle principali economie internazionali. Il rafforzamento dei segnali di miglioramento ha determinato in molti paesi la revisione al rialzo delle previsioni di crescita per l’anno corrente e il prossimo.

In Italia, sia la manifattura, trainata anche dal dinamismo delle esportazioni, sia le costruzioni evidenziano segnali positivi.

I dati sul mercato del lavoro hanno mostrato a febbraio una stabilizzazione del numero degli occupati rispetto al mese precedente, mentre si sono ridotti marginalmente i disoccupati e gli inattivi. E’ opportuno ricordare che, da gennaio 2021, le informazioni sulle Forze di lavoro sono rilasciate in accordo al nuovo Regolamento europeo che ha introdotto alcune modifiche nelle definizioni. Sebbene l’Istat abbia già diffuso le serie ricostruite, il cambio normativo ha implicato una ricomposizione tra occupati, disoccupati e inattivi della quale è necessario tenere conto nell’interpretazione dell’evoluzione degli indicatori.

A marzo, l’inflazione al consumo si è rafforzata, prevalentemente per l’effetto delle ricadute, dirette e indirette, dei recenti rincari del petrolio e delle materie prime nelle diverse fasi del sistema dei prezzi. La diffusione degli aumenti dei prezzi è rimasta più contenuta in Italia rispetto all’area euro.

Le aspettative per i prossimi mesi mantengono un orientamento favorevole per le imprese dell’industria mentre una maggiore incertezza caratterizza la fiducia delle famiglie.

Fonte: ISTAT

Trattamento dei dati relativi alla salute del lavoratore

Trattamento dei dati relativi alla salute del lavoratore

di Antonella Mauro

Nel contesto della trasformazione tecnologica del lavoro, la datafication pone nuovi rischi, ma anche nuove potenzialità.

In termini prevenzionistici, l’utilizzo di processi di analisi dei dati ai fini della predisposizione di misure prevenzionistiche emerge come uno dei tratti caratterizzanti del nuovo rapporto tra salute e tecnologie.

Dinnanzi alle nuove potenzialità concesse dalle tecnologia, occorre valutare attentamente il bilanciamento tra le istanze della sicurezza e quelle della riservatezza del lavoratore e, a questo fine, la disciplina giuslavoristica e quella di data protection offrono importanti indicazioni, che necessiterebbero di ulteriore approfondimento per meglio delineare le condizioni di legittimità dell’utilizzo di strumenti, come gli Smart PPE, che fanno ampio utilizzo di dati personali dei lavoratori, anche sanitari.

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