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“Il budget e il controllo di gestione, in azienda e per commessa”. Online il 17/11, 1/12 e 15/12 2025

ICMQ propone un corso il 17 novembre, 1 e 15 dicembre 2025, erogato in modalità online, sulla gestione efficiente di risorse e delle azioni strategiche in azienda e per commessa.
Il corso completo di tre giorni prevede lo sviluppo delle tematiche suddivise in due moduli. Il primo modulo è già stato erogato, ma è possibile iscriversi al solo Modulo 2.

BUDGET IN AZIENDA (2gg) – Modulo 1
Tra gli strumenti di pianificazione e controllo di gestione il Budget ricopre un ruolo sempre più essenziale.
Chi ha responsabilità in azienda deve essere in grado definire degli obiettivi e valutare in corso d’opera i risultati delle attività gestite per individuare, comprendere e correggere gli eventuali scostamenti rispetto ai target pianificati e condivisi.
La nuova legge sulla Crisi d’impresa, Decreto legislativo 12/01/2019 n° 14 G.U. 14/02/2019 attribuisce implicitamente al budget e al sistema di forecast un ruolo ancora più importante rispetto al passato venendo chiesto alle aziende di dimostrare la indiscutibile capacità di far fronte, nel breve e nel medio periodo, agli impegni finanziari.
Il corso fornisce le conoscenze necessarie per comprendere i meccanismi di un’efficiente pianificazione della gestione e per valutare gli aspetti economici/finanziari nonché quelli commerciali dell’area di business di competenza.

BUDGET DI COMMESSA (1gg) – Modulo 2
La commessa si caratterizza per un numero limitato e preciso di attività produttive che difficilmente si ripeteranno uguali a sé stesse nel corso del tempo. La commessa è qualcosa di unico e il suo Budget non può quindi prendere a riferimento qualcosa avvenuto nel passato. La tecnica della Cost Break Down Analysis focalizza l’attenzione sulle stime dei carichi di lavoro che caratterizzano le attività che compongono il progetto e sulla base di queste ne determina il valore economico. Attenzione particolare deve essere data anche ai costi di struttura e alla misura con cui questi vengono imputati alle attività che caratterizzano la commessa. Un’analisi poco attenta dei costi indiretti vanifica gli sforzi dell’efficienza produttiva.
Il corso fornisce, attraverso la creazione dello strumento del Budget di commessa, una metodologia analitica del calcolo dei costi per portare l’azienda alla redditività desiderata e coerente con quella del più ampio sistema del Budget d’impresa.

Per la massima efficacia della formazione erogata è opportuno che i partecipanti portino con sé un PC portatile dotato di foglio elettronico.

Il corso è valido per il mantenimento della certificazione di Project Manager

Info e iscrizioni disponibili a questo link.

ICMQ: I criteri vincenti nella predisposizione dell’offerta economicamente più vantaggiosa Come redigere un’offerta vincente in un appalto – 23/09/2025 dalle ore 9.00 alle ore 18.00

ICMQ organizza il corso di formazione

I criteri vincenti nella predisposizione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Come redigere un’offerta vincente in un appalto

Il Corso offre ai partecipanti la formazione per completare e predisporre un’offerta vincente per un appalto di servizi e/o lavori aggiudicato tramite l’offerta economicamente più vantaggiosa.


Si terrà in modalità online sincrona il 23 Settembre dalle ore 9.00 alle ore 18.00.


Il corso vuole guidare i partecipanti nel destreggiarsi tra le clausole, richieste e documentazioni necessarie al corretto inoltro di un’offerta completa e vincente.
Il Corso offre ai partecipanti la formazione per completare e predisporre un’offerta vincente per un appalto di servizi e/o lavori aggiudicato tramite il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Il corso intende guidare i partecipanti nel destreggiarsi tra le clausole, richieste e documentazioni necessarie al corretto inoltro di un’offerta completa e vincente.
Saranno affrontate le previsioni in materia di offerta economicamente più vantaggiosa di cui al Codice dei Contratti Pubblici, D.lgs. 36/2023, che delinea i possibili criteri e le metodologie di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per appalti di servizi di progettazione e DL, nonché per appalti di progettazione e/o costruzione e per appalti di servizi ispettivi.
La predisposizione di una completa ed esaustiva relazione metodologica, detta anche Piano di Gestione Qualità, coerente con le prescrizioni richieste dalla Stazione Appaltante, potrà esprimere in modo opportuno nell’offerta CHI, COSA, DOVE, QUANDO, PERCHE’, COME e QUANTO (trattasi dunque, di un’offerta gestita con le metodologie di Project Management).

Verrà studiata l’offerta con le succitate metodologie e tecniche di Project Management; Agli elementi qualitativi, sono attribuiti il massimo punteggio; Il D.lgs 36/2023 non prevede più un punteggio nell’offerta economica con il limite del 30%. Prevede comunque un equilibrio tra i punteggi dell’offerta tecnica e dell’offerta economica.
Da parte del relatore, sarà illustrata anche la richiesta sempre più frequente di offerte con il “criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”, che dovrà ormai comprendere la metodologia BIM e le fondamentali interazioni tra BIM – Project Management e Life Cycle Costing.
A tal riguardo, infatti, sempre più spesso, molte Stazioni Appaltanti pubbliche in relazione ad appalti di progettazione, costruzione e di servizi attinenti all’ingegneria e l’architettura, vengono evidenziati tra gli elementi di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa “professionalità e adeguatezza dell’offerta” e “caratteristiche metodologica dell’offerta” da esplicitarsi tutte tramite la relazione metodologica (o Piano di Qualità). Non esiste più il riferimento di legge, se pure come esempio, dei criteri di riferimento per l’offerta economicamente più vantaggiosa.
Per la progettazione, non c’è più la progettazione definitiva, e quella esecutiva è a cura dell’impresa. In gara lo studio di fattibilità tecnico economico.

La frequenza del corso conferisce 8 crediti formativi per il mantenimento della certificazione Project Manager secondo la norma UNI 11648.

Info e iscrizioni disponibili a questo link.

Sottoscrizione Protocollo per la sicurezza nelle discoteche “Divertiamoci in sicurezza”

E’ stato rinnovato questo pomeriggio, in Prefettura, il Protocollo d’Intesa territoriale per la sicurezza nelle discoteche, denominato “Divertiamoci in Sicurezza”, che ripropone l’impianto del Patto locale già sottoscritto nel giugno 2022 in esecuzione dell’Accordo Quadro Nazionale, ma che presenta, nella sua versione attuale, talune significative integrazioni. Esse sono il frutto, in particolare, della pluriennale esperienza maturata sul campo, grazie alla capillare attività di monitoraggio condotta sul territorio, nonché dell’ampliamento della platea di soggetti sottoscrittori.

Il documento, elaborato a seguito del rinnovato confronto fra tutti gli attori coinvolti, è stato sottoscritto dal Prefetto di Genova, dal Questore di Genova, dai Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonché dai rappresentanti delle organizzazioni dei gestori di discoteche e dei servizi di controllo delle attività di intrattenimento (Silb Fipe, Confcommercio, Sided Confesercenti, Fiepet Confesercenti, Confedersicurezza, Assiv, Legacoop Liguria, A.n.i.v.p., Federpol, Aissitalia, Italdetectives, Conipi). A tali soggetti istituzionali, già firmatari dell’originario accordo del 2022, si sono aggiunti il Comune di Genova, il Comune di Arenzano, il Comune di Chiavari, il Comune di Lavagna, il Comune di Rapallo, il Comune di Santa Margherita Ligure e il Comune di Sestri Levante. Vi ha preso parte, altresì, il Sistema Sanitario Regionale della Liguria, nelle sue articolazioni della ASL 3 e della ASL 4.

Il Protocollo promuove forme di collaborazione sinergica con le Forze dell’Ordine, i Comuni interessati e i gestori dei locali da ballo, attraverso strategie dirette a favorire la diffusione della cultura della legalità tra i giovani e ad implementare i livelli di sicurezza fra gli avventori dei locali di pubblico intrattenimento, all’interno e in prossimità degli stessi.

Rispetto alla sua configurazione originaria, la versione aggiornata del Protocollo presenta significative novità, da ascriversi sia all’inedita partecipazione delle Aziende Sanitarie Locali sia al coinvolgimento delle Amministrazioni locali, le quali hanno manifestato un comune apprezzamento per l’azione svolta in condivisione con le altre Istituzioni e le associazioni interessate.

In occasione della sigla odierna, il Prefetto ha inteso esprimere un sentito apprezzamento per lo spirito di iniziativa e di collaborazione proattiva che ha ispirato l’azione di tutti i soggetti coinvolti, evidenziando come quello in argomento sia un tema di assoluto rilievo, la cui gestione non può prescindere da un impegno comune, e ciò nella consapevolezza di quanto le problematiche inerenti alla sicurezza nei locali di intrattenimento danzante – e, così, nelle relative adiacenze – impongano di definire interventi ad ampio raggio, i quali devono anzitutto concentrarsi sul crinale della prevenzione.

In tale ottica, la decisione di ridurre da semestrale a trimestrale la cadenza periodica di convocazione del già previsto Tavolo tecnico, istituito presso la Prefettura al fine di monitorare il livello di attuazione del Protocollo, è conferma della comune di volontà di assicurare un confronto quanto più assiduo e proficuo fra tutti gli attori coinvolti, nell’ottica di elaborare strategie di intervento capaci di arginare il fenomeno latamente inteso della malamovida.

Prefettura di Genova, 22 luglio 2025

Confindustria: “Da dazi e dollaro svalutato, più incertezza e meno fiducia: frenano export, consumi e investimenti”

Dalla pagina ufficiale Centro Studi di Confindustria.

Di seguito il link per leggere il comunicato completo.

Scenario complicato. Gli ulteriori annunci sui dazi USA hanno alzato l’incertezza ed erodono la fiducia: insieme al dollaro svalutato sono pessime premesse per export, consumi, investimenti. Notizie positive vengono dal parziale rientro del prezzo del petrolio, l’inflazione contenuta, il sentiero di tagli dei tassi nell’Eurozona. L’industria italiana appare stagnante nel 2° trimestre, mentre i servizi crescono poco.

Dollaro svalutato. Il cambio del dollaro resta molto svalutato sull’euro (poco nei confronti delle altre divise): 1,17 in media a luglio con picchi a 1,18, da un minimo di 1,04 a gennaio (+13,3%) e 1,08 in media nel 2024. L’indebolimento è alimentato dai dazi e dalle peggiori attese sull’economia americana.

Tregua per l’energia. Il balzo del prezzo del petrolio a giugno si è rivelato di breve durata, grazie al cessate il fuoco tra Israele e Iran (71 $/barile in media a luglio, da un picco di 79 il mese prima). Le quotazioni, però, restano alte rispetto al calo precedente legato ai dazi (64 dollari in media a maggio).

Tassi in calo. L’inflazione resta bassa in Italia (+1,7% a giugno) e nell’intera Eurozona (+2,0%). Tra tre giorni la BCE potrebbe tagliare ancora i tassi, portati al 2,00% a giugno. Ciò abbassa il costo del credito per le imprese italiane (3,7% a maggio) e continua a sostenere la risalita dei prestiti (-1,4% annuo).

Investimenti deboli. Gli indicatori segnalano indebolimento nel 2° trimestre: le condizioni per investire peggiorano; la fiducia delle imprese recupera a giugno ma su valori bassi (93,9 da 93,1 a maggio), in calo rispetto al 1°; scendono gli ordini di beni strumentali, negativi da mesi (-19,0, da -17,7), anche se le attese tornano positive. Pesa l’alta incertezza, nemica giurata delle decisioni di investimento.

Consumi in frenata. Nel 1° trimestre il reddito reale è cresciuto a buon ritmo (+0,9%), ma i consumi sono aumentati molto meno (+0,2%), frenati dall’aumento della quota di risparmio, a causa dell’incertezza e della bassa fiducia delle famiglie. Per il 2° trimestre lo scenario non è migliore: occupazione in lieve crescita a maggio, ma la fiducia è scesa ancora a giugno, le vendite al dettaglio registrano una variazione acquisita nulla e le immatricolazioni di auto crollano (-17,4% annuo).

Rallentano i servizi. Per il 2° trimestre, gli indicatori sui servizi sono un po’ meno favorevoli. La spesa dei turisti stranieri è cresciuta del +5,2% annuo in aprile. RTT (CSC-TeamSystem) stima un fatturato in crescita nel trimestre, nonostante il ribasso a maggio. L’HCOB-PMI scende a giugno, pur indicando espansione (52,1 da 53,2), mentre la fiducia delle imprese risale per il secondo mese consecutivo.

L’industria torna in calo. A maggio la produzione è tornata a scendere in Italia (-0,7%), dopo il buon dato di aprile e del 1° trimestre. RTT aveva anticipato il calo di maggio nell’industria (in termini di fatturato) e l’indagine CSC a giugno suggerisce prudenza delle imprese: i dazi mettono di nuovo a rischio la manifattura. A giugno, il PMI è sceso più in area recessiva (48,4 da 49,2), mentre la fiducia delle imprese industriali recupera per il secondo mese, trainata dalle attese.

Export già debole e a rischio-dazi. L’export italiano di beni è in calo nel 2° trimestre (-3,6% in valore in aprile-maggio sul 1°), soprattutto nei mercati extra-UE (-5,7%), meno nell’intra-UE (-1,5%). Si amplia il deficit commerciale con la Cina: in caduta il nostro export, in forte aumento l’import. Tengono ancora gli scambi con gli Stati Uniti, ma in un clima di forte incertezza (si veda il Focus).

Eurozona in difficoltà. A maggio la produzione è calata in Francia (-0,5%), cresciuta in Germania (+2,2%) e Spagna (+0,6%). A giugno, tuttavia, gli indicatori segnalano calo della fiducia e incertezza elevata. Gli indici PMI di servizi e manifattura suggeriscono un’Eurozona in difficoltà nel 2° trimestre (in entrambi i settori, Germania e Francia sono in affanno), con l’eccezione della Spagna in espansione.

USA: produzione in crescita. Il PIL USA nel 1° trimestre è stato rivisto al ribasso, più dell’atteso, anche se è stato solo marginalmente negativo (-0,1%). A giugno, la produzione industriale è stata superiore alle attese, in linea con il PMI manifattura (52,9 da 50): nel 2° trimestre è cresciuta di +0,3%. La fiducia dei consumatori è migliorata a luglio, anche a seguito del forte aumento degli occupati (+147 mila).

Cina in salute. La crescita del PIL segna +5,2% nel 2° trimestre, trainata dalla manifattura (+6,8% annuo a giugno), specie i settori high-tech come robotica e veicoli elettrici. La domanda estera resta robusta (+5,8%), soprattutto l’export verso il Sud-Est Asiatico (+16,8%) e l’UE (+7,6%). Le vendite al dettaglio, invece, frenano (+4,8% a giugno, da +6,4%) segnalando persistente volatilità dei consumi. L’obiettivo di crescita annua al 5,0% resta incerto e potrebbe richiedere ulteriori stimoli alla domanda interna.

Dazi USA al 30% insostenibili: -0,8% l’impatto sul PIL

Scenario in continua evoluzione. I dazi imposti sui prodotti UE alla dogana USA, al 10% dal 5 aprile, saliranno al 30% dal 1° agosto in assenza di un accordo tra le parti. Sono già più elevati i dazi in vigore su autoveicoli e componenti (25%), acciaio e alluminio (25% da marzo e 50% da giugno). I dazi americani potrebbero essere estesi anche ai beni attualmente esenti: prodotti farmaceutici, minerali critici, semiconduttori, legname, aerei e cantieristica navale. I paesi UE sarebbero così tra quelli più colpiti dalle nuove tariffe USA, alla pari della Cina (aumento di 30 punti, dal 21% al 51%). Molti altri paesi sono soggetti, infatti, a dazi del 10%, mentre altri importanti esportatori negli USA godono di accordi commerciali che limitano l’entità delle tariffe (USMCA con Canada e Messico, Economic Prosperity Deal con il Regno Unito).

Alta incertezza e dollaro debole. L’incertezza di politica economica negli Stati Uniti è più che raddoppiata sotto l’amministrazione Trump (+131% nella prima metà di luglio 2025 da dicembre 2024 l’indice Economic Policy Uncertainty), provocando un balzo anche dell’incertezza globale (+86%); entrambe sono ai massimi storici, sopra il picco toccato durante la pandemia. La minore fiducia sulle prospettive USA, prima economia globale, ha alimentato una forte svalutazione del dollaro, soprattutto rispetto all’euro (-13,7% da inizio anno).

Eterogenei i primi effetti, negative le prospettive. Le vendite italiane negli USA hanno tenuto in aprile-maggio (+0,4% tendenziale), dopo un’accelerazione nel 1° trimestre (+11,8%) per anticipare l’entrata in vigore dei dazi (frontloading). La dinamica nell’ultimo bimestre è divergente tra settori: in forte crescita quelli ancora esenti, ma a rischio di nuove misure tariffarie, come farmaceutica (quasi un quarto del totale esportato) e legno; in caduta quelli già soggetti a dazi più elevati (metalli e autoveicoli); risultati misti per i settori soggetti a dazi al 10% (potenzialmente triplicati in agosto). Secondo un’indagine Banca d’Italia, l’80% delle imprese che hanno come principale mercato di destinazione gli USA prevede una riduzione dell’export a partire dal 2° trimestre. Sul totale delle imprese, il 50% si aspetta minori esportazioni e il 20% minori investimenti.

Con dazi al 30%, export negli USA più che dimezzato. Secondo stime del Centro Studi Confindustria, con tariffe al 30% su tutti i prodotti e cambio euro-dollaro sui livelli attuali, l’export italiano di beni negli USA si ridurrebbe di circa 38 miliardi, pari al 58% delle vendite negli USA, al 6,0% dell’export totale e, considerando anche le connessioni indirette, al 4,0% della produzione manifatturiera. L’aumento dei dazi e la svalutazione del dollaro, infatti, ridurrebbero la competitività di prezzo degli esportatori europei rispetto sia ai produttori domestici USA che a quelli degli altri paesi meno colpiti. L’impatto sarebbe amplificato dall’incertezza nei rapporti transatlantici e dal rallentamento dell’economia USA. L’effetto stimato è di medio-lungo periodo, cioè nel caso di dazi permanenti (e quando potrebbe aversi lo spostamento di parti delle lavorazioni negli USA), perché molti prodotti italiani di alta qualità sono poco sostituibili a breve, specie in grandi quantità.

Forte l’impatto netto sul PIL. L’impatto sulla nostra economia sarebbe mitigato dalla capacità degli esportatori italiani di trovare nuovi mercati di sbocco e di competere su fattori “non di prezzo”. In base a una simulazione del CSC, le vendite di beni nel resto del mondo aumenterebbero di circa 13 miliardi cumulati nel 2027, compensando parte delle perdite nel mercato USA. L’export totale di beni si ridurrebbe, comunque, del 4,0% e gli investimenti in macchinari e impianti dell’1,0%, rispetto a uno scenario base senza dazi. Nel complesso, il livello del PIL italiano nel 2027 sarebbe minore dello 0,8% rispetto al sentiero baseline.

Puntare su mercato interno e altri mercati. In questo contesto di limitazione al libero scambio internazionale di beni, diventa cruciale potenziare il mercato unico europeo, più resiliente agli shock globali, riducendo le barriere interne che tuttora frenano gli scambi di beni, servizi e capitali (armonizzazione delle regole, potenziamento delle infrastrutture transeuropee, completamento del mercato unico dei capitali). Cruciale favorire la diversificazione geografica degli scambi italiani, puntando su mercati con alto potenziale di crescita, come il Mercosur (destinazione di 7,5 miliardi di export italiano), l’India, l’Australia, i paesi Asean.