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Istat: Il mercato del lavoro – I Trimestre 2025

Nel primo trimestre 2025, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dell’1,0% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nei confronti del primo trimestre 2024. Nello stesso periodo il Pil è cresciuto dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,7% in termini tendenziali.

Il numero di occupati aumenta di 141 mila unità (+0,6%) rispetto al quarto trimestre 2024, a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+143 mila, +0,9%) e degli indipendenti (+18 mila, +0,3%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-20 mila, -0,8%); aumenta anche il numero di disoccupati (+16 mila, +1,0% in tre mesi), mentre diminuisce quello degli inattivi di 15-64 anni (-157 mila, -1,3%). Tale dinamica si riflette nell’aumento del tasso di occupazione che sale al 62,7% (+0,4 punti in tre mesi), nella stabilità di quello di disoccupazione, invariato al 6,1%, e nel calo del tasso di inattività che scende al 33,1% (-0,4 punti). Nei dati provvisori di aprile 2025, rispetto al mese precedente, la stabilità del numero di occupati e del relativo tasso si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e al lieve aumento di quello di inattività 15-64 anni (+0,1 punti).

Nel confronto tendenziale continua la crescita del numero di occupati (+432 mila, +1,8% in un anno), dovuta all’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+4,0%) che si contrappone al calo dei dipendenti a termine (-6,7%) e degli indipendenti (-0,4%); diminuisce il numero di disoccupati (-217 mila in un anno, -11,0%) e, dopo due trimestri di crescita, torna a ridursi quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-95 mila, -0,8%). Simile la dinamica per i tassi: rispetto al primo trimestre 2024, si rileva un aumento del tasso di occupazione (+0,9 punti) e un calo nei tassi di disoccupazione e di inattività (rispettivamente -0,9 e -0,3 punti).

Dal lato delle imprese, in termini congiunturali le posizioni lavorative dipendenti mostrano una dinamica positiva, in lieve miglioramento rispetto al trimestre precedente, con un aumento dello 0,6% sia nel totale sia nella componente a tempo pieno e dello 0,5% in quella a tempo parziale. Anche su base tendenziale la crescita risulta la stessa per il totale e la componente full time (+1,9%) e più contenuto in quella part time (+1,6%).

Le ore lavorate per dipendente aumentano in termini congiunturali (+0,3%) e diminuiscono in termini tendenziali (-0,8%); il ricorso alla cassa integrazione scende a 7,8 ore ogni mille ore lavorate (-0,1 ore). Il tasso dei posti vacanti scende all’1,9%, diminuendo di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,3 punti percentuali in quello tendenziale.

Il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula), su base congiunturale, registra un aumento più deciso, pari all’1,5%, rispetto al trimestre precedente, sia nella componente delle retribuzioni (+1,3%) sia soprattutto in quella dei contributi sociali (+2,2%). Su base annua, la crescita del costo del lavoro si attesta al 4,6%, quale effetto del forte aumento di entrambe le componenti (retribuzioni +4,1% e contributi sociali +6,3%). La significativa crescita del costo del lavoro deriva, da un lato, dal proseguimento dei miglioramenti retributivi guidati dai rinnovi contrattuali e, dall’altro, dall’esaurimento degli effetti di alcune agevolazioni contributive.

Occupati, disoccupati, inattivi

Nel primo trimestre 2025 prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (+432 mila, +1,8% in un anno), la cui stima si attesta a 24 milioni 76 mila unità; il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni raggiunge il 62,5% (+0,9 punti rispetto al primo trimestre 2024), con un aumento più accentuato tra i 50-64enni e nel Mezzogiorno.

La crescita dell’occupazione coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+634 mila, +4,0% in un anno) mentre prosegue, per il decimo trimestre consecutivo, la riduzione dei dipendenti a termine (-182 mila, -6,7%) e, per il secondo consecutivo, quella degli indipendenti (-20 mila, -0,4%); l’aumento degli occupati a tempo pieno (+659 mila, +3,4%) più che compensa l’ulteriore calo di quelli a tempo parziale (-227 mila, -5,5%).

Scarica la nota ISTAT

Fonte: ISTAT

Confindustria: Working Paper – “Cracks in the Chain: Mapping European Import Dependencies in Global Industrial Networks”

Dalla pagina ufficiale del Centro Studi CONFINDUSTRIA.

Di seguito il link per leggere il working paper completo.

Il nuovo CSC Working Paper, a firma di Matteo Pignatti e Chiara Puccioni (Centro Studi Confindustria).

Gli autori analizzano le vulnerabilità delle catene globali del valore in un contesto di crescente frammentazione politica e crisi sovrapposte, con particolare attenzione ai settori strategici per le transizioni verde e digitale. Le dipendenze critiche dell’industria nell’Unione Europea e nei singoli Stati membri sono identificate in base a molteplici fattori: la concentrazione delle importazioni, il saldo commerciale, i profili di rischio dei Paesi fornitori, la sostituibilità con prodotti domestici, europei o di altri grandi esportatori mondiali.

L’analisi, basata su dati di commercio bilaterale per oltre 5.000 prodotti, mette in evidenza la difficoltà strutturale nel diversificare le fonti di approvvigionamento e le implicazioni strategiche per l’Europa nel confronto con Cina e Stati Uniti.

The tension between the benefits of trade openness and the need for national autonomy has been a constant factor in economic relations among nations. Global supply chains intensify this tension by both enhancing the benefits of trade specialization and amplifying the ripple effects of disruptions across production networks, even when certain nodes are not directly linked to foreign markets. In an era of overlapping crises and growing political fragmentation, it is crucial to reinforce supply chains—particularly in strategic sectors that underpin the green and digital transition.Thus, it is necessary to identify the products most exposed to supply chain disruption. In this article, we reconsider and expand the approach proposed by the European Commission to identify critical dependencies at the product level for the European Union as a whole, in comparison with other major world economies. From an empirical point of view, we add a set of criteria to identify vulnerable supply chains for the individual E.U. member states, which allows us to investigate other layers of vulnerabilities, comparing those common between European economies and the EU as whole and those specific to each member state. From a methodological point of view, we add additional selection criteria: the risk profile of supplier countries, and the potential for import diversification.

By leveraging a dataset that gathers information on bilateral trade flows for over 5,000 products (at the 6-digit level) traded among more than 200 countries, we apply the defined criteria to the aggregate of the European Union, comparing it with the two major trading partners, China and the USA, as well as with E.U. member states. Overall, the analysis suggests that import concentration is the most binding of all constraints identified, selecting about 50% of the set of critical products. Differences emerge in countries’ ability to diversify the country of origin of their imports, both at the global level and between E.U. member states, and concerning the capacity substitute imports with exports, particularly between China and the U.S., with the latter characterized by a higher trade deficit. Moreover, the main European industrial economies display different potential substitutability of extra-EU imports with intra-EU trade.
However, over the past ten years, none of the countries analyzed have consistently diversified the origin of their imports. Trade vulnerabilities emerged for all the economies considered (for some more than others), regardless of their size. Indeed, critical dependencies seem to be mainly the result of long-term choices involving specialization, reallocation of international production chains, and efficiency-seeking in selected trade partners. For Europe and the U.S., this process is closely tied to the growth of emerging countries, with China at the forefront.

Focusing on a set of intermediate and capital products selected as critical for European industry in most of the last six years, it is also possible to further characterize dependencies in terms of industrial inputs. We evaluate their strategic relevance, and the geopolitical and climate risks attached, related to the countries from which these products are imported. Finally, through an iterative algorithm that redistributes market share among all existing exporters worldwide, besides those already exploited, we investigate whether alternative suppliers of these products are available to diversify imports and decrease trade dependencies.

ICMQ: Lavorare con Excel: dai fondamenti al livello avanzato

ICMQ organizza il corso di formazione

Lavorare con Excel: dai fondamenti al livello avanzato

Il corso, di 16 ore, erogato in modalità online sincrona il 20, 27 giugno e 4, 11 luglio 2025 dalle 09:00 alle 13:00 in collaborazione con il Collegio degli ingegneri e architetti di Milano, si propone a chi ha già una buona preparazione di Excel e prevede una parte iniziale di ripasso, consolidamento e approfondimento dei concetti generali per poi affrontare nel dettaglio le Matrici Dinamiche, Power Query (ETL process) e Power Pivot (Data Model management).
E’ richiesta l’installazione di Excel 365 senza il quale non sarà possibile sperimentare quanto proposto.

L’analisi dei dati è un ambito nel quale Excel riveste un ruolo di primaria importanza grazie alle sue funzionalità avanzate che permettono di ottenere dati omogenei da fonti differenti attraverso processi di tipo ETL (Extraction, Transformation and Loading) e di poterli poi trattare con i Modelli Dati per ottenere informazioni sulle quali ottenere facilmente, Tabelle Pivot da più tabelle in relazione tra loro, sulle quali applicare Misure, Indicatori di performance (KPI), elementi e campi calcolati.

Verranno rilasciati 16 Cfp per ingegneri iscritti all’ordine professionale.

Info e iscrizioni disponibili a questo link.

ICMQ: I criteri vincenti nella predisposizione dell’offerta economicamente più vantaggiosa Come redigere un’offerta vincente in un appalto – 23/07/2025 dalle ore 9.00 alle ore 18.00

ICMQ organizza il corso di formazione

I criteri vincenti nella predisposizione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Come redigere un’offerta vincente in un appalto

Il Corso offre ai partecipanti la formazione per completare e predisporre un’offerta vincente per un appalto di servizi e/o lavori aggiudicato tramite l’offerta economicamente più vantaggiosa.


Si terrà in modalità online sincrona il 23 Luglio dalle ore 9.00 alle ore 18.00.


Il corso vuole guidare i partecipanti nel destreggiarsi tra le clausole, richieste e documentazioni necessarie al corretto inoltro di un’offerta completa e vincente.


Il Corso offre ai partecipanti la formazione per completare e predisporre un’offerta vincente per un appalto di servizi e/o lavori aggiudicato tramite il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Il corso intende guidare i partecipanti nel destreggiarsi tra le clausole, richieste e documentazioni necessarie al corretto inoltro di un’offerta completa e vincente.


Saranno affrontate le previsioni in materia di offerta economicamente più vantaggiosa di cui al Codice dei Contratti Pubblici, D.lgs. 36/2023, che delinea i possibili criteri e le metodologie di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per appalti di servizi di progettazione e DL, nonché per appalti di progettazione e/o costruzione e per appalti di servizi ispettivi.


La predisposizione di una completa ed esaustiva relazione metodologica, detta anche Piano di Gestione Qualità, coerente con le prescrizioni richieste dalla Stazione Appaltante, potrà esprimere in modo opportuno nell’offerta CHI, COSA, DOVE, QUANDO, PERCHE’, COME e QUANTO (trattasi dunque, di un’offerta gestita con le metodologie di Project Management).

Verrà studiata l’offerta con le succitate metodologie e tecniche di Project Management; Agli elementi qualitativi, sono attribuiti il massimo punteggio; Il D.lgs 36/2023 non prevede più un punteggio nell’offerta economica con il limite del 30%. Prevede comunque un equilibrio tra i punteggi dell’offerta tecnica e dell’offerta economica.
Da parte del relatore, sarà illustrata anche la richiesta sempre più frequente di offerte con il “criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”, che dovrà ormai comprendere la metodologia BIM e le fondamentali interazioni tra BIM – Project Management e Life Cycle Costing.


A tal riguardo, infatti, sempre più spesso, molte Stazioni Appaltanti pubbliche in relazione ad appalti di progettazione, costruzione e di servizi attinenti all’ingegneria e l’architettura, vengono evidenziati tra gli elementi di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa “professionalità e adeguatezza dell’offerta” e “caratteristiche metodologica dell’offerta” da esplicitarsi tutte tramite la relazione metodologica (o Piano di Qualità). Non esiste più il riferimento di legge, se pure come esempio, dei criteri di riferimento per l’offerta economicamente più vantaggiosa.


Per la progettazione, non c’è più la progettazione definitiva, e quella esecutiva è a cura dell’impresa. In gara lo studio di fattibilità tecnico economico.

La frequenza del corso conferisce 8 crediti formativi per il mantenimento della certificazione Project Manager secondo la norma UNI 11648.

Info e iscrizioni disponibili a questo link.