Il presidente Urbano sull’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia sugli “assistenti civici”

 

Un breve commento all’interrogazione recentemente presentata dall’on. Prisco, di cui condivido spirito e contenuto. Pubblico anche la deludente risposta governativa.

Le attuali vicende connesse all’emergenza Covid non fanno che riproporre vecchi vizi. L’impiego di personale non qualificato, quindi non formato, quindi non in possesso degli strumenti professionali per far fronte efficacemente alle situazioni di rischio, non fa altro che amplificarne i pericoli, per l’operatore e per i terzi.

Pochi giorni orsono l’altra proposta, avventata e giustamente criticata, di ricorrere agli assistenti civici per garantire il rispetto delle norme di prevenzione del contagio da Covid. Sempre lo stesso errore.

ASSIV non hai smesso di sottolineare, in ogni sede, che se l’attività degli istituti di vigilanza privata è capillarmente regolata e controllata dallo Stato, la ragione risiede proprio nella peculiare attività che questi istituti, e le guardie giurate, sono chiamati a svolgere, in forma complementare o sussidiaria all’attività delle Forze dell’Ordine.

La vigilanza privata ricorda, purtroppo spesso inascoltata ma non rassegnata, che la legge ne stabilisce gli ambiti di intervento prevalente o esclusivo, proprio nel perseguimento di un primario interesse pubblico a che tali attività siano svolte in modo da rispondere alle esigenze di sicurezza ed affidabilità collettive, oltre che a quelle dei singoli utenti dei servizi.

Certo, procedere altrimenti è nell’immediato più economico, ma siamo davvero certi che i danni collaterali non facciano pendere la bilancia nel senso opposto? Io credo di sì!

 

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