Fonte: IUS101.IT
Il 20 maggio 2025, un’importante conferenza stampa ha acceso i riflettori sull’essenziale settore dei servizi in Italia, con il lancio del Manifesto dell’Economia dei Servizi. L’evento, moderato da Andrea Laguardia, Vicepresidente di Lega Coop Produzione e Servizi, ha riunito un’ampia coalizione di politici, rappresentanti di associazioni e ben 19 organizzazioni nazionali. Questo documento sottolinea il peso economico del settore: un milione di lavoratori, 45.000 imprese e un volume di produzione di 70 miliardi di euro. Laguardia ha aperto i lavori mettendo in luce un concetto fondamentale: senza i servizi, l’Italia si fermerebbe; con essi, il Paese può prosperare. Ha poi messo in guardia circa le difficoltà affrontate dalle aziende di servizi, che hanno sostenuto l’aumento dei costi senza un adeguato riconoscimento. Da qui l’urgente richiesta di un riequilibrio contrattuale e di norme certe per la revisione dei prezzi, in particolare all’interno del codice degli appalti. Erika Mazzetti, membro della VIII Commissione (Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici), ha rafforzato l’idea di un codice degli appalti che tenga conto delle specificità del settore. Matteo Nevi, direttore di Assosistema, ha illustrato in dettaglio il manifesto, sottolineando l’urgenza di un intervento governativo per risolvere le disparità tra i settori dei lavori e dei servizi. Chiara Braga, esponente del Partito Democratico, ha espresso la necessità di un’azione legislativa mirata a garantire sostenibilità e stabilità al comparto. La conferenza ha messo in chiara evidenza la necessità di un riconoscimento formale e di un intervento legislativo per il settore dei servizi. Tra le proposte più importanti emerse, spiccano la creazione di un intergruppo parlamentare dedicato esclusivamente ai servizi e l’istituzione di un comitato tecnico-scientifico composto da esperti del settore. A chiusura dell’evento, diversi presidenti delle associazioni firmatarie hanno condiviso le loro preoccupazioni, sottolineando l’esigenza di un intervento immediato e risoluto per evitare che il settore dei servizi venga ulteriormente trascurato e non valorizzato. A questo proposito, abbiamo chiesto a Maria Cristina Urbano, Presidente di Assiv Confindustria:
Quali sono le principali sfide economiche e organizzative che il settore della vigilanza e dei servizi di sicurezza sta affrontando, considerando in particolare l’aumento dei costi operativi e l’esigenza di un riequilibrio contrattuale?
«Il settore della sicurezza privata sta subendo un processo di evoluzione, dovuto al progresso tecnologico che ha aperto nuove possibilità di controllo e predittive degli eventi, che possono essere trattati preventivamente e successivamente, con la concentrazione di segnali sia relativi alla security che alla safety. Inoltre, la domanda del mercato è vivace e non ha conosciuto, almeno dal periodo della pandemia, momenti di flessione, quanto piuttosto di flessibilità. Il complesso normativo che ci governa si presenta, di contro, non più adeguato a queste esigenze, ed almeno per quanto riguarda il settore della vigilanza armata, molte sono le lungaggini burocratiche che rendono difficile per le imprese del settore rispondere con immediatezza alle domande dell’utenza. A ciò si aggiunge il consistente aumento del costo della manodopera derivato dal rinnovo del CCNL, avvenuto fra il maggio del 2023 ed il febbraio del 2024, aumento che, almeno per il momento, non è stato recepito dalla pubblica amministrazione, né per i contratti in esecuzione, né per quelli che stanno andando in appalto. Per sintetizzare, ciò che chiediamo al decisore pubblico è un riordino delle norme di settore che ci governano ed un intervento sul Codice Appalti che ci tuteli garantendoci l’equilibrio contrattuale ed il riconoscimento del CCNL di settore come unico contratto di riferimento, e questo per evitare fenomeni di dumping»
In che modo il Manifesto presentato in conferenza stampa potrà concretamente influenzare le politiche governative e le decisioni strategiche che riguardano il vostro settore, specie in merito all’introduzione di norme chiare per la revisione dei prezzi e all’adeguamento del codice degli appalti?
«Il Manifesto, nelle intenzioni delle Associazioni e delle Federazioni firmatarie, è solo il primo passo per accendere i riflettori sul mondo dei servizi, quelli caratterizzati dal lavoro, sia intensivo che no. La modifica del Codice degli appalti per quanto concerne l’adeguamento prezzi non è il solo provvedimento che la Consulta dei Servizi chiede. Vogliamo intavolare un confronto continuo sulle problematiche dei servizi, macrosettore che negli ultimi cinque anni ha posto in gara un valore di oltre 86 miliardi di euro. Gli Onorevoli Mazzetti (FI), Milani (FdI) e Braga (PD), hanno accolto il nostro invito e si sono già dichiarati d’accordo nella creazione di un intergruppo parlamentare per i servizi, anzi l’on. Mazzetti, presidente dell’intergruppo “Appalti Italia”, ha proposto che del Comitato scientifico dell’intergruppo facciano parte tutte le Associazioni firmatarie. Un’altra iniziativa proposta dalla parte politica è quella della creazione di un Dipartimento dei Servizi all’interno del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il compito, tra gli altri, di esercitare un rigoroso controllo sui conti pubblici»
Vista la funzione essenziale della vigilanza per la sicurezza nazionale, quali misure specifiche e immediate ritiene siano indispensabili per garantire un adeguato riconoscimento e supporto sia ai lavoratori che alle imprese che operano in questo comparto?
«È indubbio che il meccanismo della revisione dei prezzi, formulato in modo da garantire l’equilibrio economico dei contratti stipulati con la PA, assicurerà agli operatori economici la possibilità di avere una giusta remunerazione e quindi anche il riconoscimento di adeguati livelli salariali per i lavoratori. Ieri si è parlato anche di eticità dell’azione della PA. E’ stato un passaggio importante, perché molto spesso la PA nel momento in cui diviene soggetto economico, questa eticità la dimentica»
Data l’importanza di un intergruppo parlamentare e di un comitato tecnico-scientifico, quali iniziative concrete intende intraprendere Assiv Confindustria per partecipare attivamente a questi organismi e assicurare che le peculiarità del settore della vigilanza siano pienamente rappresentate e comprese?
«Se c’è una cosa che va compresa, è che, anche in questo caso, l’unione fa la forza, quindi ogni azione verrà discussa e decisa all’interno della Consulta dei Servizi e diverrà azione comune. ASSIV partecipa attivamente alle attività del gruppo, portando il suo contributo di conoscenza ed esperienza, oltre alle problematiche tipiche del settore di rappresentanza, che però all’interno della Consulta devono trovare una composizione capace di portare la criticità a fattore comune. E’ un esercizio difficile ma molto utile: aggregare piuttosto che dividere, mediare piuttosto che contrapporre, mettendo da parte i protagonismi. Altri sono i tavoli sui cui le specificità di settore devono trovare voce e spazio»
Elisa Garfagna
giornalista
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