CDP – La sfida di lungo periodo del PNRR passa per le riforme

Quali sono i meccanismi di trasmissione delle riforme incluse nel PNRR verso l’economia reale? Quali potrebbero essere gli indicatori potenzialmente utili a monitorarne gli effetti? Quali le implicazioni per l’Italia?

Dopo aver descritto le caratteristiche principali delle riforme incluse nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano, il documento discute i meccanismi di trasmissione all’economia reale dei miglioramenti del contesto istituzionale e del quadro regolatorio indotti dalle riforme. Si presentano, inoltre, alcuni indicatori sintetici potenzialmente utili a monitorare il contributo delle riforme alla qualità istituzionale e le principali implicazioni per l’economia italiana, nel caso in cui gli obiettivi previsti dal PNRR venissero raggiunti.

Leggi i key message dello studio e scarica il documento per tutti gli approfondimenti.

  • Le riforme strutturali incidono sull’economia attraverso diversi meccanismi di trasmissione, soprattutto nel lungo periodo. Un clima economico più favorevole, promosso da politiche economiche, istituzioni e infrastrutture più efficienti, aumenta complessivamente la produttività totale dei fattori di produzione. Cresce quindi il PIL potenziale, ossia il massimo livello di PIL che l’economia può raggiungere.
  • In particolare, un miglioramento della qualità istituzionale generato dalle riforme comporta una riduzione degli oneri burocratici e dei costi di produzione sostenuti dalle imprese, liberando così nuove risorse per investimenti.
  • Piani di investimento più ambiziosi favoriscono, di conseguenza, un più alto livello di investimenti, stimolando un aumento della domanda aggregata. Si determina, così, un incremento del PIL effettivo, oltre che di quello potenziale.
  • Infine, le riforme aiutano a contenere anche il tasso di inflazione. In mercati competitivi, infatti, la riduzione deicosti di produzione porta a una riduzione del livello dei prezzi e, dunque, a una compressione del tasso di inflazione, tanto maggiore quanto più elevata è la differenza tra PIL potenziale e PIL effettivo (output gap).
  • Se i meccanismi funzionassero e gli obiettivi previsti dalle riforme contenute nel PNRR venissero raggiunti in relazione ai diversi indicatori di competitività del sistema economico, l’Italia migliorerebbe la sua posizione rispetto agli altri principali paesi europei.
  • I risultati di questo brief mostrano che, grazie alle riforme, si potrebbe invertire la rotta e interrompere il trend di declino osservato negli ultimi vent’anni in termini di qualità istituzionale, riportando l’Italia ai livelli dei primi anni 2000.
  • Gli effetti delle riforme determinerebbero un innalzamento del sentiero di crescita nel lungo periodo, rafforzando in modo consistente e duraturo l’effetto degli investimenti pubblici collegati al PNRR.
  • Il PIL italiano potrebbe tornare ai livelli del 2007, precedenti alla crisi finanziaria globale, già entro il 2025, raggiungendo un livello costantemente più elevato negli anni rispetto a uno scenario in assenza di riforme.

Leggi il brief

Fonte: CDP