Bene la conversione del Decreto Agosto in legge. Ora il Governo apra un dialogo con la vigilanza privata

Bene la conversione del Decreto Agosto in legge. Ora il Governo apra un dialogo con la vigilanza

 

Su HuffPost abbiamo in passato più volte denunciato la colpevole assenza di governo e Parlamento in materia di sicurezza privata: assenza di risposte alle ragionevoli istanze avanzate dagli istituti di vigilanza ed assenza di confronto con un comparto comunque essenziale per il sistema sicurezza Paese.

Come non abbiamo lesinato critiche, dobbiamo, per onestà intellettuale, riconoscere che la conversione in legge avvenuta qualche giorno fa del cosiddetto D.L. Agosto sembra presagire, lo speriamo, l’avvio di una nuova fase di confronto con Assiv, fondata sul riconoscimento della legittimità delle nostre ragioni e la validità delle nostre proposte.

Ma procediamo con ordine.

Lo scorso 30 giugno è scaduta l’ennesima proroga, reiterata con molteplici interventi legislativi sin da febbraio 2012, per consentire di derogare alla disposizione di legge che stabilisce la necessità di superare specifici corsi di formazione teorico-pratici per l’ottenimento della qualifica di guardia particolare giurata in servizio di antipirateria.

In attesa dell’attivazione dei predetti corsi da parte del Viminale, le gpg potevano dunque essere impiegate a bordo delle navi con compiti di difesa da atti di pirateria qualora avessero partecipato per un periodo di almeno sei mesi, quali appartenenti alle Forze armate, alle missioni internazionali in incarichi operativi.

Venuta meno la deroga, ancora inadempiente l’Amministrazione, alle nostre sollecitazioni per porre rimedio al pasticcio gli uffici del ministero dell’Interno si erano limitati a fare “spallucce”, quasi fosse responsabilità degli istituti di vigilanza non aver consentito alle guardie giurate di frequentare corsi che, in effetti, il Viminale non ha mai provveduto ad attivare, a quasi nove anni dall’approvazione della norma!

E non si tiri in ballo la pandemia da Covid-19, certamente grave, che tuttavia ha fatto la sua comparsa solo nel corso del corrente anno…  La conseguenza naturale è stata l’interruzione, a partire dal 1° luglio, di un delicatissimo servizio svolto sul nostro naviglio dalle gpg dipendenti da istituti italiani. Il Governo, con l’art. 38 del D.L. del 14 agosto, ha accolto le nostre sollecitazioni (fatte proprie da esponenti del Partito Democratico e del Movimento 5 stelle) e ha sanato la grave situazione che si era venuta determinando, prorogando fino al 30 giugno 2021 la disposizione transitoria. Nel frattempo, acquisito in tal senso l’impegno della maggioranza, l’auspicio è che possano finalmente partire i corsi di formazione.

Un secondo fronte si era aperto lo scorso anno quando il ministero dell’Interno, recependo attraverso una circolare una sentenza del TAR dell’Emilia-Romagna, aveva stabilito l’accesso al mercato della vigilanza privata a guardie giurate lavoratori autonomi, non dipendenti quindi da alcun istituto. Le potenziali conseguenze negative, forse appena intuite dai competenti uffici ministeriali, avrebbero potuto destrutturare completamente un comparto che ha proprio nell’organizzazione aziendale uno dei requisiti essenziali per garantire efficacia ed efficienza al servizio di vigilanza e suo contributo alla sicurezza del Paese, non volendo ragionare sulle ulteriori implicazioni negative in materia di diritti dei lavoratori, qualificazione degli stessi etc…

Assiv, una volta di più inascoltata dal ministero, ha ritenuto essenziale porre la questione all’attenzione delle istituzioni e della politica. Nel corso dell’iter di conversione del D.L. Agosto, un emendamento presentato al Senato da esponenti del Partito Democratico ha introdotto l’art. 37-quinquies, per mezzo del quale è stato esplicitato che la nomina a guardia giurata è subordinata alla verifica dell’esistenza di un rapporto di lavoro dipendente con un istituto di vigilanza, fugando così ogni dubbio interpretativo.

Non nascondo la soddisfazione di Assiv e del comparto per un duplice positivo risultato, certamente capace di rinsaldare imprese e lavoratori che hanno saputo dimostrare, anche nel corso del recente lockdown, la loro centralità al servizio del sistema produttivo, della società e dello Stato.

Giunti a questo punto, riteniamo che siano divenuti maturi i tempi affinché il ministero dell’Interno torni ad aprire un canale di dialogo con gli operatori della vigilanza privata, da troppo tempo immotivatamente ed irragionevolmente precluso. A ben vedere, come hanno dimostrato i fatti connessi all’approvazione del DL Agosto, forse più per inefficienze burocratiche che per volontà politica.

Maria Cristina Urbano

 

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