Secondo i dati diffusi da ISTAT, nel mese di novembre 2025 l’inflazione mostra un ulteriore rallentamento. L’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) registra infatti una variazione annua pari a +1,1%, in lieve diminuzione rispetto al mese precedente.
Il dato conferma una fase di moderata crescita dei prezzi, con dinamiche differenziate tra le diverse componenti, in particolare per energia, trasporti e alimentari.
I principali elementi del quadro inflattivo
La decelerazione dell’inflazione è legata soprattutto:
- alla riduzione della crescita dei prezzi dei servizi di trasporto;
- al rallentamento degli alimentari, sia lavorati che non lavorati;
- alla marcata flessione dei prezzi degli energetici regolamentati.
Resta invece più sostenuta la dinamica dei servizi, che continua a riflettere l’aumento dei costi del lavoro e delle attività ad alta intensità di manodopera.
L’inflazione di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) si attesta su valori superiori all’indice generale, segnalando che le tensioni strutturali sui prezzi non sono del tutto rientrate.
Indice FOI e riflessi contrattuali
Particolarmente rilevante per il settore è l’andamento dell’indice FOI (famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi), che a novembre 2025 cresce dell’1,0% su base annua.
Si tratta di un indicatore spesso utilizzato:
- per l’adeguamento dei canoni contrattuali;
- per le revisioni prezzi negli appalti, pubblici e privati;
- come riferimento nei contratti di lunga durata.
Il rallentamento dell’indice FOI riduce la pressione sugli adeguamenti automatici, ma non elimina le criticità legate all’aumento dei costi strutturali delle imprese.








