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Istat: Occupati e disoccupati – Aprile 2025

Ad aprile 2025, su base mensile, la stabilità degli occupati si associa al calo dei disoccupati e alla crescita degli inattivi.

La stabilità degli occupati è sintesi dell’aumento tra gli uomini, tra i 25-34enni e gli ultra 50enni, tra i dipendenti a termine e gli autonomi e della diminuzione tra le donne, nelle altre classi d’età e tra i dipendenti permanenti. Il tasso di occupazione è stabile al 62,7%.

Il calo delle persone in cerca di lavoro (-3,1%, pari a -48mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni, tra i quali il numero di disoccupati è sostanzialmente stabile. Il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,2 punti), quello giovanile al 19,2%  (-1,2 punti).

Similmente, la crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,3%, pari a +39mila unità) coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età tranne i 25-34enni, per i quali il numero di inattivi è in calo. Il tasso di inattività sale al 33,2% (+0,1 punti).

Confrontando il trimestre febbraio-aprile 2025 con quello precedente (novembre 2024-gennaio 2025), si registra un aumento di 96mila occupati (+0,4%).

Nel confronto trimestrale, diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-3,4%, pari a -55mila unità) e gli inattivi di 15-64 anni (-0,4%, pari a -44mila unità).

Ad aprile 2025, il numero di occupati supera quello di aprile 2024 dell’1,2% (+282mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 25-34enni e gli ultra 50-enni, a fronte di una  diminuzione per i 15-24enni e i 35-49enni. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 0,5 punti percentuali.

Rispetto ad aprile 2024, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-12,2%, pari a -209mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,1%, pari a +14mila).

Le differenze di genere

Ad aprile 2025, rispetto al mese precedente, tra gli uomini aumentano i tassi di occupazione (+0,1 punti) e di inattività (+0,1 punti) e cala il tasso di disoccupazione (-0,3 punti); anche tra le donne il tasso di inattività cresce (+0,1 punti), a fronte della diminuzione di quello di occupazione (-0,2 punti) e della stabilità del tasso di disoccupazione.

Su base annua, sia per gli uomini sia per le donne il tasso di occupazione aumenta (+0,6 e +0,4 punti rispettivamente) e quello di disoccupazione diminuisce (-0,8 punti tra gli uomini e -0,9 punti tra le donne); il tasso di inattività cala tra i primi (-0,1 punti) e aumenta tra le seconde (+0,2 punti).

Occupazione dipendente e indipendente

La stabilità congiunturale del numero di occupati, registrata ad aprile 2025, è sintesi dell’aumento dei dipendenti a termine (+0,8%) e degli autonomi (+1,0%) associato alla diminuzione dei dipendenti permanenti (-0,5%).

In termini tendenziali, l’occupazione cresce del 2,2% sia tra i dipendenti permanenti sia tra gli autonomi, mentre cala tra i dipendenti a termine (-6,1%).

La partecipazione al mercato del lavoro per classi di età

Tra marzo e aprile 2025, per chi ha almeno 35 anni d’età si osserva il calo del tasso di occupazione e l’aumento di quello di inattività, associati a un tasso di disoccupazione che diminuisce per i 35-49enni e rimane stabile per chi ha almeno 50 anni d’età. La diminuzione della disoccupazione registrata tra i minori di 35 anni si accompagna alla stabilità dell’occupazione e all’aumento dell’inattività per chi ha tra i 15 e i 24 anni e alla crescita dell’occupazione e al calo dell’inattività per chi ne ha tra i 25 e i 34.

Su base annua, il tasso di occupazione diminuisce per i 15-24enni e aumenta nelle altre classi di età; il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le classi di età, quello di inattività diminuisce tra i 25-34enni e gli ultra 50enni e aumenta nelle altre classi.


Il commento

Ad aprile 2025 il numero di occupati, pari a 24 milioni 200mila, è stabile rispetto al mese precedente. Aumentano gli autonomi (5 milioni 182mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 652mila), mentre diminuiscono i dipendenti permanenti (16 milioni 366mila).

L’occupazione cresce rispetto ad aprile 2024 (+282mila occupati), come sintesi della crescita di dipendenti permanenti (+345mila) e autonomi (+110mila) e del calo dei dipendenti a termine (-173mila).

Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,7%, quello di disoccupazione scende al 5,9% e il tasso di inattività sale al 33,2%.

Fonte: ISTAT

“Corsie sicure”: la Calabria fa scuola nella lotta alle aggressioni in ospedale

In un periodo in cui le aggressioni al personale sanitario sembrano purtroppo diventare episodi sempre più frequenti, arriva dalla Calabria un segnale forte, concreto e coraggioso: la Prefettura, insieme alla FSP Polizia di Stato e alle aziende sanitarie, ha avviato un protocollo operativo per tutelare chi ogni giorno è in prima linea nella cura dei cittadini.

Non si tratta solo di una misura simbolica, ma di un’azione strutturata e mirata, pensata per prevenire e gestire tempestivamente episodi di violenza all’interno delle strutture ospedaliere. Un modello di collaborazione tra istituzioni che merita di essere sottolineato e, perché no, replicato altrove.

Il sostegno dichiarato dalla FSP Polizia di Stato di Catanzaro a questa iniziativa voluta dal Prefetto Enrico De Rosa rappresenta un segnale importante: le forze dell’ordine riconoscono la gravità del fenomeno e si mettono a disposizione per affrontarlo con gli strumenti adeguati, dimostrando che sicurezza e sanità devono camminare insieme. E quando le istituzioni agiscono con prontezza, coordinazione e senso di responsabilità, è doveroso riconoscerlo.

In un Paese dove troppo spesso si discute senza decidere, questo protocollo rappresenta un esempio virtuoso di concretezza. Proteggere medici, infermieri, operatori sanitari non è solo un atto di giustizia verso chi dedica la propria vita al prossimo, ma anche una garanzia per i cittadini stessi: un ambiente ospedaliero sicuro è un ambiente più sereno, più efficiente, più umano.

Ci auguriamo che questo modello trovi presto attuazione piena, ma soprattutto che venga assunto come riferimento anche da altre realtà territoriali. Perché nessun camice bianco dovrebbe mai temere per la propria incolumità mentre sta salvando una vita.

Un sentito grazie, quindi, al Prefetto De Rosa, alla FSP Polizia di Stato e a tutti coloro che hanno contribuito a mettere in campo questa risposta ferma e lucida a un problema che non può più essere ignorato.

Fonti:

  1. Il LametinoAggressione in ospedale a Lamezia, Prefetto: attiveremo un sistema di allerta
    https://www.lametino.it/Ultimora/aggressione-in-ospedale-a-lamezia-prefetto-attiveremo-un-sistema-di-allerta.html
  2. CatanzaroinformaAggressioni negli ospedali, la FSP Polizia di Stato di Catanzaro sostiene il protocollo voluto dal Prefetto De Rosa
    https://www.catanzaroinforma.it/cronaca/2025/04/29/aggressioni-negli-ospedali-la-fsp-polizia-di-stato-di-catanzaro-sostiene-il-protocollo-voluto-dal-prefetto-de-rosa/370645/
  3. CN24Aggressioni in ospedale, FSP: “Ottimo protocollo tra Prefettura e Questura”
    https://cn24tv.it/news/266976/aggressioni-in-ospedale-fsp-ottimo-protocollo-tra-prefettura-e-questura.html
  4. AgenparlFSP Polizia di Stato Catanzaro: “Totale condivisione delle iniziative del Prefetto De Rosa. Negli ospedali si passa finalmente ai fatti”
    https://agenparl.eu/2025/04/29/fsp-polizia-di-stato-catanzaro-totale-condivisione-delle-iniziative-del-prefetto-de-rosa-negli-ospedali-si-passa-finalmente-ai-fatti-comunicato-stampa-del-29-04-25/

IUS101.IT: “Nasce il Manifesto dell’Economia dei Servizi”

Fonte: IUS101.IT

Il 20 maggio 2025, un’importante conferenza stampa ha acceso i riflettori sull’essenziale settore dei servizi in Italia, con il lancio del Manifesto dell’Economia dei Servizi. L’evento, moderato da Andrea Laguardia, Vicepresidente di Lega Coop Produzione e Servizi, ha riunito un’ampia coalizione di politici, rappresentanti di associazioni e ben 19 organizzazioni nazionali. Questo documento sottolinea il peso economico del settore: un milione di lavoratori, 45.000 imprese e un volume di produzione di 70 miliardi di euro. Laguardia ha aperto i lavori mettendo in luce un concetto fondamentale: senza i servizi, l’Italia si fermerebbe; con essi, il Paese può prosperare. Ha poi messo in guardia circa le difficoltà affrontate dalle aziende di servizi, che hanno sostenuto l’aumento dei costi senza un adeguato riconoscimento. Da qui l’urgente richiesta di un riequilibrio contrattuale e di norme certe per la revisione dei prezzi, in particolare all’interno del codice degli appalti. Erika Mazzetti, membro della VIII Commissione (Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici), ha rafforzato l’idea di un codice degli appalti che tenga conto delle specificità del settore. Matteo Nevi, direttore di Assosistema, ha illustrato in dettaglio il manifesto, sottolineando l’urgenza di un intervento governativo per risolvere le disparità tra i settori dei lavori e dei servizi. Chiara Braga, esponente del Partito Democratico, ha espresso la necessità di un’azione legislativa mirata a garantire sostenibilità e stabilità al comparto. La conferenza ha messo in chiara evidenza la necessità di un riconoscimento formale e di un intervento legislativo per il settore dei servizi. Tra le proposte più importanti emerse, spiccano la creazione di un intergruppo parlamentare dedicato esclusivamente ai servizi e l’istituzione di un comitato tecnico-scientifico composto da esperti del settore. A chiusura dell’evento, diversi presidenti delle associazioni firmatarie hanno condiviso le loro preoccupazioni, sottolineando l’esigenza di un intervento immediato e risoluto per evitare che il settore dei servizi venga ulteriormente trascurato e non valorizzato. A questo proposito, abbiamo chiesto a Maria Cristina Urbano, Presidente di Assiv Confindustria:
Quali sono le principali sfide economiche e organizzative che il settore della vigilanza e dei servizi di sicurezza sta affrontando, considerando in particolare l’aumento dei costi operativi e l’esigenza di un riequilibrio contrattuale?
«Il settore della sicurezza privata sta subendo un processo di evoluzione, dovuto al progresso tecnologico che ha aperto nuove possibilità di controllo e predittive degli eventi, che possono essere trattati preventivamente e successivamente, con la concentrazione di segnali sia relativi alla security che alla safety. Inoltre, la domanda del mercato è vivace e non ha conosciuto, almeno dal periodo della pandemia, momenti di flessione, quanto piuttosto di flessibilità. Il complesso normativo che ci governa si presenta, di contro, non più adeguato a queste esigenze, ed almeno per quanto riguarda il settore della vigilanza armata, molte sono le lungaggini burocratiche che rendono difficile per le imprese del settore rispondere con immediatezza alle domande dell’utenza. A ciò si aggiunge il consistente aumento del costo della manodopera derivato dal rinnovo del CCNL, avvenuto fra il maggio del 2023 ed il febbraio del 2024, aumento che, almeno per il momento, non è stato recepito dalla pubblica amministrazione, né per i contratti in esecuzione, né per quelli che stanno andando in appalto. Per sintetizzare, ciò che chiediamo al decisore pubblico è un riordino delle norme di settore che ci governano ed un intervento sul Codice Appalti che ci tuteli garantendoci l’equilibrio contrattuale ed il riconoscimento del CCNL di settore come unico contratto di riferimento, e questo per evitare fenomeni di dumping»

In che modo il Manifesto presentato in conferenza stampa potrà concretamente influenzare le politiche governative e le decisioni strategiche che riguardano il vostro settore, specie in merito all’introduzione di norme chiare per la revisione dei prezzi e all’adeguamento del codice degli appalti?
«Il Manifesto, nelle intenzioni delle Associazioni e delle Federazioni firmatarie, è solo il primo passo per accendere i riflettori sul mondo dei servizi, quelli caratterizzati dal lavoro, sia intensivo che no. La modifica del Codice degli appalti per quanto concerne l’adeguamento prezzi non è il solo provvedimento che la Consulta dei Servizi chiede. Vogliamo intavolare un confronto continuo sulle problematiche dei servizi, macrosettore che negli ultimi cinque anni ha posto in gara un valore di oltre 86 miliardi di euro. Gli Onorevoli Mazzetti (FI), Milani (FdI) e Braga (PD), hanno accolto il nostro invito e si sono già dichiarati d’accordo nella creazione di un intergruppo parlamentare per i servizi, anzi l’on. Mazzetti, presidente dell’intergruppo “Appalti Italia”, ha proposto che del Comitato scientifico dell’intergruppo facciano parte tutte le Associazioni firmatarie. Un’altra iniziativa proposta dalla parte politica è quella della creazione di un Dipartimento dei Servizi all’interno del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il compito, tra gli altri, di esercitare un rigoroso controllo sui conti pubblici»

Vista la funzione essenziale della vigilanza per la sicurezza nazionale, quali misure specifiche e immediate ritiene siano indispensabili per garantire un adeguato riconoscimento e supporto sia ai lavoratori che alle imprese che operano in questo comparto?
«È indubbio che il meccanismo della revisione dei prezzi, formulato in modo da garantire l’equilibrio economico dei contratti stipulati con la PA, assicurerà agli operatori economici la possibilità di avere una giusta remunerazione e quindi anche il riconoscimento di adeguati livelli salariali per i lavoratori. Ieri si è parlato anche di eticità dell’azione della PA. E’ stato un passaggio importante, perché molto spesso la PA nel momento in cui diviene soggetto economico, questa eticità la dimentica»

Data l’importanza di un intergruppo parlamentare e di un comitato tecnico-scientifico, quali iniziative concrete intende intraprendere Assiv Confindustria per partecipare attivamente a questi organismi e assicurare che le peculiarità del settore della vigilanza siano pienamente rappresentate e comprese?
«Se c’è una cosa che va compresa, è che, anche in questo caso, l’unione fa la forza, quindi ogni azione verrà discussa e decisa all’interno della Consulta dei Servizi e diverrà azione comune. ASSIV partecipa attivamente alle attività del gruppo, portando il suo contributo di conoscenza ed esperienza, oltre alle problematiche tipiche del settore di rappresentanza, che però all’interno della Consulta devono trovare una composizione capace di portare la criticità a fattore comune. E’ un esercizio difficile ma molto utile: aggregare piuttosto che dividere, mediare piuttosto che contrapporre, mettendo da parte i protagonismi. Altri sono i tavoli sui cui le specificità di settore devono trovare voce e spazio»

Elisa Garfagna
giornalista

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100 anni di Corpo Vigili Giurati: Le prospettive della sicurezza privata

Maria Cristina Urbano, Presidente di ASSIV, è ospite all’evento organizzato da Corpo Vigili Giurati in occasione della celebrazione del centenario dell’azienda (1925-2025). Un appuntamento istituzionale e culturale, occasione per riflettere sulle prospettive del settore della sicurezza privata.

Un comparto che negli ultimi anni non ha conosciuto flessioni. Anzi, presenta un trend positivo in tutte e due i suoi settori: circa 55.000 gli addetti della sicurezza armata e oltre 100.000 quelli della sicurezza disarmata, per un volume di affari di circa 4 miliardi di euro nel 2024. Il valore degli appalti pubblici aggiudicati nel 2024 è di circa 519 milioni di euro. Un settore importante, all’interno del macro settore dei servizi caratterizzati dal lavoro.

Durante il suo intervento, Maria Cristina Urbano passa in rassegna i problemi del settore: una normativa di riferimento che per alcuni aspetti è ormai superata, procedimenti amministrativi troppo lunghi per i tempi aziendali (decretazione delle GPG, rinnovi licenze, certificazione delle competenze per i servizi speciali), l’esiguità dei margini operativi che derivano dagli affidamenti di gara.

“È molto difficile parlare di adeguamento dei salari” spiega la Presidente “se per prima la PA non riconosce l’aumento salariale intervenuto. Ritengo che sia la PA per prima che debba tenere un comportamento etico sul mercato, garantendo l’equilibrio contrattuale per tutta la durata dell’esecuzione della gara eventualmente tenendo sotto controllo la spesa pubblica con meccanismi di recupero sui ribassi ed una più attenta progettazione dei servizi richiesti.”

E poi la sfida verso il futuro: l’integrazione uomo-tecnologia che amplificherà l’efficacia e l’efficienza dei servizi, ma darà anche la possibilità di ampliare il perimetro di intervento, integrando servizi di security con quelli di safety. Secondo Maria Cristina Urbano, però, questo richiede una nuova cornice normativa, che renda effettiva e legittima l’integrazione pubblico-privato, e un grande lavoro sulle risorse umane che dovranno acquisire competenze e conoscenze adeguate a questi nuovi scenari, per aumentare il valore della prestazione offerta e non far indietreggiare i livelli occupazionali.