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Ministero del Lavoro: Bonus mamme, l’articolazione della misura

Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 149/2025 del decreto legge 30 giugno 2025 n. 95 (recante “Disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali”), le disposizioni per l’integrazione al reddito delle lavoratrici madri di 2 o più figli si integrano con la previsione di cui all’articolo 6 del D.L., valida solo per il 2025. Più precisamente, la misura approvata dal Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2025 dispone il riconoscimento di una somma pari a 40 euro al mese per ogni mese o frazione di rapporto di lavoro o attività autonoma, a favore di lavoratrici con contratto di lavoro dipendente o autonomo che abbiano un reddito inferiore ai 40mila euro l’anno e siano madri di 2 o più figli, fino al raggiungimento dei 10 anni di quello più piccolo.

Per le lavoratrici madri di 3 o più figli titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per il 2025 resta in vigore la previsione della Manovra di bilancio per il 2024 (art.1, comma 180, legge n. 213/2023).

Dal 2026 entreranno in vigore stabilmente le previsioni di cui alla legge di bilancio per il 2025 (articolo 1, comma 219, legge n. 207/2024).

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali

Movida e sicurezza urbana, protocollo in prefettura a Brescia per rafforzare i controlli

Più vigilanza nelle aree interessate, maggiore collaborazione con i gestori e formazione per gli operatori

Introduzione di nuove misure efficaci a garantire il decoro e la vivibilità dei luoghi pubblici a Brescia.

Questa la finalità del nuovo protocollo d’intesa che prevede il rafforzamento della sicurezza urbana nelle principali aree della movida, siglato dal prefetto, Andrea Polichetti, con sindaco della città, Laura Castelletti, il segretario generale della Camera di Commercio e i vertici delle associazioni di categoria dei commercianti.  

L’intesa pone un’attenzione particolare alla prevenzione dei fenomeni di degrado e disturbo alla quiete pubblica, confermando la presenza di operatori specializzati – presenti soprattutto nei weekend in orario serale e notturno – incaricati di fornire informazioni ai cittadini sui comportamenti corretti, disincentivare assembramenti rumorosi e favorire un accesso ordinato ai locali.

Il protocollo riconosce inoltre un ruolo maggiore ai titolari degli esercizi pubblici nel far osservare le regole per la prevenzione di atti illeciti. Le nuove misure riguardano anche il potenziamento della videosorveglianza, una adeguata illuminazione e un “codice di condotta dell’avventore”, che definisce in modo chiaro i comportamenti che i clienti devono tenere all’interno e nei pressi dei locali pubblici.

Previsti infine momenti formativi rivolti agli operatori del settore e campagne di sensibilizzazione con l’obiettivo di promuovere una cultura condivisa della responsabilità e del rispetto.

«L’aggiornamento dell’intesa – ha sottolineato il prefetto – rafforza il percorso di cooperazione operativa degli esercizi pubblici con le Forze di polizia e lo stesso ente locale. Tutti dobbiamo concorrere al mantenimento della legalità».

Fonte: Ministero dell’Interno

Occupati e disoccupati (maggio 2025)

A maggio 2025, su base mensile, la crescita di occupati e disoccupati si associa al calo degli inattivi.

L’aumento degli occupati (+0,3%, pari a +80mila unità) coinvolge uomini, donne, dipendenti permanenti, autonomi e coloro che hanno almeno 50 anni d’età; si registra invece un calo tra i dipendenti a termine e nelle altre classi d’età. Il tasso di occupazione sale al 62,9% (+0,2 punti).

La crescita delle persone in cerca di lavoro (+7,1%, pari a +113mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere ed è diffusa in tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione sale al 6,5% (+0,4 punti), quello giovanile al 21,6% (+1,7 punti).

La diminuzione degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,4%, pari a -172mila unità) coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di inattività scende al 32,6% (-0,5 punti).

Confrontando il trimestre marzo-maggio 2025 con quello precedente (dicembre 2024-febbraio 2025), si registra un aumento di 93mila occupati (+0,4%).

Nel confronto trimestrale, crescono le persone in cerca di lavoro (+0,8%, pari a +13mila unità) e diminuiscono gli inattivi di 15-64 anni (-0,8%, pari a -94mila unità).

A maggio 2025, il numero di occupati supera quello di maggio 2024 dell’1,7% (+408mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 25-34enni e gli ultra 50enni, a fronte di una diminuzione tra i 15-24enni e i 35-49enni. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 0,8 punti percentuali.

Rispetto a maggio 2024, cresce il numero di persone in cerca di lavoro (+0,9%, pari a +15mila unità) e diminuisce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,6%, pari a -320mila).

Le differenze di genere

A maggio 2025, rispetto al mese precedente, sia tra gli uomini sia tra le donne aumentano i tassi di occupazione (+0,1 e +0,2 punti rispettivamente) e di disoccupazione (+0,5 e +0,3 punti); il tasso di inattività cala di 0,5 punti tra i primi e 0,4 punti tra le seconde.

Anche su base annua per entrambe le componenti di genere aumenta il tasso di occupazione (+0,9 punti tra gli uomini e +0,7 punti tra le donne) e diminuisce quello di inattività (-1,1 e -0,5 punti, rispettivamente); il tasso di disoccupazione cresce tra i primi (+0,2 punti) e cala tra le seconde (-0,4 punti).

Occupazione dipendente e indipendente

La crescita congiunturale del numero di occupati, registrata a maggio 2025, è trainata dall’aumento dei dipendenti permanenti (+0,4%) e degli autonomi (+0,3%) che più che compensa la diminuzione dei dipendenti a termine (-0,2%).

In termini tendenziali, l’occupazione cresce del 2,4% tra i dipendenti permanenti e del 3,5% tra gli autonomi, mentre cala tra i dipendenti a termine (-5,5%).

La partecipazione al mercato del lavoro per classi di età

Tra aprile e maggio 2025, per i 15-34enni diminuiscono i tassi di occupazione e inattività e aumenta quello di disoccupazione. Anche per le altre classi di età il tasso di inattività cala, ma cresce quello di occupazione; il tasso di disoccupazione sale tra i 35-49enni ed è stabile tra i 50-64enni.

Su base annua, il tasso di occupazione diminuisce per i 15-24enni, è stabile tra i 25-34enni e aumenta nelle altre classi di età; il tasso di disoccupazione cresce tra chi ha meno di 50 anni d’età e diminuisce tra i 50-64enni, quello di inattività, infine, aumenta tra i 15-24enni e cala nelle altre classi.


Il commento

A maggio 2025 il numero di occupati, pari a 24 milioni 301mila, è in crescita rispetto al mese precedente. Aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 420mila) e gli autonomi (5 milioni 223mila), mentre diminuiscono i dipendenti a termine (2 milioni 659mila).

L’occupazione cresce rispetto a maggio 2024 (+408mila occupati), come sintesi dell’aumento dei dipendenti permanenti (+388mila) e degli autonomi (+175mila) e del calo dei dipendenti a termine (-155mila).

Su base mensile, crescono il tasso di occupazione e di disoccupazione, al 62,9% e al 6,5% rispettivamente, mentre il tasso di inattività cala al 32,6%.

Scarica la nota ISTAT

Fonte: ISTAT

Il Sole 24 Ore rilancia l’allarme della Consulta dei Servizi: “Revisione prezzi urgente per salvare imprese e lavoro”

Sul numero del 1° luglio 2025, Il Sole 24 Ore dà rilievo al pressing della Consulta dei Servizi, di cui ASSIV è parte fondante, che da mesi chiede un intervento urgente sulla revisione obbligatoria dei prezzi nei contratti pubblici anche attraverso modifiche al Decreto Infrastrutture (A.C. 2416) attualmente all’esame del Parlamento.

Il DL Infrastrutture rappresenta un passaggio legislativo fondamentale per aggiornare il Codice dei Contratti Pubblici anche nel settore dei servizi, ancora oggi penalizzato da soglie di revisione troppo alte e da un meccanismo facoltativo che non tutela adeguatamente imprese e lavoratori.

L’articolo evidenzia come le attuali soglie del 5% per attivare la revisione siano ormai insostenibili, soprattutto nei settori ad alta intensità di manodopera e a funzione pubblica – come vigilanza privata, ristorazione collettiva, servizi ambientali, sociosanitari e facility management.

Un recente studio promosso dalla Consulta dimostra che la riduzione della soglia al 3%, con l’attivazione automatica della revisione prezzi, non comporterebbe aggravi significativi per la spesa pubblica: oltre il 71% delle risorse resterebbe disponibile per le stazioni appaltanti.

Il rischio, senza un intervento correttivo, è concreto: oltre 23.000 imprese, un milione di addetti e 70 miliardi di euro di valore economico sono in bilico. ASSIV si unisce quindi all’appello al Governo e al Parlamento per approvare gli emendamenti proposti e garantire regole eque, stabili e sostenibili per l’intero settore dei servizi.

📎 In allegato l’articolo completo tratto da Il Sole 24 Ore