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Attività investigativa sui dipendenti : al lavoratore il diritto di accesso agli atti

Attività investigativa sui dipendenti: al lavoratore il diritto di accesso agli atti

Il lavoratore ha diritto ad avere accesso ai propri dati personali, compresi quelli contenuti nella relazione dell’agenzia investigativa incaricata dall’azienda di raccogliere informazioni sul suo conto. 

Lo ha stabilito il Garante Privacy con il provvedimento n. 290 del 6 luglio 2023 in cui è stato accertata l’illiceità del trattamento dei dati effettuato da parte di un’azienda di servizi di pubblica utilità sanzionandola con una multa di 10mila euro. 

L’Autorità è intervenuta a seguito del reclamo di un dipendente che non riusciva ad ottenere completo riscontro alle richieste di accesso ai propri dati personali, avanzate dopo il ricevimento di una contestazione disciplinare nella quale erano contenuti puntuali riferimenti ad attività extra lavorative, cui era seguito il licenziamento. 

Alle diverse istanze dell’interessato, l’azienda aveva infine risposto che le richieste erano “troppo generiche” ed era necessario indicare “nel dettaglio” le informazioni alle quali si chiedeva l’accesso. 

Inoltre, solo a distanza di quasi un anno dalla prima richiesta e in occasione della costituzione dell’azienda nel giudizio di impugnazione del licenziamento, il dipendente era venuto a conoscenza dell’esistenza e del contenuto della relazione investigativa dalla quale erano stati tratti riferimenti specifici inseriti nella contestazione disciplinare. 

Nel provvedimento il Garante ha stabilito che l’azienda aveva l’obbligo di fornire al lavoratore tutti i dati raccolti con la relazione investigativa, anche quelli che non erano stati trasferiti nella contestazione disciplinare (fotografie, una rilevazione Gps, descrizioni di luoghi, persone e situazioni), conformemente agli artt. 12 e 15 del Regolamento. Informazioni che, in ipotesi, avrebbero anche potuto essere utili per l’esercizio del diritto di difesa. 

Inoltre, dal canto suo l’azienda, nei riscontri forniti al lavoratore, non aveva fatto cenno alla relazione investigativa né motivato in alcun modo il diniego di accesso ai dati contenuti in questo documento, violando in tal modo anche il principio di correttezza. 

L’Autorità quindi, ricordando che il titolare del trattamento è tenuto a fornire l’accesso ai dati personali dell’interessato in forma completa e aggiornata – indicando anche l’origine dei dati qualora non siano raccolti direttamente dal titolare del trattamento presso l’interessato – ha irrogato all’azienda una sanzione di 10mila euro.

Scarica il provvedimento 6 luglio 2023, n. 290

Fonte : Lavorosì Garante Privacy 

Anac: L’iscrizione nel registro degli indagati non è più causa di esclusione dalle gare d’appalto

Anac: L’iscrizione nel registro degli indagati non è più causa di esclusione dalle gare d’appalto

La mera iscrizione nel registro degli indagati non può, da sola, determinare effetti pregiudizievoli di natura civile o amministrativa per la persona alla quale il reato è attribuito. Pertanto non comporta più l’esclusione dalle gare d’appalto.

E’ quanto ha precisato l’Autorità Nazionale Anticorruzione con la delibera N. 397 del 6 settembre 2023, chiarendo quanto stabilito dal nuovo Codice degli Appalti, operante dal 1° luglio 2023.

Il caso specifico

Rispondendo a una richiesta di parere di un Comune siciliano, riguardo i requisiti di ordine generale per l’affidamento di contratti pubblici con particolare riferimento all’illecito professionale grave, l’Anac ha fornito indicazioni specifiche sulle cause di esclusione dalle gare d’appalto, sulla base di quanto disposto dal decreto legislativo 36/2023.
In particolare Anac ha provveduto ad individuare le differenze tra la disciplina in tema di illecito professionale grave dettata dal Codice Appalti del 2016 e quella introdotta dal Codice Appalti di quest’anno.

Tra gli aspetti di maggior rilievo del nuovo Codice la tipizzazione delle fattispecie costituenti grave illecito professionale (limitato, sotto il profilo penale ai reati di cui alle lettere g) ed h) del comma 3 dell’art. 98) e dei mezzi di prova utili per la valutazione della sussistenza dell’illecito stesso, superando in tal modo l’impostazione precedente che consentiva di valutare ogni condotta penalmente rilevante idonea ad incidere sulla affidabilità e sull’integrità della impresa concorrente.

La conclusione

Nell’ambito della tipizzazione introdotta perde, quindi, rilevanza la mera iscrizione nel registro degli indagati, probabilmente per esigenze di coordinamento del Codice Appalti con la riforma recata 150/2022 che ha introdotto (tra l’altro) nel codice di procedura penale la nuova disposizione dell’art. 335-bis, che così recita: «La mera iscrizione nel registro di cui all’articolo 335 non può, da sola, determinare effetti pregiudizievoli di natura civile o amministrativa per la persona alla quale il reato è attribuito».

Scarica la delibera ANAC n. 397 del 6 settembre 2023

Fonte: ANAC

Salerno, focus in prefettura sullo stato della sicurezza in città

Salerno, focus in prefettura sullo stato della sicurezza in città

Confermata una attenzione particolare ai temi della malamovida e del disagio giovanile

Il prefetto di Salerno, Francesco Russo, ha presieduto oggi, presso il palazzo del Governo, una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per un punto di situazione sulle problematiche relative alla sicurezza nella città portate all’attenzione dei cittadini dopo i più recenti fatti di cronaca.

Nel corso dell’incontro è stato dato ampio risalto all’impegno messo in campo dalla Forze dell’ordine e sono stati illustrati i risultati legati ai servizi straordinari di controllo dinamico del territorio durante il periodo estivo.

Sul versante delle attività di prevenzione, il prefetto ha sottolineato, per quanto riguarda il tema della “malamovida”, le iniziative che coinvolgeranno il comune capoluogo, tra cui la creazione di un tavolo trasversale, cui partecipano le istituzioni più rappresentative insieme alla camera di commercio e alle associazioni di categoria dei commercianti e degli esercenti. Prevista anche la sottoscrizione di un protocollo finalizzato a rafforzare, attraverso una più stretta collaborazione con i gestori dei locali, le strategie di prevenzione dei fenomeni illegali connessi alle attività di intrattenimento e a realizzare concrete iniziative per la diffusione tra i più giovani della “cultura del divertimento sano”.

La firma del protocollo – si legge nella nota della prefettura – sarà un punto di partenza per affrontare il tema del disagio giovanile a tutto tondo, partendo innanzitutto dalla prevenzione, atteso che il fenomeno non si manifesta solo con il consumo smodato di alcolici e sostanze stupefacenti ma anche attraverso la violenza delle “baby gang” e comportamenti riconducibili al cyberbullismo.

«Rinnovo l’invito a tutte le istituzioni a collaborare per combattere il degrado e il disagio che, sempre più, stanno assediando le nostre città e i nostri giovani e auspico che sia possibile a breve mettere in campo vere e proprie attività di sensibilizzazione dei ragazzi, delle famiglie e della società civile nel suo complesso. È nostro compito diffondere la “cultura del divertimento sano”, che possa svolgersi nella legalità e in condizioni di sicurezza. Responsabilizziamo giovani e giovanissimi – sempre più disorientati e vulnerabili rispetto a stili di vita mutuati da esempi scorretti di sopraffazione e violenza fisica e verbale – a tenere comportamenti consapevoli e rispettosi del prossimo», ha commentato il prefetto all’esito dell’incontro.

Fonte: Ministero dell’Interno

Sicurezza negli stadi: riunito al Viminale il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica

Sicurezza negli stadi: riunito al Viminale il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica

lla riunione presieduta dal ministro dell’Interno Piantedosi ha partecipato il ministro per lo Sport e i Giovani Abodi

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha presieduto una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicato all’esame delle questioni inerenti la sicurezza dello svolgimento di incontri calcistici, alla luce del recente avvio della stagione calcistica 2023-2024.

 All’incontro hanno partecipato il ministro per lo sport ed i giovani, Andrea Abodi, il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, i vertici delle Forze di polizia, rappresentanti degli organi di informazione e sicurezza ed i vertici delle diverse componenti dei settori calcistici professionistico e dilettantistico.

Il ministro Piantedosi ha sottolineato «l’importanza, tenuto conto delle diverse responsabilità, di un’azione condivisa delle istituzioni e di tutte le componenti del sistema calcistico per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza negli stadi e degli episodi di discriminazione razziale e territoriale, che interessano non solo i campionati delle leghe professionistiche ma anche i tornei dilettantistici e delle categorie giovanili».

«Lo sforzo del Viminale è diretto, da un lato, a prevenire comportamenti violenti, con una vigilanza anche al di fuori degli impianti sportivi, dall’altro, ad individuare e sanzionare i responsabili dei singoli episodi grazie all’intensa azione investigativa svolta dalle Forze di polizia. Per quanto riguarda il primo profilo, è unanimemente apprezzata – ha proseguito il titolare del Viminale – l’attività dell’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive che, nel corso della scorsa stagione calcistica, ha esaminato più di 2600 incontri valevoli per i campionati nazionali professionistici e lega dilettanti, oltre che per competizioni di livello internazionale, adottando 162 provvedimenti interdittivi. Analogo impegno è assicurato dalle Forze dell’ordine sul piano del contrasto che ha portato, nella scorsa stagione, all’esecuzione di 150 arresti, a quasi 2700 deferimenti all’autorità giudiziaria e all’adozione di più di 2.220 daspo».

«Lungo questa duplice direzione lavoreremo anche in questa stagione calcistica, rivolgendo una particolare attenzione ai gravissimi ed intollerabili episodi di discriminazione razziale alla luce degli impegni comuni assunti con la dichiarazione di intenti sottoscritta lo scorso giugno», ha aggiunto il ministro Piantedosi, preannunciando l’intenzione, insieme al ministro Abodi, di convocare nel prosieguo analoghe riunioni per un confronto continuo e costruttivo sul tema della sicurezza in occasione delle manifestazioni calcistiche.

Fonte: Ministero dell’Interno