Home Blog Pagina 258

ASSIV: Sicurezza nei campi Rom, perché i vigili urbani non sono i più adeguati

Sopralluogo del Segretario Nazionale della Lega Lombarda Matteo Salvini al campo nomadi di via San Dionigi (Luca Matarazzo, MILANO - 2013-09-24) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ASSIV: Sicurezza nei campi Rom, perché i vigili urbani non sono i più adeguati

Più che di controllo sul rispetto della legalità, sono stati affidati loro compiti di mero piantonamento. Impiegarli in tal modo risponde a un generale principio di ottimizzazione dei costi e nell’impiego delle risorse umane e strumentali? A queste domande mi sento di poter rispondere: no. O, almeno, non dovrebbero essere soli.

Ciclicamente sui giornali compaiono articoli a nove colonne sull’emergenza sicurezza nei campi nomadi. Si tratta di un problema particolarmente sentito nella città di Roma, che non è mai stato compiutamente affrontato dalle amministrazioni comunali che si sono avvicendate negli ultimi decenni. Problema, perché onestamente di problema si tratta, che tuttavia ha un impatto sproporzionato sulla percezione di insicurezza dei cittadini rispetto la sue effettiva consistenza, perché ben visibile nei mezzi pubblici, nelle stazioni, nelle vie dedicate allo shopping e perché ben documentate le attività illecite legate ai furti nelle abitazioni, alla ricettazione, ai furti di metalli da avviare al riciclo.

E proprio per questa sua esposizione è un tema troppo spesso trattato con l’accetta, per chiare esigenze di comunicazione o di natura politica, capace di dividere la pubblica opinione tra chi difende il riconoscimento al diritto di conservare il proprio stile di vita, anche quando quest’ultimo mal si concilia con la contemporanea società occidentale, e chi invece vorrebbe la completa assimilazione dei Rom per tagliare alla radice comportamenti giudicati asociali (si pensi allo sfruttamento dei bambini) o criminogeni. Dibattito spinoso, che vede ragioni in entrambe le posizioni, ma che certamente evidenzia l’incapacità della politica di gestire, anche dal solo punto di vista della sicurezza, la coesistenza tra due realtà tanto diverse.

Ne parlo perché ultimamente il tema è tornato di attualità poiché a controllare sulla sicurezza dei campi Rom sono stati inviati i vigili urbani della Capitale. Più che di controllo sulla sicurezza e sul rispetto della legalità, invero, sono stati affidati loro compiti di mero piantonamento. La polemica ha ovviamente preso subito forza, soprattutto per la carenza cronica di personale da parte del corpo dei vigili urbani capitolini, chiamati istituzionalmente ad operare in molteplici ambiti, su un territorio comunale tra i più vasti d’Europa, con problematiche da far accapponare la pelle al più navigato dei comandanti. Senza contare che i diretti interessati lamentano una sostanziale inadeguatezza nei mezzi strumentali messi a loro disposizione. Ma la domanda che occorre porsi è: ma davvero i vigili urbani sono i più adeguati a svolgere questo tipo di servizio? Impiegarli in tal modo risponde a un generale principio di ottimizzazione dei costi e nell’impiego delle risorse umane e strumentali? A queste domande mi sento di poter rispondere: no. O, almeno, non dovrebbero essere soli.

Come presidente ASSIV, l’associazione che rappresenta il comparto degli Istituti di Vigilanza Privata, mi preme allora formulare una proposta, che riprende soluzioni già adottate in passato.

Il “Regolamento per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunità nomadi nel Comune di Roma” del febbraio 2009 disciplinò infatti in maniera univoca tutti gli insediamenti, a partire dai controlli di sicurezza interni ed esterni. In quella fase si prevedeva un lavoro congiunto di Polizia Municipale e GPG di IVP selezionati per vigilare sui campi. Probabilmente il regolamento si spinse troppo oltre, caratterizzandosi (forse neanche troppo consapevolmente) come tema identitario per la stagione politica di allora, subendo una censura da parte del Consiglio di Stato.

La cosa aveva infatti suscitato un vespaio di non poco conto relativamente ai supposti diritti lesi in relazione alle modalità di controllo e accesso ai campi. Per non dire del fatto che uno degli istituti di Roma che non furono invitati fece ricorso. Tuttavia, da allora il problema del controllo dei campi ritorna ciclicamente, in particolare con riguardo agli accessi, in un’ottica non solo di corretta fruizione, ma di sicurezza urbana.

I tempi sono forse maturi per riprendere quell’iniziativa, strutturandola in maniera più equilibrata, acquisendo magari, già in fase di studio, pareri da parte di chi è quotidianamente impegnato in delicati servizi di controllo del territorio ed è dotato di tecnologie che consentirebbero il rispetto dei diritti di tutti, sia di chi legittimamente vuole accedere ai campi, sia di chi, altrettanto legittimamente, ha la pretesa che all’interno dei campi vigano le stesse regole comportamentali e di ordine pubblico che nel resto del Paese. Sto parlando delle guardie particolari giurate e dell’expertise pluridecennale di istituti ormai alla terza o quarta generazione di management.  

Le competenze, le professionalità, le capacità organizzative, operative e tecnologiche degli Istituti di Vigilanza ne fanno un potenziale enorme che può e deve essere impiegato a supporto delle forze dell’ordine per una gestione sempre più efficiente ed efficace delle scarse risorse pubbliche a servizio della sicurezza dei cittadini. Le alternative sono rinunciare a svolgere in maniera effettiva le funzioni assegnate istituzionalmente alle forze dell’ordine oppure il ricorso a soluzioni raffazzonate (di tipo volontaristico o peggio) che sommerebbero problemi a problemi.

Maria Cristina Urbano

Segui il blog di Maria Cristina Urbano sull’Huffpost

Fornitura di dispositivi speciali di correzione visiva ai dipendenti addetti ai videoterminali

Fornitura di dispositivi speciali di correzione visiva ai dipendenti addetti ai videoterminali

Ai sensi dell’articolo 176 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, i lavoratori che utilizzano un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni previste per le pause , sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 del citato decreto , con particolare riferimento ai rischi per la vista e per gli occhi e ai rischi per l’apparato muscolo scheletrico. […]

Scarica la circolare Inail n. 11 del 24 marzo 2023

Fonte: INAIL

Videosorveglianza sui mezzi pubblici a Reggio Emilia, firmato protocollo in prefettura

Videosorveglianza sui mezzi pubblici a Reggio Emilia, firmato protocollo in prefettura

Potenziata la collaborazione tra Società Emiliana Trasporti Autofiloviari, Agenzia per la mobilità e Forze di polizia

Il prefetto di Reggio Emilia, Iolanda Rolli, ha sottoscritto oggi insieme al presidente della Società Emiliana Trasporti Autofiloviari e all’amministratore dell’Agenzia per la Mobilità e il Trasporto Unico Locale, il protocollo d’intesa per l’uso dei sistemi di videosorveglianza presenti a bordo di tutti gli autobus Seta in servizio sulle reti urbane ed extraurbane del territorio.

«L’accordo vuole massimizzare l’utilizzo della videosorveglianza per innalzare i livelli di sicurezza reale e percepita dei cittadini. L’implementazione e l’estensione dei sistemi di videosorveglianza, comprese le telecamere sui parabrezza, che documentano le dinamiche di eventuali incidenti, arricchiscono inoltre la collaborazione tra istituzioni e aziende del servizio pubblico con le Forze di polizia, come strumento utile sia a fini preventivi che investigativi», ha commentato il prefetto.

I sistemi di videosorveglianza sono già presenti sui circa 270 mezzi della Seta, in servizio nel bacino provinciale di Reggio Emilia, ed equipaggeranno anche tutti i nuovi bus che saranno acquistati dall’azienda.

Ciascun sistema di videosorveglianza prevede un numero di telecamere installate a bordo degli autobus a seconda delle dimensioni del mezzo, registrazione continua e conservazione delle immagini acquisite nel rispetto della normativa vigenti, attivazione delle stesse telecamere con allarme manuale azionato dall’autista o automatico azionato da sensori di movimento. Se necessario, il conducente del bus potrà contattare la sala operativa dell’azienda attraverso un pulsante di allarme che comporta l’immediata geolocalizzazione del mezzo, consentendo l’attivazione in tempo reale del flusso video dalle telecamere sul mezzo e l’intervento immediato anche delle Forze dell’ordine.

In conclusione, è stata sottolineata l’efficacia deterrente di tali dispositivi contro effrazioni e atti vandalici, dal momento che sono in funzione 24 ore su 24 e utilizzati anche quando il bus è fermo al capolinea o parcheggiato in deposito.

Fonte: Ministero dell’Interno

Nuovo vertice del ministro Piantedosi con i sindaci e i prefetti di Roma, Milano e Napoli

Nuovo vertice del ministro Piantedosi con i sindaci e i prefetti di Roma, Milano e Napoli

14,8 milioni di euro assegnati dal Viminale alle tre aree metropolitane per la tutela della sicurezza urbana

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha incontrato ieri sera, in videoconferenza, i sindaci, i prefetti e i questori di Roma, Napoli e Milano. 

Nel corso della riunione sono stati esaminati i primi risultati delle iniziative già avviate per migliorare la sicurezza nelle tre più grandi aree urbane del Paese, nell’ambito del forum del dicembre scorso.

In particolare, è stata effettuata una valutazione degli esiti delle operazioni interforze, cosiddette “ad alto impatto”, realizzate con l’impiego di personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e con la collaborazione delle Polizie locali e altre amministrazioni interessate. Queste operazioni, che si ripeteranno sistematicamente, hanno inizialmente interessato le principali stazioni di Roma, Milano e Napoli e sono state poi estese ad altri ambiti cittadini, caratterizzati dal fenomeno della cd. malamovida e dallo spaccio di sostanze stupefacenti.

Il ministro Piantedosi ha richiamato la direttiva dello 18 marzo inviata ai prefetti di Roma, Napoli e Milano per intensificare le attività di controllo nelle zone adiacenti alle stazioni ferroviarie, assicurando una presenza rafforzata e visibile delle Forze di polizia e offrendo una più efficace risposta al bisogno di protezione in zone dove la percezione di insicurezza è molto diffusa. In particolare, è stato richiesto ai prefetti di integrare i piani di controllo coordinato del territorio da parte delle Forze di polizia con l’attivazione di dispositivi specifici di vigilanza che si aggiungeranno alle operazioni straordinarie, con l’obiettivo di mettere quelle aree più stabilmente in sicurezza e restituirle così alla piena fruibilità da parte delle comunità di riferimento.

Il titolare del Viminale ha ringraziato per lo sforzo corale messo in atto sottolineando i primi risultati delle operazioni straordinarie già effettuate.

Dal 16 gennaio al 27 marzo sono state impiegate 11.413 unità delle Forze di polizia, cui si sono aggiunti 981 appartenenti alle polizie municipali di Roma, Milano e Napoli e 1179 dipendenti di altri enti (aziende pubbliche, ispettorato del lavoro, Asl). Sono state controllate 103.135 persone, di cui 29.535 straniere, con 276 persone arrestate e 1384 denunciate.  I controlli hanno riguardato anche 12.737 veicoli e 2.828 esercizi pubblici, ove sono stati individuati 456 lavoratori in nero o irregolari. Gli stranieri espulsi sono stati 297, dei quali 58 accompagnati presso i centri di permanenza per i rimpatri. All’esito dell’attività di polizia, sono state anche disposte 198 misure di prevenzione personale, 43 fogli di via obbligatori e ben 155 divieti di accesso alle aree urbane. Sono state anche accertate 3321 violazioni amministrative, oltre a 617 di natura fiscale. Inoltre, sono stati sequestrati denaro, merce contraffatta o insicura (tra prodotti alimentari, abbigliamento, giocattoli e altro), stupefacenti, veicoli e armi.

Il ministro Piantedosi ha poi annunciato le risorse che verranno assegnate per il 2023 alle tre città metropolitane per migliorare la sicurezza urbana. In particolare a Roma andranno complessivamente 6,5 milioni di euro, 3,7 milioni di euro a Milano e 4,6 milioni a Napoli.

Il ministro Piantedosi ha manifestato la sua disponibilità ad approfondire, anche in sede di riordino del TUEL (Testo unico enti locali), eventuali proposte normative dei sindaci per rafforzare gli strumenti per la tutela della sicurezza urbana.

Fonte: Ministero dell’Interno