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Istat: audizione alla Camera dei Deputati sull’individuazione delle priorità di utilizzo del Recovery Fund

Istat: audizione alla Camera dei Deputati sull’individuazione delle priorità di utilizzo del Recovery Fund

Audizione del Direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell’Istat Roberto Monducci

Il Recovery and Resilience Facility si pone l’obiettivo di fornire un ampio supporto finanziario alle riforme e agli investimenti realizzati dai singoli paesi allo scopo di mitigare gli effetti economici e sociali della crisi generata dal COVID-19, favorendo allo stesso tempo l’evoluzione delle economie europee verso modelli più sostenibili, resilienti e competitivi in grado di affrontare le sfide richieste dalla transizione digitale e green.

La definizione e la realizzazione di progetti adeguati ad assicurare questo processo richiederà un notevole sforzo da parte di tutti i paesi, ciascuno dei quali è chiamato a individuare le aree prioritarie sulle quali intervenire.

Il dibattito avviatosi in Italia richiede quindi una attenta analisi delle criticità del nostro Paese al fine di individuare un piano dettagliato degli interventi necessari. Accanto all’individuazione delle priorità sembra opportuno concepire uno o più meccanismi che ne consentano il costante monitoraggio e la loro valutazione ex-ante ed ex-post. Si tratta di un’operazione che andrebbe definita già nelle fasi preliminari all’implementazione degli interventi e osservando i più alti standard qualitativi in tema di fonti e metodi per la valutazione delle policy. A tal fine l’Istituto mette a disposizione la propria capacità di misurazione, analisi e valutazione.

Il presente documento, oltre a fornire un breve richiamo alla situazione della congiuntura economica internazionale e nazionale, fornisce specifici contributi informativi e di analisi su alcuni temi chiave: produttività e investimenti, digitalizzazione, capitale umano e competitività e potenziale di crescita delle imprese identificando, per quest’ultimo tema, delle specifiche aree di intervento.

Fonte: Istat

 

 

Istat: Occupati e disoccupati (luglio 2020)

Istat: Occupati e disoccupati 

A luglio, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l’occupazione torna a crescere mentre, a fronte del calo dell’inattività, prosegue l’aumento del numero di persone in cerca di lavoro.

L’aumento dell’occupazione su base mensile (+0,4% pari a +85mila unità) coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni; gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali).

L’aumento consistente delle persone in cerca di lavoro (+5,8% pari a +134mila unità) è diffuso per genere ed età. Il tasso di disoccupazione sale al 9,7% (+0,5 punti) e, tra i giovani, raggiunge il 31,1% (+1,5 punti).

La rilevante diminuzione nel numero di inattivi (-1,6% pari a -224mila unità) riguarda uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di inattività diminuisce, attestandosi al 35,8% (-0,6 punti).

Il confronto tra il trimestre maggio-luglio 2020 e quello precedente (febbraio-aprile 2020) segnala comunque un livello di occupazione inferiore dell’1,2%, corrispondente a -286mila unità.

Nel trimestre crescono, invece, sia le persone in cerca di occupazione (+10,4% pari a +218mila), sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,3% pari a +39mila unità).

Le ripetute flessioni congiunturali registrate a partire da marzo 2020 hanno contribuito a una rilevante contrazione dell’occupazione rispetto al mese di luglio 2019 (-2,4% pari a -556mila unità), che ha coinvolto uomini e donne di qualsiasi età, così come dipendenti (-317mila) e autonomi (-239mila); unica eccezione sono gli over50 con un incremento di occupati (+153mila) che, tuttavia, è dovuto esclusivamente alla componente demografica. Il tasso di occupazione scende in un anno di 1,3 punti.

A luglio 2020 il numero di ore pro capite effettivamente lavorate, calcolato sul complesso degli occupati, prosegue nella tendenza all’aumento. Il livello di luglio, pari a 33,1 ore, è solo di 1,2 ore inferiore a quello registrato a luglio 2019. Per i dipendenti il gap rispetto a luglio 2019 è ancora più ridotto (-0,8 ore).

Nell’arco dei dodici mesi, le persone in cerca di lavoro diminuiscono (-1,8%, pari a -44mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,6%, pari a +475mila).

L’indagine statistica ha risentito degli ostacoli che l’emergenza sanitaria in corso pone alla raccolta dei dati di base

Fonte: ISTAT

Leggi anche il Comunicato del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo: https://www.lavoro.gov.it/stampa-e-media/comunicati/pagine/da-dati-istat-segnali-positivi-ora-puntare-su-misure-per-giovani.aspx/

Scarica il documento: http://migr.assiv.it/wp-content/uploads/2020/09/3.-Istat_CS_Occupati-e-disoccupati_LUGLIO_2020.pdf

Istat: Il Fatturato dei servizi (II trimestre 2020)

Istat: Il Fatturato dei servizi (II trimestre 2020)

Nel secondo trimestre 2020 l’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi diminuisce del 21,0% rispetto al trimestre precedente; l’indice generale grezzo registra una diminuzione, in termini tendenziali, del 26,2%.

L’indice del fatturato dei servizi nel secondo trimestre 2020 registra variazioni congiunturali negative in tutti i settori, specialmente quelli più direttamente colpiti dall’emergenza sanitaria. Le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione mostrano un crollo del 62,6%. Forti cali contraddistinguono anche le Agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (-30,7%), il Trasporto e magazzinaggio (-27,8%) e le Attività professionali, scientifiche e tecniche (-23,2%). Flessioni ampie, seppure più contenute, caratterizzano il Commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-16,3%) e i Servizi di informazione e comunicazione (-6,7%).

Nel secondo trimestre 2020 si registrano diminuzioni tendenziali per le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-71,4%), le Agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (-33,9%), il Trasporto e magazzinaggio (-30,7%), le Attività professionali, scientifiche e tecniche (-24,0%), il Commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-21,8%) e infine per i Servizi di informazione e comunicazione (-8,1%)

 

Fonte: ISTAT

 

Scarica  il documento: Il Fatturato dei servizi (II trimestre 2020)

Istat: Fiducia dei consumatori e delle imprese

Istat: Fiducia dei consumatori e delle imprese

Ad agosto 2020 si stima un aumento sia del clima di fiducia dei consumatori (da 100,1 a 100,8) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese che sale da 77,0 a 80,8.

Tra le componenti del clima di fiducia dei consumatori, il clima economico registra l’aumento più marcato passando da 85,9 a 90,1. Anche il clima corrente e futuro migliorano passando, rispettivamente, da 97,3 a 98,1 e da 104,3 a 105,3; solo la componente personale diminuisce lievemente (da 105,2 a 104,9).

Con riferimento alle imprese, le stime evidenziano un aumento della fiducia diffuso a tutti i settori seppur con intensità diverse. In particolare, nell’industria l’indice di fiducia del settore manifatturiero sale da 85,3 a 86,1 e nelle costruzioni aumenta da 129,7 a 132,6. Per il comparto dei servizi, si evidenzia una dinamica positiva decisamente più marcata: nei servizi di mercato l’indice sale da 66,0 a 74,7 e nel commercio al dettaglio aumenta da 86,7 a 94,0.

Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano i giudizi sugli ordini mentre le attese di produzione sono in calo. Le scorte di prodotti finiti sono giudicate in lieve accumulo rispetto al mese scorso. Per le costruzioni, l’aumento dell’indice è trainato da un deciso miglioramento delle attese sull’occupazione presso l’impresa, mentre i giudizi sugli ordini si deteriorano.

Nei servizi di mercato migliorano sia i giudizi sugli ordini sia quelli sull’andamento degli affari; si registra, tuttavia, un peggioramento delle attese sugli ordini. Nel commercio al dettaglio migliorano tutte le componenti dell’indice. A livello di circuito distributivo, la fiducia aumenta marcatamente nella grande distribuzione mentre nella distribuzione tradizionale l’incremento è più contenuto

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Fonte: ISTAT