Assiv, Pergolizzi: Antipirateria Marittima e Circolare 26 settembre 2022. Ulteriore proroga?

ASSIV, grazie al dottor Vincenzo Pergolizzi, Delegato dell’Associazione Italiana Vigilanza e Servizi Fiduciari per le tematiche relative all’Antipirateria Marittima, riprende a parlare di antipirateria marittima, a seguito della circolare emessa del Ministero dell’Interno Dipartimento della P.S., del 26 settembre 2022 a firma del Prefetto Gambacurta, che integra la precedente del 22 giugno 2022, resasi necessaria a seguito della pubblicazione del regolamento di cui al DM del 7 Giugno 2022 n. 98 che ha apportato modifiche al precedente DM 139/2019.

Sebbene delle modifiche introdotte dal DM 98/2022 abbiamo già parlato in un precedente articolo pubblicato da S News, è bene ricordare come il DM in questione, nel far decadere il pre-requisito richiesto di partecipazione ad almeno 6 mesi di missione all’estero, ha sancito in via definitiva l’iter formativo delle guardie giurate aspiranti a svolgere attività di contrasto alla pirateria marittima, che dovranno conseguire in primis l’abilitazione a svolgere servizi di sicurezza sussidiaria in ambito portuale con integrazione per l’antipirateria e, a seguire, partecipare al corso di formazione teorico-pratico, della durata ridotta a tre giorni, presso la scuola “Caorle” di Brindisi della Marina Militare. 

Lo stesso DM ha inoltre rimodulato l’art. 4, comma 1, lettera a) del DM 139/2019, prevedendo che la certificazione dell’idoneità ad eseguire servizi in ambito portuale è rilasciata “automaticamente”, senza cioè aver sostenuto la prova di esame, alle guardie giurate che abbiano effettuato nei tre anni precedenti un periodo cumulativo non inferiore a 90 gg. di impiego effettivo in servizio di antipirateria a bordo di navi in transito in acque internazionali “a rischio”.

Proprio su quest’ultimo punto la nuova circolare del Ministero degli Interni indirizza ai Prefetti la raccomandazione di far raccogliere alle Segreterie delle Commissioni di esame, costituite ex art. 6 del DM 154/2009, le eventuali istanze di rilascio della “certificazione automatica” sottoponendole nella prima seduta utile al Collegio, ai fini dell’emissione dell’attestato. Ricorda altresì che le attività finalizzate alla certificazione automatica concretizzano un vero e proprio procedimento amministrativo, il cui tempo di conclusione deve intendersi stabilito, ex art. 2, comma 2 della L. 241/90, in 30 gg.

Orbene, a fronte della definizione del quadro normativo qui rappresentato e tenendo conto delle raccomandazioni del Ministero degli Interni, che sollecita la sua piena applicazione, sarebbe lecito credere che ormai nulla si possa frapporre fra l’esigenza degli Armatori italiani di avere garantito, a bordo delle navi, un servizio di sicurezza efficiente ed efficace, e quella degli Istituti di Vigilanza, impegnati ad avere un congruo numero di operatori da adibire ai servizi di antipirateria marittima adeguatamente formati.   

Purtroppo, però, in termini operativi l’attuazione di quanto il policy maker ha definito sulla carta si scontra con le difficoltà attuative e, come troppo spesso accade, sono gli operatori a subirne le conseguenze economiche e di immagine.

Mi riferisco in particolare al fatto che ancora oggi, a distanza di 4 mesi dalla pubblicazione del DM 98/2022, nonostante i solleciti effettuati dalle Associazioni di categoria della vigilanza privata, non si riescono ad avere notizie certe sui tempi e sulle modalità di accesso ai corsi tenuti dalla Marina Militare per le guardie giurate che, da oltre 90 gg. negli ultimi 3 anni, hanno svolto e/o stanno svolgendo servizi di antipirateria.

Ci troviamo quindi, ancora una volta, in una situazione di impasse in prossimità del 31 dicembre 2022, data fissata quale ultima scadenza del regime transitorio previsto dall’art. 5, comma 5, del DL 107/2011, che consente agli istituti di operare in deroga, rispetto ai requisiti di formazione professionale delle guardie giurate richieste dalla Legge.     

Sebbene, infatti, dalla prima scadenza di tale deroga fissata al 31/12/2012 siano passati 10 anni nei quali il provvedimento ha continuato ad essere reiterato mediante molteplici interventi legislativi, l’ultimo dei quali come detto con scadenza il 31 dicembre prossimo, riteniamo si possa con pieno diritto parafrasare il Principe di Salina del Gattopardo, affermando che resta invariata una realtà tutta italiana: “tutto cambia perché nulla cambi”.  

Si sono infatti succedute una decina di proroghe, sono stati pubblicati 3 diversi Decreti del Ministero degli Interni e molteplici Circolari, con il risultato che questo segmento di mercato continua ad essere in una situazione indefinita a cui manca sempre “un qualcosa”.

A quanto pare la Pubblica Amministrazione, arroccata su posizioni di retroguardia, continua a non rendersi conto che le attività economiche, vero motore del sistema Italia, non possono essere tenute in un perenne stato di incertezza, perché così facendo si perdono opportunità di mercato e con esse posti di lavoro, in un quadro macroeconomico già di per sé in crisi.

Le esigenze degli imprenditori devono allora essere messe al centro dell’azione politica e occorre che siano superati anacronistici steccati normativi privi di senso compiuto, così come le pastoie burocratiche che rallentano o addirittura bloccano le spinte produttive che giovano al Paese.

Nel mio precedente articolo concludevo con la speranza che, dopo oltre 10 anni dalla promulgazione della Legge che ha consentito ai privati di poter svolgere questa tipologia di servizi, la piena attuazione del neonato Decreto 98/2022 potesse avvenire celermente e che, dopo tanto patire, almeno per una volta la burocrazia fosse “clemente” nei confronti della nostra categoria evitandoci così di subire ulteriori difficoltà e/o oneri eccessivi.

Questo, fino ad oggi, non sta accadendo e probabilmente saremo costretti a chiedere una ulteriore proroga, con tutte le difficoltà conseguenti. Resta comunque la volontà di continuare a svolgere la nostra attività con la stessa determinazione e professionalità dimostrata in questi anni. Di certo gli imprenditori del settore sicurezza hanno dimostrato di aver fatto della resilienza la propria cifra distintiva, convinti che questo li porterà a far sentire la loro voce lì dove serve, sicuri che questa battaglia debba essere vinta nell’interesse del comparto, ma più in generale del sistema Paese.   

a cura di Vincenzo Pergolizzi, Delegato ASSIV Antipirateria Marittima

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