Si parla molto spesso della giustizia, dei suoi meccanismi e del suo funzionamento. Lungi dal voler entrare nel merito di questioni che non sono di mia competenza, ritengo opportuno però mettere in evidenza un dato, poco dibattuto ma tutt’altro che secondario, perché ha un valore sulle modalità di lavoro del personale dei tribunali, intaccando la loro serenità: un magistrato su due teme per la propria incolumità sul posto di lavoro.

Esattamente si tratta del 50,7%. Una cifra imponente che è emersa nell’ambito di una ricerca svolta con un questionario somministrato a un campione di 3mila magistrati, indipendentemente dal settore di competenza. Eppure di fronte a questa evidente esigenza di sicurezza non arrivano risposte chiare: si preferisce rimandare una discussione approfondita, proseguendo lungo la strada battuta in questi anni. Con risultati denunciati, seppure implicitamente, da chi lavora nei Palazzi di Giustizia con l’ultimo rapporto.

Il tribunale non è percepito come un luogo sicuro. Questo accade anche per motivi intrinseci: in quella sede vengono risolte controversie di qualsiasi tipo e talvolta nei processi sono coinvolte persone disperate, che si abbandonano a gesti gravi. Le cronache così ci consegnano storie di aggressioni, alcune delle quali vanno anche in prima pagina sui quotidiani o in apertura dei giornali online.

La vicenda recente più grave è quella del 9 aprile 2015 a Milano, quando in una sparatoria furono uccise due persone. Ma, al di là di casi del genere, con grande frequenza si consumano episodi di violenza che non favoriscono un lavoro sereno dei magistrati. Un altro fatto terribile, risalente allo scorso settembre, ha portato al ferimento di due giudici a Perugia: una è salva solo grazie all’intervento di un collega.

Non è mio intento proseguire con l’elenco di notizie di violenze, ma è chiaro che la situazione non è sostenibile: è necessario ricondurre il dibattito sui binari giusti, quelli che conducono a una maggiore sicurezza dei Palazzi di Giustizia.

Una soluzione iniziale potrebbe essere l’individuazione di alcune linee guida indicate dal ministero della Giustizia per avere profili professionali a tutela dei Tribunali e del personale che si trova all’interno. Sarebbe un passo in avanti molto importante.