Roma. Ombre russe e politica nazionale. Una intervista all’On. A.Pagani

di Giancarlo Capozzoli

D: On. Pagani, parliamo delle influenze russe sulle elezioni. Le notizie sono  molto preoccupanti. Il dipartimento di Stato americano, come sappiamo ormai, ha diffusa la notizia secondo la quale Putin sta spendendo somme enormi, superiori a 300 milioni di euro, per “manipolare le democrazie dall’interno”. Cosa ne pensa?

R: E dove sta la novità? Certo che lo sta facendo, è ovvio, i russi perseguono il loro interesse nazionale con tutti i mezzi che ritengono necessari, o utili. Ora che la Russia è in evidenti difficoltà nella guerra in Ucraina diventa ancora più importante per il Cremlino aprire un varco per condizionare la politica delle democrazie liberali, creare una frattura da poter divaricare, facendo leva sugli interessi economici strategici dei Paesi Europei, a cominciare dalle forniture energetiche. Nell’ottica russa il processo democratico che seleziona le classi dirigenti ed i Governi dei Paesi Occidentali è un punto debole sul quale si può agire con successo, per avere governi amici in Occidente. Perché non lo dovrebbe fare? Chi glielo può impedire?

D: Perché si tratta di un’azione illecita, di un’ingerenza inaccettabile e di una violazione della sovranità di altre nazioni…

R: Sa cosa gliene frega? Meno di zero. Violare la sovranità di altri Stati per la Russia è normale, anzi, è giusto, perché è necessario. La Russia è una potenza imperialista da secoli. Lo era al tempo degli zar, di Ivan il Terribile e di Pietro il Grande, lo è rimasta ai tempi dell’Unione sovietica, con Stalin, e lo è anche adesso, al tempo di Putin. C’è una grande continuità storica, che passa sopra ideologie diverse, dalla monarchia totalitaria al totalitarismo comunista alla democratura dello Stato Mafia di oggi, che è una dittatura travestita da democrazia. Dopo gli anni dello smarrimento alcolico di Boris Eltsin, durante i quali  la CSI e la Federazione Russa hanno rischiato il disfacimento, sono tornati al potere quelli del KGB, di cui Putin è l’esempio perfetto.  E le assicuro che i metodi del KGB sono abbastanza brutali, e non si preoccupano minimamente di violare la sovranità di altre nazioni

D: Quindi lei non è sorpreso da queste ingerenze russe nella politica occidentale. E’ ovvio che non le giustifichi. Cosa mi sfugge allora?

R: Non sono sorpreso, ma non le giustifico ovviamente. Semplicemente credo di essere realista, e non ingenuo. Tovarish Platov, compagno Platov, che era il nome in codice di Putin quando era un tenente colonello del KGB, è cresciuto con la formazione dell’uomo sovietico, ai tempi del comunismo. Ragiona ancora come ragionava allora, quando non credeva tanto agli ideali comunisti quanto all’imperialismo sovietico, fondato sul dominio russo. Stalin deportò intere popolazioni per assicurarsi il controllo degli Stati satellite. Per questo ci sono popolazioni russofone nelle repubbliche ex sovietiche. Furono esportate per colonizzarle e contrastare il nazionalismo. E per questo Putin considera il crollo dell’Unione Sovietica “la più grande tragedia geopolitica del secolo scorso”. Milioni di cittadini russi sono improvvisamente rimasti fuori dalla madre Patria. La sua missione ora è porvi rimedio, ma Putin non pensa di  riportali a casa, pensa di riportare la casa Russia da loro. E  non si fa scrupoli per riuscirci. Ha invaso l’Ucraina, senza battere ciglio, secondo lei può essere un problema violare la sovranità di altre nazioni con politiche di influenza? Lo hanno sempre fatto, anche nel passato. Ricorda i dossier Mitrokhin?

D: Ai tempi dell’Unione Sovietica intende dire?

R: Certo, ai tempi della Guerra Fredda l’URSS finanziava tutti i partiti comunisti occidentali, compreso il PCI, per esercitare un’influenza sulla politica italiana. D’altra parte la CIA finanziava la Democrazia Cristiana, per contrastare l’influenza russa sul terreno democratico delle elezioni. Consiglio di leggere l’autobiografia di William Colby, che prima di diventare direttore della CIA rimase per dieci anni in Italia, tra il ’48 ed il ‘58, a dirigere l’ufficio politico dell’Agenzia. Racconta come queste operazioni evitarono una guerra civile, che ci sarebbe certamente stata se fosse stato messo fuori legge il Partito comunista, come voleva l’ambasciatrice americana Luce. Adesso,  perché  mai dovremmo stupirci del fatto che Putin applichi le teorie del libro sul quale ha studiato? Perché mai ora non dovrebbe più avere i suoi agenti d’influenza in tutto l’Occidente, per circuire o corrompere i politici, e condizionarne la politica?

D: Circuire e corrompere…

R: Influenzare e sostenere con ogni mezzo le politiche che vanno nell’interesse nazionale della Russia. Racconta Henry Kissinger che la prima volta che incontrò il giovane leader Putin gli chiese di cosa si fosse occupato nel passato e lui gli rispose che aveva lavorato nelle DDR e che era “specialista nelle relazioni umane”. Kissinger gli rispose “tutte le persone perbene hanno cominciato a lavorare nei servii segreti. Pure io”. Le relazioni umane di cui parla Putin non sono solamente lo spionaggio, ma comprendono anche le strategie di influenza, che si basano sulla costruzione di rapporti di condizionamento dei politici di altri Paesi. Questo condizionamento può avvenire sia per mezzo della seduzione politica, esaltando le virtù ed i progetti del politico o movimento politico manipolato, sia con il sostegno economico. Accettando il denaro la vittima diventa ricattabile, e quindi cade nelle mani del manipolatore, che può usarla per i propri scopi.

D: Guido Crosetto, che lei conosce bene perché è stato un suo collega, ha twittato che si tratterebbe di alto tradimento, quindi di una cosa gravissima. Poi però quel tweet è stato cancellato. Lei cosa ne pensa?

R: Guido non aveva tutti i torti, non so perché abbia poi rimosso il tweet, forse per evitare polemiche. Tuttavia non aveva utilizzato un’espressione sbagliata perché un politico che finisse per ritrovarsi nella condizione di essere ricattato da una potenza straniera ostile, come la Russia, rappresenterebbe certamente una vulnerabilità per la sicurezza nazionale. Soprattutto se questo dovesse ricoprire incarichi esecutivi, di Governo. Però credo che se ci fossero eventuali beneficiari italiani, e dovessero uscirne i nomi, non sarebbero collocati nell’area di centrosinistra, ma più probabilmente starebbero dalla parte opposta.

D: Ha appena finito di raccontare la storia dei rubli di Mosca ai comunisti e ora avviene il contrario?

R: Ai tempi dell’Unione Sovietica l’ideologia era al servizio dell’imperialismo russo, come lo è ora. Non è mai stato vero il contrario. Allora era l’ideologia comunista, oggi lo è quella sovranista, quindi allora gli interlocutori stavano preferibilmente a sinistra ed oggi a destra. Il nazionalismo sovranista di Putin è una costruzione artificiale, assemblato in laboratorio come il mostro di Frankestein, per proteggere la Russia da una grande minaccia, il rischio di disgregarsi sotto la spinta dei nazionalismi minori. Crollato il collante comunista al Cremlino hanno capito che serviva una ideologia nuova, per cementare un’unità che si stava sgretolando. Così  hanno messo insieme la retorica sovietica della grande guerra patriottica con il tradizionalismo religioso della Chiesa ortodossa, con tutti i suoi retaggi omofobi,  recuperato la mitologia della grande Russia zarista  ed elaborato il pensiero politico che ha influenzato la destra sovranista in tutto il mondo. E’ stato un capolavoro politico, dobbiamo ammetterlo.

D: Vuol dire che anche il sovranismo occidentale e nostrano è una sorta di creatura Russa, di importazione?

R: No, non ho detto questo. Il nazionalismo c’è sempre stato, ovunque. Il fascismo era fortemente nazionalista, come il nazismo, ma anche il gollismo in Francia lo era, ed il generale de Gaulle aveva combattuto i fascismi. Il sovranismo nostrano è autoctono, ma ha incontrato quello russo, si sono annusati e si sono piaciuti. C’è una retorica simile, che esalta l’uomo forte al comando, e l’orgoglio per l’identità nazionale, semplificata e mitizzata. I Russi hanno trovato simpatie a destra, ed opportunamente hanno cercato di alimentare queste simpatie, e utilizzarle a loro favore. Dopo l’invasione dell’Ucraina Marie Le Pen si è vista costretta a ritirare i manifesti che aveva già stampato per la campagna presidenziale, dove era ritratta insieme a Putin. Per non parlare della maglietta di Salvini, che ci ha resi ridicoli nel mondo. Certamente le capacità di manipolazione e di  influenza russa sulla rete e le loro campagne di disinformazione sono tracciate in tante circostanze elettorali, a favore della Brexit, degli indipendentisti catalani, di Donald Trump, della Le Pen, e di tutto ciò che può essere conveniente per la Russia.  Perché mai l’Italia dovrebbe essere immune da queste influenze?

D: Quindi i trecento milioni di euro sarebbero andati a finanziare il sovranismo mondiale?

R: Io non dispongo delle informazioni di intelligence americane, e non  so dove siano andati esattamente, ma uso il buon senso. Secondo lei avranno finanziato gli amici o i nemici della Russia? Non c’è bisogno di accedere ad informazioni classificate, che sono state raccolte per mezzo di attività clandestine di spionaggio, per capire il senso di tutta questa storia. E’ tutto molto chiaro e semplice. Banale direi: per realizzare i suoi obiettivi la Russia impiega tutte le risorse di cui dispone, da quelle militari tradizionali, alle capacità che ha acquisto nel cyberspazio, alle operazioni psicologiche della guerra dell’informazione, alle più antiche e collaudate strategie di infiltrazione, manipolazione e condizionamento della politica degli altri Paesi. Tuttavia, oggi come nel passato, queste strategie di influenza non derivano da una reale affinità politica e culturale tra forze politiche che si nutrono di ideologie simili, come potrebbe sembrare, ma dal mero perseguimento strumentale dell’interesse nazionale russo. Vladimir Lenin coniò l’espressione “utili idioti dell’Occidente”, che mi pare ancora abbastanza calzante.

L’Espresso – Fino a prova contraria

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