Per le prossime elezioni scegliamo candidati competenti nel comparto sicurezza

di Maria Cristina Urbano

Nella vigilanza privata sono impegnate più di 100.000 persone. Pensiamo non sia velleitario chiedere con forza che nel prossimo Parlamento possa esservi qualcuno che sappia di cosa parliamo e quali siano le criticità che affrontano tutti i giorni guardie giurate, addetti ai servizi fiduciari, addetti ai trasporti valori o all’antipirateria

Con il governo dimissionario, le Camere sciolte, in una fase nella quale i partiti sono impegnati nella definizione delle alleanze e delle candidature in vista delle imminenti elezioni, oramai in agosto, cosa mai potrebbe chiedere un’associazione di categoria come Assiv alla politica?

Certamente, come sempre, attenzione al comparto della sicurezza, con la speranza che le istanze della vigilanza privata possano trovare spazio e dignità nei programmi dei partiti che si propongono per governare il nostro Paese. Richiesta scontata, penseranno in molti, ma certamente legittima alla luce della disattenzione con la quale le nostre istituzioni hanno spesso trattato la materia. Ma in questa sede vorrei cogliere l’occasione per spingermi oltre, chiedendo ai partiti di porre la massima attenzione nella scelta dei candidati che verranno proposti agli elettori.

Ecco, in questo contesto vorrei soffermarmi quindi su due persone, su due parlamentari, che più di altri sono stati vicini ai nostri temi e hanno supportato le nostre iniziative per far emergere quanto di buono associazioni come Assiv possono fare a servizio delle istituzioni e del Paese tutto. Il loro merito, a nostro avviso, non risiede tanto nell’aver sostenuto le istanze del comparto (cosa per la quale esprimiamo, una volta ancora, tutta la nostra gratitudine), quanto piuttosto nell’aver avuto l’onestà intellettuale di affrontare tematiche complesse, e troppo spesso “ideologizzate”, con la volontà di comprenderne le sottese ragioni, anche di natura tecnica, di aver mostrato curiosità verso un comparto in marcata trasformazione e dalle grandi potenzialità.

Mi riferisco agli onorevoli Alberto Pagani ed Emanuele Prisco, il primo esponente del Partito Democratico, il secondo di Fratelli d’Italia. Già quest’ultimo dato mi sembra sufficiente a sgombrare il campo da interpretazioni che potrebbero vedere in ciò un improbabile posizionamento partitico. Ebbene, questi due deputati, con competenza e professionalità, hanno interloquito con il comparto che rappresento per tutta la durata della legislatura che si sta concludendo, talvolta in accordo, talaltra in disaccordo con quanto abbiamo portato all’attenzione del Parlamento.

Non posso negare che quando siamo stati in disaccordo sono stata assalita da una punta di frustrazione, d’altronde i sentimenti di gioia o rabbia caratterizzano il quotidiano di tutti. Ma il punto non è questo. Il punto è che troppo spesso negli ultimi decenni sono stati scelti dai partiti e quindi eletti alla Camera e al Senato soggetti dai meriti oscuri, messi in lista perché amici di cacicchi territoriali oppure perché yesman o yeswoman del segretario politico di turno. La politica e il Parlamento dovrebbero essere invece il luogo nel quale si mettono a disposizione le proprie competenze a favore dei cittadini, delle imprese, nel riconoscimento del grande valore, anche culturale, che i corpi intermedi hanno sempre garantito nella lunga storia dell’Italia. La retorica dell’uno vale uno, teoricamente valida se non si sostanzia nell’esaltazione dell’incompetenza confusa per cambiamento, ha dimostrato tutte le sue crepe ed è stato nient’altro che un sogno di una notte di mezza estate.

Ciò di cui ha bisogno l’Italia, nel momento in cui, peraltro, a partire dalla legislatura che si appresta a iniziare la rappresentanza parlamentare sarà ridotta di circa un terzo nei suoi componenti (ci sarebbe molto da dire su questo, le responsabilità sono tanto della sinistra che della destra), è avere eletti consapevoli del valore insito nelle istanze che provengono dal mondo produttivo, associativo, sindacale.

Il nostro Paese ha bisogno di competenza in tutti i settori, a maggior ragione in quello che più di altri decide della sorte dei cittadini. Il nostro è quindi un appello a quanti stanno in queste ore lavorando per la definizione delle liste elettorali: che sia data priorità ai competenti! A quanti potranno dare valore aggiunto, anche intellettuale e culturale, in una fase storica che si prospetta caratterizzata da problemi complessi, che necessitano di risposte complesse.

Nella vigilanza privata, armata e non armata, sono impegnate a vario titolo più di 100.000 persone. Pensiamo non sia velleitario chiedere con forza che nel prossimo Parlamento possa esservi qualcuno (speriamo più di qualcuno) che sappia di cosa parliamo e quali siano le criticità che si trovano ad affrontare tutti i giorni guardie giurate, addetti ai servizi fiduciari, addetti ai trasporti valori o all’antipirateria. Per il momento, grazie a chi ha saputo ascoltare e confrontarsi, nell’auspicio di poter riprendere il filo momentaneamente interrotto.

Leggi l’articolo sul blog dell’Huffpost di Maria Cristina Urbano