Huffington Post, Urbano: Piano vaccinale, perché non abbiamo trattato da subito l’Italia come una nazione?

Quanto avvenuto negli ultimi mesi, con la babele di regole regionali, non ha aiutato né il corretto approvvigionamento, né la corretta somministrazione dei vaccini

12 marzo 2021

La notizia che il piano vaccinale nelle prossime ore sarà finalmente reso omogeneo su tutto il territorio nazionale è certamente da accogliere positivamente. Quanto avvenuto negli ultimi mesi, con la babele di regole regionali, non ha infatti aiutato né il corretto approvvigionamento, né conseguentemente la corretta somministrazione dei vaccini.

I dati difformi da Regione a Regione, sia in termini di copertura percentuale della popolazione sia di scorte delle dosi, evidenziano come l’autonomia regionale debba essere accantonata, o almeno limitata, dinanzi a una crisi di tale magnitudo, per garantire uguali diritti a tutti i cittadini e consentire allo Stato di svolgere l’indispensabile ruolo di indirizzo e azione. L’Italia è una e, anche se deve correttamente valorizzare il ruolo e il contributo dei territori, a questi ultimi spetta l’obbligo di mettere a disposizione le best practices, secondo un principio solidaristico che molto spesso ben testimonia la differenza tra un grande paese e un paese non ancora pienamente maturo.

Peraltro, Confindustria, alla quale ASSIV aderisce per il tramite di ANIE, ha avviato una mappatura dei siti industriali idonei per la somministrazione di massa, ed è questa un’altra notizia da accogliere con favore: il privato, pienamente consapevole della immane tragedia che il mondo sta vivendo, che si sta abbattendo e prevediamo ancor più si abbatterà nel prossimo futuro sul complesso delle attività economiche, si fa carico di un onere nell’interesse della collettività.

Le domande che in proposito sorgono spontanee sono due: perché non abbiamo trattato già da subito l’Italia come una nazione, una e indivisibile, non appaltabile a cacicchi vari? E perché nessuno ha pensato in precedenza di coinvolgere Confindustria? Non siamo certamente noi nella condizione di poter fornire delle risposte, che non abbiamo. Ci limitiamo a constatare con favore che l’Esecutivo ha saputo apprendere dagli errori compiuti nei mesi scorsi a ha approntato le necessarie misure di mitigazione degli stessi, sperando non sia stata nel frattempo compromessa seriamente la campagna vaccinale.

Non osiamo nemmeno immaginare quali potrebbero essere le conseguenze in tale evenienza. Certo il Paese e i cittadini sono allo stremo, ma nella grandissima parte continuano a compiere il loro dovere. Mi inorgoglisce, in proposito, sottolineare come abbiano sinora fatto il loro dovere, con abnegazione e professionalità, gli operatori della vigilanza privata.

Sempre in prima linea, sin dalle prime battute, quando ancora non si aveva piena consapevolezza della gravità del virus e le misure di prevenzione erano ancora “sperimentali”.

La vigilanza privata non si è comunque risparmiata, affiancando le Forze dell’Ordine nella piena applicazione dei principi di complementarietà e sussidiarietà che le sono attribuiti, fornendo il suo silenzioso ma fattivo contributo. E tuttora è disposta a sostenere lo sforzo delle istituzioni e delle Forze Armate per garantire il pieno successo della rinvigorita campagna vaccinale, contribuendo a vigilare  sul corretto andamento delle somministrazioni e supportando nella logistica.

Crediamo sia il momento in cui tutte le risorse strumentali, umane e professionali debbano essere indirizzate verso il raggiungimento di un obiettivo comune, nella fiducia che, seppur provato da un punto di vista economico e sociale, il nostro Paese saprà trarre insegnamento da quanto sta accadendo, per rinnovarsi e presentarsi più forte, equo e solidale.

Maria Cristina Urbano

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