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Infrastrutture sociali – Linee guide Strategiche Settoriali

Infrastrutture sociali – Linee guide Strategiche Settoriali

Il Piano Strategico 2022-2024 individua 4 filoni strategici e 10 campi di intervento dove concentrare in via prioritaria l’azione del Gruppo CDP, al fine di generare il massimo impatto sull’economia, date le risorse disponibili.
Per ciascuno dei 10 campi di intervento è prevista la redazione di un documento di Linee Guida Strategiche Settoriali che individua:

1. le principali aree di focus e priorità di intervento, utili a indirizzare le scelte operative del Gruppo CDP, a valutare il grado di coerenza strategica delle iniziative e a misurarne la relativa performance;

2.una griglia di coerenza strategica, da utilizzare nella valutazione delle iniziative di finanziamento/investimento in fase di istruttoria e ai fini del processo di scoring;

3.un indicatore fisico per ogni priorità strategica, da impiegare nel monitoraggio delle iniziative e nella valutazione dell’impatto ex-post dell’operatività del Gruppo CDP.

Le linee Guida Strategiche Settoriali si propongono di orientare e accompagnare le scelte di finanziamento e investimento del Gruppo CDP, coerentemente con quanto definito dal Piano Strategico 2022-2024. In particolare, i documenti integrano quanto già previsto dalle principali normative interne (es. Statuto) e contribuiscono alla definizione di policy sempre più orientate a promuovere iniziative capaci di generare impatto, non solo economico.

L’opportunità di estendere le indicazioni contenute nelle Linee Guida Strategiche Settoriali alle attività legate alla gestione di risorse per conto terzi (es. Ministeri), svolte in virtù di specifiche disposizioni normative, potrà essere valutata caso per caso. Le Linee Guida Strategiche Settoriali, inoltre, possono essere oggetto di deroga in presenza di indicazioni dettate da normative nazionali e/o comunitarie definite alla luce di specifici interessi economici generali.
L’applicazione delle Linee Guida Strategiche Settoriali è demandata alla revisione dei processi necessari per integrare quanto in esse contenuto nell’operatività del Gruppo incluse le procedure informatiche.

Il documento in particolare esplicita la strategia relativa al campo di intervento numero 4 “Infrastrutture Sociali”.

Scarica le linee guida Strategiche Settoriali

Fonte: Cassa Depositi e Prestiti

ICMQ-Cersa – Formazione a distanza: “Sistema di gestione per la Parità di Genere ai sensi della UNI PdR 125/2022” 23 Novembre 2022

ICMQCersa

Formazione a distanza

“Sistema di gestione per la Parità di Genere ai sensi della UNI PdR 125/2022”

23 Novembre 2022

9.00-18.00

Con il patrocinio di Assiv

PRESENTAZIONE
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) definisce la parità di genere in Italia come una delle priorità principali; favorire le Pari opportunità e ridurre il gap per raggiungere la parità di genere nelle aziende è possibile e necessario per una società più sostenibile.
Tra i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030, il Goal 5 si prefissa l’obiettivo di raggiungere l’uguaglianza di genere. Per la prima volta l’Italia si è impegnata nella definizione della Strategia Nazionale per promuovere le Pari Opportunità e la Parità di Genere con la quale ha previsto l’introduzione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere. La UNI/PdR 125:2022 nasce quindi come prassi di riferimento per fornire le linee guida sul Sistema di Gestione per la parità di genere; prevede la strutturazione ed adozione di un insieme di indicatori prestazionali (KPI) inerenti le politiche di parità di genere nelle organizzazioni.

Obiettivo è quello di garantire il conseguimento e il mantenimento di un ambiente lavorativo più inclusivo e meno discriminatorio. Grazie alla certificazione le aziende potranno inoltre accedere a sgravi fiscali e premialità nella partecipazione a bandi di finanziamento italiani ed europei.

OBIETTIVI
L’obiettivo del corso è quello di illustrare la Certificazione della Parità di Genere, recentemente ntrodotta con la Prassi di Riferimento UNI/PdR 125, al fine di sviluppare e monitorare un Sistema di Gestione della Parità di Genere all’interno delle Organizzazioni. Il corso analizzerà la struttura della UNI/PdR 125: le politiche di Parità di Genere, la pianificazione, l’attuazione e il monitoraggio di un Sistema di Gestione inclusivo, gli indicatori prestazionali (KPI) adattabili a tutte le tipologie di aziende, per misurare, rendicontare, valutare e migliorare i dati relativi al genere nelle Organizzazioni.

DESTINATARI
Il corso è rivolto a manager, imprenditori e professionisti di qualsiasi Organizzazione, del settore privato, pubblico o senza scopo di lucro, indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività, ai Responsabili delle Risorse Umane, ai Responsabili dei Sistemi di Gestione, ai Responsabili della Formazione, ai Consulenti, agli Imprenditori e agli Auditor coinvolti nei temi della Diversity & Inclusion.

STRUTTURA DEL CORSO
Il corso la durata di 8 ore dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00 in modalità FAD.

ATTESTATI
Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

Agli Associati Assiv è riservata la tariffa scontata.

Scarica il programma e la scheda di iscrizione

L’economia delle regioni italiane – Dinamiche recenti e aspetti strutturali. Novembre 2022

L’economia delle regioni italiane – Dinamiche recenti e aspetti strutturali. Novembre 2022

Gli shock che hanno colpito l’economia italiana a partire dall’avvio della crisi da Covid-19 hanno avuto effetti simili fra macroaree. Nel 2021 il prodotto ha recuperato buona parte dell’eccezionale contrazione osservata nell’anno precedente, beneficiando del miglioramento del quadro sanitario e dell’allentamento delle restrizioni in seguito ai progressi nelle campagne vaccinali; la ripresa è stata leggermente più marcata al Centro Nord. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia l’attività ha continuato a crescere anche nella prima metà del 2022 in tutte le aree del Paese. I dati più recenti evidenziano diffusi segnali di rallentamento. L’inflazione è fortemente salita, con una perdita di potere d’acquisto più marcata nel Nord Est e nel Mezzogiorno. Le imprese si attendono un indebolimento delle vendite nei prossimi sei mesi. I maggiori costi di produzione dovuti ai rincari energetici si riflettono nei prezzi di vendita. Le aspettative delle famiglie su redditi e consumi a dodici mesi si sono ovunque deteriorate. Le posizioni di lavoro dipendente hanno frenato nei mesi estivi, soprattutto nel Sud e nelle Isole. È ancora cresciuta la sottoscrizione di mutui abitativi da parte delle famiglie, soprattutto al Nord; è aumentato il ricorso al credito al consumo. I finanziamenti alle imprese hanno accelerato nel Centro Nord. I criteri applicati dalle banche ai prestiti alle aziende hanno iniziato a essere improntati a una maggiore prudenza. L’incidenza dei crediti deteriorati rimane ovunque su livelli contenuti. I conti delle Amministrazioni locali sono migliorati, gli investimenti pubblici sono saliti.

Scarica il documento

Fonte: Banca d’Italia

Pubblicato aggiornamento Nadef

Pubblicato aggiornamento Nadef

Giorgetti: dal governo approccio prudente, realistico e sostenibile. Risorse per interventi contro caro energia su famiglie e imprese. In CdM via libera anche a spending review ministeri

Il Ministero dell’economia e delle finanze ha pubblicato la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) che rivede e integra le previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica approvate lo scorso 28 settembre, elaborando anche lo scenario programmatico per il triennio 2023-2025.

Il documento, approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del presidente Giorgia Meloni e del ministro Giancarlo Giorgetti, destina per il 2023 circa 21 miliardi di euro alle misure di contrasto all’aumento dei costi energetici, da cui deriva anche l’impennata dell’inflazione. A queste risorse si aggiungono circa 9 miliardi derivanti dal cosiddetto extragettito del 2022.

L’obiettivo del governo è mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese, concentrando su di essi larga parte degli interventi. Abbiamo affrontato e approvato la Nadef con un approccio prudente, realistico e sostenibile”, ha dichiarato Giorgetti nel corso della conferenza stampa tenuta al termine del CdM.

La previsione di crescita del PIL nello scenario tendenziale a legislazione vigente è stata rivista al rialzo per il 2022, da 3,3 per cento a 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8 per cento e all’1,5 per cento. La relazione indica invece che la crescita programmatica per il 2023 è dello 0,6%.

Riguardo alle stime del deficit tendenziale vengono confermate quelle di settembre: nel 2022 e nel 2023 l’indebitamento netto è previsto pari, rispettivamente, al 5,1% e al 3,4% del Pil. Sono invece riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5 al 3,6% del Pil, e per il 2025, dal 3,2 al 3,3%.

È inoltre prevista una discesa costante del debito nei prossimi anni, fino al 141,2% nel 2025, mentre un forte impegno sarà dedicato anche all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), da cui dipendono gli investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana.

In vista della predisposizione della prossima legge di bilancio, il governo ha inoltre approvato la Relazione al Parlamento per richiedere l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, dove sono fissati gli obiettivi del deficit al 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025 e in cui si dà conto dell’extra gettito di 9,1 miliardi per il 2022.

Ci presentiamo davanti al Parlamento con atteggiamento responsabile, consapevoli che fare previsioni a lungo termine può essere, in questo momento, un esercizio di pura accademia”, ha aggiunto il ministro Giorgetti sottolineando che il governo è “pronto a fronteggiare i rischi di recessione che da più parti a livello globale ed europeo vengono evocati”.

Nel corso del CdM è stato infine dato il via libera a una spending review ministeriale che consentirà di realizzare un risparmio di spesa pari a 800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025.

Fonte: Ministero dell’economia e delle finanze