Quali sono i destinatari del bonus 200 euro? Quali le modalità di erogazione della misura contro il caro vita prevista dal decreto Aiuti? Chi deve presentare domanda e chi, invece, è esonerato? Con l’approfondimento dal titolo “Bonus 200 euro, un percorso a ostacoli per le imprese” del 9 giugno 2022, Fondazione Studi Consulenti del Lavoro analizza le principali novità introdotte dagli articoli 31, 32 e 33 del D.L. n. 50/2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 114 del 17 maggio 2022.
In particolare, i datori di lavoro dovranno erogare nella busta paga di luglio la somma di 200 euro ai dipendenti che nel primo quadrimestre del 2022 hanno beneficiato della decontribuzione di 0,8 punti percentuali dell’aliquota contributiva a carico dei lavoratori dipendenti. Per i titolari di pensione e del reddito di cittadinanza, sarà, invece, l’Inps a provvedere all’erogazione della somma.
Il documento, inoltre, si sofferma sulle criticità della misura per le imprese, legate ai requisiti dei lavoratori dipendenti e degli autonomi o alla necessità di recuperare da parte del lavoratore la dichiarazione di non essere titolare di pensione o reddito di cittadinanza prima di procedere all’erogazione automatica dell’indennità.
Confindustria: Produzione industriale ancora in calo a maggio (-1,4%). L’ incertezza pesa sulle prospettive
L’attività industriale italiana è stimata in flessione a maggio (-1,4%), dopo l’arretramento in aprile. Nel 2° trimestre 2022 si avrebbe così una contrazione già acquisita di -0,6% della produzione industriale, dovuta in particolare al rialzo dei costi dell’energia e alle difficoltà di approvvigionamento, acuiti dalle operazioni militari russe in Ucraina. Le indagini qualitative (ISTAT e IHS-Markit) continuano ad evidenziare timori riguardo la persistenza dei fattori che frenano l’attività produttiva delle imprese.
Come sta andando la produzione industriale in Italia
L’indagine rapida del CSC segnala a maggio una flessione di -1,4% della produzione industriale, dopo la caduta di -1% in aprile. Nel 2° trimestre 2022, quindi, la variazione acquisita della produzione industriale sarebbe di -0,6% rispetto al 1° trimestre, in cui si era già registrato un calo di -0,9% rispetto al trimestre precedente. L’ulteriore flessione stimata per maggio, sommata al calo degli ordini, ad aprile di -0,3% e a maggio di -0,1%, compromette le attese sul 2° trimestre.
Il livello invariato di marzo ha sorpreso perché tutti gli indicatori qualitativi, e la stessa indagine del CSC, suggerivano una caduta, che avrebbe spinto a confermare la dinamica negativa del PIL nel 1° trimestre. La fase negativa della produzione industriale è attesa proseguire nel 2° trimestre: le attività industriali, sebbene in maniera differenziata settorialmente, risentono infatti del susseguirsi di rincari energetici e, conseguentemente, del persistente rialzo dei costi produttivi. Ciò contribuisce a rendere l’andamento della produzione industriale estremamente volatile. Le indicazioni provenienti dalle diverse indagini degli ultimi mesi restituiscono un quadro negativo. Il deterioramento del clima di fiducia delle imprese manifatturiere (da 109,9 a 109,3 a maggio, in diminuzione per il 6° mese consecutivo) e il peggioramento nei giudizi sugli ordini e sui livelli di produzione (in progressivo calo rispettivamente da dicembre e gennaio) influiscono negativamente sull’attività produttiva delle aziende e sulle loro aspettative future. Elevate rimangono infatti le percentuali di imprese che ritengono l’insufficienza di impianti e/o materiali il principale ostacolo alla produzione, a cui si uniscono la scarsità di manodopera qualificata e ora anche i vincoli finanziari (valori tornati quasi ai livelli del 2° trimestre 2020) anche in ragione dell’ampiamente annunciato rialzo dei tassi della BCE. Il pessimismo degli imprenditori è accompagnato dal forte rallentamento del PMI manifatturiero a maggio (da 54,5 a 51,9).
Il prolungarsi della fase di incertezza dovuta al conflitto contribuisce a rendere le condizioni dell’industria italiana ancora estremamente deboli e fortemente sensibili alla volatilità degli andamenti congiunturali che caratterizzano l’attuale contesto economico internazionale.
Istat: le prospettive per l’economia italiana nel 2022-2023
Il Pil italiano è atteso continuare a crescere sia nel 2022 (+2,8%) sia nel 2023 (+1,9%), seppur in rallentamento rispetto al 2021 (Prospetto 1).
Nel biennio di previsione, l’aumento del Pil sarà determinato prevalentemente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (rispettivamente +3,2 e +1,9 punti percentuali) mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo nel 2022 (-0,4 punti percentuali) a cui seguirebbe un contributo nullo nel 2023. Le scorte fornirebbero un contributo nullo in entrambi gli anni.
Gli investimenti assicureranno un deciso sostegno alla crescita con una intensità più sostenuta nell’anno corrente (+8,8%) rispetto al 2023 (+4,2%). I consumi delle famiglie residenti e delle ISP segneranno un miglioramento più contenuto (+2,3% e +1,6%).
L’evoluzione dell’occupazione, misurata in termini di ULA, sarà in linea con il miglioramento dell’attività economica con un aumento più accentuato nel 2022 (+2,5%) rispetto al 2023 (+1,6%). Il progressivo incremento dell’occupazione è atteso riflettersi anche sul tasso di disoccupazione che scenderebbe sensibilmente quest’anno (8,4%) e, in misura più contenuta, nel 2023 (8,2%).
Si prevede che la crescita dei prezzi dei beni energetici contribuisca a un deciso aumento del deflatore della spesa delle famiglie residenti nell’anno corrente (+5,8%), i cui effetti dovrebbero attenuarsi nel 2023 (+2,6%).
Le prospettive per i prossimi mesi sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali ulteriori incrementi nel sistema dei prezzi, una flessione del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interesse. Anche le aspettative di famiglie e imprese potrebbero subire un significativo peggioramento.
Palermo, migliorare le difese passive delle farmacie contro le rapine
Sportelli notturni, videosorveglianza e corsi di formazione tra le misure individuate in prefettura
Sensibilizzare i gestori delle farmacie sulla predisposizione di misure di difesa passiva, come gli “sportelli notturni” e, soprattutto, sull’installazione di impianti di videosorveglianza, in modo da consentire la tempestiva acquisizione delle immagini per risalire agli autori del reato.
È questa l’esigenza emersa nel corso del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Giuseppe Forlani sul tema delle rapine in danno delle farmacie che particolare attenzione ha generato nelle settimane scorse. In tale prospettiva, sono stati approfonditi con le Forze di polizia i risultati delle attività di contrasto del fenomeno attraverso l’analisi dei dati disponibili.
Da marzo 2021 a maggio 2022, infatti, le rapine che hanno riguardato farmacie, a Palermo e provincia, sono state 33 (di cui 4 tentate) e in ben 20 casi il responsabile è stato individuato. In diversi casi, inoltre, sono state accertate condotte seriali dei responsabili.
Tra le altre misure decise dal comitato, l’opportunità di attivare corsi di formazione per gli operatori del settore, da realizzare in collaborazione con le Forze di polizia, sui comportamenti da tenere in caso di rapina.